Adolescenti online: in Svizzera sono oltre otto su dieci

Sono almeno due gli studi recenti sul rapporto tra minori e social network condotti in Svizzera: l’Health Behaviour in School-aged Children, ovvero l’HBSC, realizzato sotto l’egida dell’Organizzazione mondiale della sanità; e lo Jugend, Aktivitäten, Medien - Erhebung Schweiz (JAMES), ovvero «Giovani, attività, media - rilevamento Svizzera», che misura ogni due anni il comportamento mediale nel tempo libero dei giovani della Confederazione. Le elaborazioni di entrambe le ricerche risalgono alla metà dello scorso anno e confermano quanto era facile presumere: «La stragrande maggioranza dei ragazzi tra gli 11 e i 15 anni - l’82% - è online ogni giorno; circa il 65% di questi adolescenti utilizza poi quotidianamente i social media, il 20% trascorre invece tempo sui videogiochi».
In particolare, si legge nell’HBSC, «la maggior parte dei ragazzi tra gli 11 e i 15 anni comunica online: oltre il 90% ha avuto almeno un contatto occasionale in Rete; circa il 38% lo ha fatto più volte in un giorno e circa il 17% quasi tutto il giorno». Sempre l’HBSC ha esaminato l’uso problematico dei social network, ovvero «la perdita di controllo sul loro utilizzo, con significative ripercussioni negative sulla salute, sulle relazioni sociali e sulla scolarizzazione». Questo «uso problematico dei social colpisce il 7% dei ragazzi tra gli 11 e i 15 anni, ovvero circa 30 mila adolescenti svizzeri. Le ragazze (attorno al 10%) sono più colpite dei ragazzi (4%). I tredicenni sono più colpiti degli undicenni e dei quindicenni, soprattutto delle ragazze».
Le tendenze in Svizzera sono identiche a quelle della maggior parte degli altri Paesi: in una giornata settimanale media, i giovani elvetici trascorrono, in base alla loro stessa valutazione, più o meno 3 ore e un quarto in Internet. Nel fine settimana, la durata media di utilizzo può arrivare anche a quasi 5 ore.
I fattori sociali sembrano essere correlati al tempo di utilizzo di Internet. «I giovani provenienti da famiglie con stato socio-economico basso» e i giovani che non frequentano il liceo «dichiarano di trascorrere molto più tempo su Internet rispetto ai propri coetanei provenienti da situazioni socio-economiche migliori». Una cosa è invece comune: «se si osserva l’andamento del tempo di utilizzo di Internet dal 2014, si riscontra un aumento pressoché continuo» tra tutti gli adolescenti.
Com’è ovvio, lo smartphone ormai furoreggia. La quasi totalità dei ragazzi ne possiede uno. E lo utilizza «molto intensamente: non solo come fonte di intrattenimento, ma anche per informarsi, per comunicare e, con il crescere dell’età, anche per strutturare la propria vita quotidiana». Quasi tutti i giovani utilizzano WhatsApp per comunicare. Altre app come Signal, Threema o Telegram sono usate da una piccola parte dei giovani.
«Solo in Ticino - scrivono i ricercatori di JAMES - si osserva un certo utilizzo per Telegram». Instagram, YouTube, Snapchat e TikTok sono invece i social maggiormente sfruttati dagli adolescenti elvetici, con TikTok che ha registrato negli ultimi anni un ulteriore aumento della frequenza di utilizzo. Anche YouTube è una piattaforma molto diffusa, usata da oltre tre quarti dei giovani svizzeri. Le attività nei social network sono rimaste costanti negli ultimi quattro anni: la più frequente è guardare i post altrui, mettere like o utilizzare la funzione chat per scrivere messaggi personali.
Le due ricerche sottolineano come oltre il 10% dei ragazzi tra gli 11 e i 15 anni abbia dichiarato di essere stato vittima di cyberbullismo almeno una volta, una percentuale in crescita rispetto agli anni passati. Preoccupante il fatto che il 5% dei ragazzi abbia dichiarato di aver partecipato ad atti di cyberbullismo almeno una volta. «Mentre la protezione della propria sfera privata diminuisce costantemente - concludono i ricercatori di JAMES - aumentano le esperienze negative, tra cui il cybermobbing e le molestie sessuali. Le ragazze si proteggono meglio, ma sono maggiormente interessate dal problema: quasi due terzi infatti sono state contattate online da estranei con intenzioni sessuali e quasi la metà è stata invitata a spedire foto erotiche». Soltanto una su sei ha risposto positivamente a queste richieste, una percentuale comunque allarmante.