Territorio

Adesso anche il vino è «Slow»: la Bondola entra nel presidio

Il vitigno autoctono, tipico del Sopraceneri, è il primo in Svizzera a potersi fregiare del riconoscimento – Dopo un periodo in cui era quasi stato dimenticato, ora si lavora alla sua tutela e diffusione
Irene Solari
24.11.2023 06:00

La Bondola è ufficialmente il primo vino in Svizzera che entra a far parte di Slow Food. Un traguardo prestigioso per un vitigno completamente autoctono e tipicamente sopracenerino. «Un momento storico», così lo ha definito Franco Lurà, presidente dell'associazione Slow Food Ticino. La presentazione ufficiale del nuovo presidio svizzero è avvenuta ieri mattina nella Sala patriziale del Municipio di Bellinzona, alla presenza del sindaco Mario Branda insieme a viticoltori ed esponenti di Slow Food e delle associazioni per la difesa e la promozione di prodotti agricoli locali di qualità. Nella sala erano presenti anche i cinque produttori membri della Comunità della Bondola per raccontare e far conoscere il loro pregiato prodotto. Si tratta di Chiericati Vini, La Segrisola, Mondò, Pian Marnino e Terreni dalle Maggia. Tutte insieme queste aziende vitivinicole hanno deciso di impegnarsi nella sfida di riportare in auge un vitigno del nostro territorio che era stato quasi dimenticato.

Un orgoglio ticinese

«Siamo molto orgogliosi che la Bondola sia il primo vitigno a diventare presidio in Svizzera. È un onore per il Ticino fare questo passo, pensando anche a tutti gli altri vitigni che ci sono in Svizzera», ci confida Claudio Poretti, membro dell’associazione Slow Food Ticino. Fare parte di Slow Food come presidio, implica di conseguenza il rispetto di un disciplinare che si pone come obiettivo una produzione sempre più rispettosa dell'ambiente. La Bondola va ad inserirsi nel catalogo svizzero di Slow Food insieme ad altri 19 presidi, di cui tre sono ticinesi. Si tratta dei Cicitt delle Valli del Locarnese, della Farina Bona di mais tostato e del formaggio Zincarlin da la Vall da Mücc.

Radici nella storia

Quella della Bondola è un’uva molto antica con origini completamente ticinesi e, tradizionalmente, del Sopraceneri, spiega Poretti. «La Bondola è qualcosa di nostro, è un vitigno radicato nella storia e si trova solo in Ticino». Interessante anche il fatto - rileva - che la Bondola abbia tenuto nel tempo, fino a oggi. Le sue tracce sono infatti attestate per la prima volta in uno scritto di fine Settecento di Hans Rudolf Schinz, ma si può presumere che il vitigno crescesse sul territorio da molto prima.

Recuperare terreno

Presenza sul territorio che però è andata diminuendo negli anni, spiega Poretti: «Fino a metà Novecento era il vitigno più diffuso nel Sopraceneri e rappresentava circa la metà della produzione vinicola di tutto il cantone. Adesso in Ticino questo vitigno non supera l’1,5% di superficie». Terreno perso perché al suo posto è stato preferito piantare il Merlot, più conveniente dal punto di vista agronomico e del mercato. Oggi le uve della Bondola vengono vinificate in purezza da ormai pochi professionisti per un totale di 10.000 bottiglie all'anno. Ma l’idea, grazie a Slow Food, è quella di tutelare e valorizzare il vitigno al massimo per far tornare la Bondola ai suoi antichi splendori: «Stiamo già lavorando per impiantare nuovi vigneti, speriamo di poter fare aumentare nuovamente la sua produzione».

In questo articolo: