Baume-Schneider sottoscrive la dichiarazione sulla migrazione secondaria

La Consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider, oggi a Bruxelles per il Consiglio degli affari interni dell'UE, ha sottoscritto una dichiarazione sulla migrazione assieme ai ministri dell'area Schengen.
Baume-Schneider si era già recata a Bruxelles ieri, dove in serata ha preso parte ad un incontro con gli esponenti dei Paesi Bassi, Germania, Austria, Danimarca, Francia, Belgio e Lussemburgo, per discutere in merito alla migrazione secondaria, ovvero lo spostamento di migranti da uno Stato Schengen all'altro, fenomeno che interessa anche la Svizzera.
La consigliera federale giurassiana, durante l'incontro, è intervenuta rimproverando l'Italia di lasciare che rifugiati e migranti transitino liberamente al di fuori dei confini della penisola.
«Non siamo i soli a dire che bisogna dialogare con l'Italia e chiederle di onorare i patti per quanto riguarda il sistema di Dublino», ha sottolineato Baume-Schneider. «Bisogna prendere in considerazione le questioni globali della migrazione, anche sull'aspetto della solidarietà, ma diversi Paesi europei credono che ognuno abbia un ruolo da svolgere e che l'Italia debba svolgere il suo», ha dichiarato la ministra della giustizia.
La Germania, dal canto suo, ha invece criticato la Svizzera accusandola di consentire ai richiedenti l'asilo provenienti dall'Austria di spostarsi oltre il territorio elvetico.
Nella loro dichiarazione, gli Stati membri hanno espresso preoccupazione per la situazione attuale, chiedendo di «contenere il flusso dei migranti».
La partecipazione a Schengen e Dublino permette alla Svizzera di potenziare gli strumenti di collaborazione transfrontaliera e di lavorare a stretto contatto con gli Stati dell'UE in merito alle richieste d'asilo.
L'anno scorso nell'UE, in Svizzera e in Norvegia, sono state presentate complessivamente circa un milione di domande di asilo, hanno reso noto oggi gli esponenti dei Paesi interessati. Si tratta della cifra più alta mai registrata dal 2016, ed è la ragione per la quale i vari ministri degli Interni si sono riuniti per discutere come vigilare meglio le frontiere esterne allo spazio Schengen.
A tale proposito, Baume-Schneider si è detta contraria all'esternalizzazione delle procedure di asilo, come previsto dalla Gran Bretagna. «È fuori discussione», ha detto, alludendo alle basi legali in vigore, anche se in Europa e in Svizzera, soprattutto da parte dell'UDC, le richieste di rivalutare la politica dell'asilo non mancano.
L'Ufficio federale di polizia ha annunciato oggi che dal 7 marzo è entrato in funzione il nuovo Sistema d'informazione Schengen (SIS), uno strumento di ricerca messo a disposizione in tutti gli stati membri che garantisce, tra le altre cose, uno scambio d'informazioni più rapido, una migliore protezione delle vittime e maggiori informazioni sui divieti d'entrata e sulle decisioni di allontanamento.
Tra le innovazioni del SIS, sarà ora possibile segnalare tempestivamente le persone particolarmente vulnerabili, in collaborazione con l'autorità di protezione dei minori e degli adulti, monitorando i minori a rischio di sottrazione da parte di uno dei genitori in seguito a un conflitto familiare. Inoltre, qualsiasi divieto di ingresso emesso per motivi di migrazione o di sicurezza deve ora essere inserito nel sistema.
Nel caso di decisioni di allontanamento, la Segreteria di Stato della migrazione (SEM) e le autorità di migrazione cantonali devono ora segnalare nel SIS le decisioni di allontanamento pronunciate e il termine ultimo entro il quale la persona deve lasciare lo spazio Schengen. Se quest'ultima non rispetta il termine stabilito, le autorità competenti di tutti gli Stati membri possono consultare la relativa segnalazione nel sistema e procedere all'espulsione della persona dallo spazio Schengen.