Battuto all'asta, il Pardo di Belafonte è ritornato in Ticino «per amore»

È una serata che non dimenticherà facilmente, Moira Grassi, medico di Lugano, fan del Pardo e «semplice» spettatrice di Piazza Grande. O almeno, così credeva. E, invece, no: la sua storia, alla fine, dimostra che lo spettatore, in realtà, nel cinema è protagonista - «ognuno è speciale» - e vive una vita da film forse senza nemmeno saperlo.
Lei, 51 anni, in Piazza Grande era andata per seguire le proiezioni della settima serata e si è ritrovata, a sorpresa, sul red carpet, con il direttore Raphaël Brunschwig a consegnarle niente meno che il Pardo d’oro alla carriera.
Per un momento avrà pensato a uno sbaglio, o uno scherzo. «Perché premiarmi?». Dopo le domande interiori e le risposte possibili - perché donna, perché medico: volendo ci sarebbero - alla mente si è palesata quella vera per quanto incredibile: è una sorpresa organizzata dal marito per il compleanno. Probabilmente destinata a rimanere nella storia delle sorprese romantiche in Ticino.
Nascosto in un bar
In realtà, nella sorpresa c’è anche una piccola notizia, perché quello consegnato a Moira Grassi è un vero Pardo d’oro ed è appartenuto a Harry Belafonte, il grande attore e musicista premiato a Locarno nel 2012. Venduto all’asta a New York a marzo, dopo la morte del mitico autore della Banana Boat Song, è stato acquistato online, per l’appunto dal marito della dottoressa, Fred Grassi: dopo tredici anni, così, la statuetta è tornata in Ticino e, per la precisione, nella casa di Lugano della coppia.
Negli ultimi mesi, invece, per evitare che Moira la scoprisse, è stata accuratamente nascosta dal marito in un posto segreto: il bar di un amico a Molino Nuovo. «È stata veramente un’avventura» confessa al CdT Fred Grassi, 62 anni, professionista del marketing (e si vede) nonché marito affettuoso, di quelli che tutte vorrebbero: ha iniziato a pensare al compleanno della moglie ben 7 mesi prima.
L’idea - racconta dietro le quinte - gli è venuta leggendo un trafiletto sulla Domenica del Cdt. «Diceva che il Pardo di Belafonte, a due anni dalla morte, sarebbe andato all’asta assieme ad altri suoi averi, e mi si è accesa una lampadina» ricorda. La coppia aveva assistito alla premiazione dell’artista in Piazza Grande nel 2012 - «mia moglie, in particolare, è una sua grande fan» - e la notizia della morte del cantante, nell’aprile 2023, era stata un piccolo lutto casalingo. «Ho pensato di partecipare all’incanto, ma non avevo idea di quanto potesse arrivare a costare un Pardo. Mi sono fissato un limite».

L’asta al telefonino
L’asta è stata molto partecipata, i lotti erano oltre 500, alla fine Grassi l’ha spuntata per 1.800 franchi (la base era 20), rilanciando di volta in volta dal suo telefonino «proprio mentre mia moglie era seduta di fianco a me, sul divano, a guardare un film», racconta divertito. «Ho dovuto trattenere l’emozione». Poi ha iniziato a pensare a come farsi recapitare la statuetta e custodirla per così tanto tempo, senza farsi scoprire. «Ho dato l’indirizzo del bar di un amico, che me l’ha tenuta nel retrobottega».
Per la consegna a sorpresa, Grassi immaginava di affidarsi all’improvvisazione. «Pensavo di fermarla sotto il palco in Piazza Grande e tirare fuori la statuetta». Invece, tramite passaparola, la voce è arrivata all’organizzazione del Festival che gli ha offerto nientemeno che il red carpet.
Dal bar dell’amico il Pardo è stato «trafugato» in gran segreto a Locarno alcuni giorni prima del giorno X. Brunschwig si è messo a disposizione di persona. E Moira Grassi ha vissuto il suo «quarto d’ora» di celebrità con una punta di imbarazzo, ma anche di commozione.