Attivisti senza invito: a Parigi 2024 il clima rischia di essere rovente

Dal 2014 al 2022, le Olimpiadi sono sembrate sfuggirci di mano. Poco tangibili. Lontane. Da Sochi a Pechino, passando per Rio de Janeiro, Pyeongchang e Tokyo. L’Europa tornerà protagonista la prossima estate, con Parigi chiamata tuttavia a ereditare un evento sempre più scomodo. Sempre più nel mirino dell’opinione pubblica. Se nell’ultimo decennio i governi dei Paesi ospitanti - un po’ per cultura, un po’ per impostazione politica - hanno tenuto a bada critiche e dissenso interno, in Francia rivendicazioni e afflati democratici potrebbero ritrovare vigore. E non solo fra gli atleti. Mai come negli ultimi anni, i grandi eventi sportivi sono infatti stati sfruttati dagli attivisti per il clima. Una sorta di piattaforma, sì, o se preferite un megafono potentissimo, per denunciare le derive ambientali in corso. Gli esempi, per l’appunto, non mancano. Dal tennis alla Formula Uno, senza scordare il biliardo, nessuna disciplina è stata risparmiata. Le competizioni più in vista, però, rimangono l’obiettivo prediletto. Prendete i recenti Mondiali di ciclismo a Glasgow, con la gara in linea interrotta dal movimento «This is rigged». Mani incollate sull’asfalto, i manifestanti hanno tenuto in ostaggio la corsa per quasi un’ora. Va da sé, facendo parecchio scalpore. Già. E se accadesse anche a Parigi 2024?
Livelli di sicurezza estremi
«Fare previsioni certe è impossibile, ma delle perturbazioni alle prossime Olimpiadi estive - in effetti - sono probabili». Sylvie Ollitrault è direttrice di ricerca al Centre national de la recherche scientifique di Parigi e i suoi studi indagano proprio la sociologia del militantismo e i movimenti ecologisti. «Parliamo di un evento su scala mondiale, per di più in una capitale occidentale che ha già conosciuto forme di disobbedienza civile nel recente passato. Non solo. I Giochi, storicamente, hanno costituito una cassa di risonanza per prese di posizione di diverso tipo. A partire da quelle promosse dagli atleti». Lo scenario delineato, naturalmente, è chiaro anche ai servizi di sicurezza della città e del comitato organizzatore. «Nei luoghi delle competizioni è dunque immaginabile un livello di controllo molto elevato» indica Ollitrault. Per poi aggiungere: «Per questa ragione non vanno escluse azioni all’esterno dei perimetri di gara, nelle vie principali di Parigi per esempio. La grandezza e l’impatto dei Giochi è un tema viepiù controverso agli occhi dei movimenti ecologisti. Pensiamo al nodo degli spostamenti internazionali, all’inquinamento atmosferico, ai rifiuti. Dei messaggi d’allerta in questo senso sono all’ordine del giorno. E all’ombra della Tour Eiffel, ribadisco, potrebbero trovare uno spazio privilegiato per essere veicolati. O, quantomeno, per attivare differenti forme di contestazione».
Come complicarsi la vita
Gli organizzatori delle XXXIII Olimpiadi estive, per certi versi, hanno deciso di complicarsi la vita. Per la prima volta nella storia, la cerimonia d’apertura - in agenda il 26 luglio - non si terrà all’interno di uno stadio, ma lungo la Senna. Davanti a centinaia di migliaia di persone. E la presenza di attivisti fra gli spettatori è tutto fuorché da escludere. «Proteggere l’intero percorso, all’aperto, non sarà semplice» osserva Ollitrault, ponendo l’accento su un altro aspetto rilevante: «Non dimentichiamo che ci troviamo in Francia, e dunque in un contesto sociale particolarmente teso. Oltre alla questione ambientale, le contestazioni potrebbero dunque toccare altri temi, altri attori - come i sindacati - e altri bersagli, Eliseo in primis». Il tutto, per altro, senza sapere se il conflitto tra Russia e Ucraina avrà esaurito i suoi effetti collaterali sul piano della geopolitica sportiva. Un mix potenzialmente esplosivo. «Credo che l’opinione pubblica francese, comprese le sue istituzioni giudiziarie, sia aperta a forme di disobbedienza civile e alla libertà di espressione, purché si esercitino in modo non violento» sostiene la ricercatrice. «Al contempo, però, il Governo - dal presidente Macron al Ministero dell’interno - e il sindaco di Parigi Anne Hidalgo - che si è spesa molto per i Giochi - saranno chiamati a fare passare la linea della messa in sicurezza massimale. Soprattutto in una fase in cui le contestazioni sociali sono molto forti».
La forza degli individui
In gioco, insomma, vi è la credibilità di un Paese, della sua capitale e dei suoi leader. «Gli occhi del mondo saranno tutti su Parigi» conferma Ollitrault, suggerendo come i Giochi rappresentino il terreno perfetto per le mobilitazioni a favore del clima. «Nel mirino degli attivisti - ricorda - c’è lo spazio mediatico delle Olimpiadi e la sua capacità di creare un effetto sorpresa, scioccando l’opinione pubblica e spingendola a interrogarsi». Eppure, il fatto che si inizi a delineare possibili perturbazioni a poco meno di un anno dal via sembra proprio in contraddizione con il concetto di imprevedibilità.
«La riuscita di questo militantismo - evidenziava non a caso Ollitrault in un recente contributo per Le Monde - si fonda su una rinnovazione perpetua». Perciò, rilancia ora, «credo che i militanti non agiranno laddove sono attesi» rileva Ollitrault: «Altri spazi di denuncia sono da mettere in conto. Banalmente, sui social media e nell’universo virtuale, dove l’agitazione e la circolazione di informazioni a carattere ambientale sono già marcate. Il ruolo degli atleti più giovani non va inoltre sottovalutato. Non mi sorprenderebbe se alcuni di loro - sensibili al tema - venissero agganciati e utilizzati per trasmettere le preoccupazioni di questo o l’altro collettivo». E a proposito: le organizzazioni ecologiste sono numerose, hanno carattere locale, nazionale o internazionale. «Ma, concretamente, sono spesso i singoli individui ad agire, soprattutto nel quadro delle perturbazioni degli eventi sportivi» ricorda Ollitrault. Tradotto: dei varchi nelle maglie rafforzate della sicurezza parigina potranno essere creati. Il clima si preannuncia rovente.