Politica

Agenda scolastica, «la valutazione dei contenuti non spetta a noi deputati»

Questo il parere della maggioranza della Commissione formazione e cultura, che ha sottoscritto il rapporto di Michel Tricarico (Il Centro) che chiede di non dare seguito alla richiesta avanzata un anno fa dalla mozione di Roberta Soldati (UDC) e cofirmatari
©CdT/Chiara Zocchetti
Red. Ticino&Svizzera
09.09.2024 18:45

«La Commissione formazione e cultura ritiene che non sia suo compito analizzare e valutare i contenuti puntuali dell’agenda di anno in anno». Questo, almeno, il parere della maggioranza commissionale, che oggi ha sottoscritto il rapporto di Michel Tricarico (Il Centro) che chiede dunque di non dare seguito alla richiesta avanzata un anno fa dalla mozione di Roberta Soldati (UDC) e cofirmatari. «L’eventuale decisione di approvare la procedura richiesta dalla mozione aprirebbe un dibattito infinito per stabilire in quali altri ambiti il Consiglio di Stato dovrebbe sottostare a questa procedura, rallentando inevitabilmente ancor di più, nel processo decisionale, la macchina dello Stato», si legge nel rapporto. Inoltre, «la richiesta che la Commissione assuma anche il compito di mediare nel caso di temi o elementi oggetto di disputa, considerando le diverse sensibilità politiche all’interno della Commissione, potrebbe portare a problemi concreti per la distribuzione all’inizio dell’anno scolastico».

Piuttosto, il rapporto auspica che vengano definite delle linee guida da parte del Consiglio di Stato «per la definizione dei contenuti dell’agenda scolastica» e «che la loro bozza venga illustrata alla Commissione per eventuali osservazioni». Infine, la maggioranza commissionare dice di «salutare favorevolmente» il fatto che «l'agenda è attualmente oggetto di una valutazione che ne determinerà gli orientamenti redazionali degli anni a venire».

La richiesta di Soldati e colleghi, ricordiamo, era arrivata un anno fa, quando si era sollevato un polverone attorno all’agenda scolastica per via di alcune vignette che trattavano il tema dell’identità di genere e, in particolare, la fluidità e il cambio di sesso. Una decisione che aveva spinto il capogruppo del Centro Maurizio Agustoni e la deputata Maddalena Ermotti-Lepori a presentare un’interrogazione chiedendo se fosse opportuno inserire un tema tanto delicato in un testo destinato anche agli allievi di 10-12 anni. La Lega dei ticinesi, invece, aveva chiesto di bloccarne la distribuzione. La deputata Roberta Soldati, invece, aveva chiesto appunto che la bozza dell’agenda venisse prima vagliata dalla Commissione formazione e cultura.

Nel suo messaggio dello scorso febbraio, il Governo ha fatto sapere di ritenere «opportuno» che la Commissione «sia puntualmente informata dal DECS e dal DSS sul tema e sui contenuti che saranno presentati nell’edizione 2024/2025 prima della stampa e della distribuzione». Non solo. Il Consiglio di Stato aveva pure annunciato che i due dipartimenti coinvolti (DECS e DSS) «hanno avviato alcuni approfondimenti sull’utilizzo dell’agenda da parte di allievi/e e sul grado di apprezzamento dei contenuti presentati nella pubblicazione. La valutazione permetterà di determinare gli orientamenti redazionali dell’agenda degli anni a venire».