Hockey

Ambrì, non avere paura delle tue ambizioni

Un sano realismo in casa leventinese è d’uopo, ma non accontentarsi rappresenterebbe un segnale di maturità. O di visione a medio-lungo termine.
Flavio Viglezio
02.09.2025 06:00

L’Ambrì Piotta riparte dai play-in della passata stagione, un finale di campionato che aveva invero lasciato un po’ di amaro in bocca. Ma l’Ambrì Piotta riparte anche dall’ormai consueto entusiasmo dei propri tifosi, pronti ancora una volta a riempire di fiducia e ottimismo la Gottardo Arena. Sembra una costante nella storia recente dei club leventinese: i «mugugni d’amore» per quello che poteva essere ed invece non è stato vengono dimenticati durante l’estate. E si ricomincia con una rinnovata euforia. Sarà un Ambrì diverso, ai nastri di partenza. Se n’è andato Dominik Kubalik e Paolo Duca – forse anche perché condizionato da un mercato dei difensori piuttosto chiuso – ha deciso di puntellare l’attacco con acquisti mirati. Joly, Petan e Tierney dovranno far dimenticare le gesta del ceco e dare al tempo stesso più profondità alla formazione leventinese. Sulla carta sembra un cambio di paradigma, all’insegna de… la miglior difesa è l’attacco. Anche se i già citati play-in della passata stagione avevano più che altro evidenziato lacune in fase di copertura, emerse in parte già anche durante questo precampionato. Per quanto possa contare l’hockey d’agosto. Dietro ancora una volta molto dipenderà dalla verve della coppia straniera formata da Jesse Virtanen e Tim Heed e dalla consistenza del nuovo duo di portieri Senn e Wüthrich, il cui arrivo ha messo fine all’era dell’estremo difensore straniero, ciò che permetterà a Cereda di schierare sempre sei import di movimento e di trovare così una maggior continuità a livello di line-up.

È difficile, in questa fine estate, dire dove potrà arrivare l’Ambrì Piotta. Come detto, sono parecchie le variabili da valutare e i pezzi del puzzle che dovranno incastrarsi nel miglior modo possibile. L’affidabilità degli estremi difensori, il rendimento degli stranieri, la tenuta degli elementi più in là con gli anni, lo sviluppo dei meno esperti. A causa dei rimborsi COVID il club resta un sorvegliato speciale, ma grazie alla Gottardo Arena il contesto economico è diventato molto più roseo rispetto al passato targato Valascia. Anche se le maggiori entrate vanno gestite in maniera assolutamente oculata, senza fare pazzie che potrebbero venire pagate a carissimo prezzo. In questo senso, nonostante una concorrenza agguerrita, una qualificazione ai playoff rappresenterebbe un valore aggiunto non indifferente e non solo in ottica prettamente sportiva. Qualificarsi finalmente tra le migliori otto squadre del campionato sarà tutt’altro che scontato, ma in Leventina non bisogna – non bisognerebbe, per lo meno – avere paura delle proprie ambizioni. Un sano realismo è d’uopo, ma non accontentarsi rappresenterebbe un segnale di maturità. O di visione a medio-lungo termine.

Una visione che squadre come Langnau e Kloten hanno messo in pratica in tempi recenti, dimostrando che nulla è impossibile quando si lavora seriamente e in profondità. Certo, come già fatto notare in un campionato equilibrato come il nostro tutto deve girare per il verso giusto, a cominciare dalla assenza di infortuni lunghi e pesanti. In Leventina sarebbe però finalmente bello vedere affermarsi giovani giocatori cresciuti nel vivaio. Dietro, in particolare, ragazzi come Simone Terraneo o Rocco Pezzullo sono attesi a una definitiva consacrazione. Ad un ulteriore salto di qualità che dipende in parte ovviamente da loro. Ma anche dalla fiducia che riporrà l’allenatore nei più giovani.