Il reportage

Bellinzona: «Ma quale fortezza! Noi vediamo sempre i nostri Castelli»

Il nuovo logo, introdotto nel 2021 per rilanciare i tre manieri, non prende piede tra le vie della capitale ticinese: «Il nome "vecchio" ci piace molto di più»
Il sito simbolo del Ticino (i tre castelli e le cinte murarie della città) dal 2000 è inserito nella lista del patrimonio mondiale dell'umanità dell'UNESCO
Jona Mantovan
22.03.2023 09:45

A Bellinzona i Castelli sono spariti. O – meglio – dal 2021 c'è una nuova immagine che punta a valorizzarli. Un marchio rosso e nero con tre merli che richiamano gli altrettanti manieri (Castelgrande, Montebello e Sasso Corbaro) più una porzione delle mura, il tutto accompagnato dalla nuova definizione... «Fortezza Bellinzona». Dietro, ovviamente, c'è di più. Per la precisione, un progetto di valorizzazione del patrimonio UNESCO con un investimento di 14 milioni nell'arco di alcuni anni, allo scopo di ripensare la struttura e le modalità di gestione dell'offerta, oltre che a promuovere interventi complementari su vie d'accesso, segnaletica, spazi di accoglienza, l'illuminazione. Per le strade della capitale ticinese, però, l'idea non sembrerebbe prendere piede. Tranne che per Olesia, favorevole al cambiamento: «Mi piace fortezza. Come persona proveniente dall'Ucraina, lo preferisco», dichiara la 23.enne di Biasca, fermata nei pressi della stazione. «Ma se la mia lingua fosse l'italiano... non saprei. Magari, in quel caso, preferirei dire castello! Ma ripeto, fortezza è molto bello per me». 

Matteo, invece, è più legato alla tradizione: «Le persone sono abituate chiamarli Castelli da generazioni... io stesso, penso di uscire a fare un giro, dico "Andiamo ai Castelli", non "alla Fortezza". Eh, non è mica la stessa cosa», esclama. Questo termine, insomma, non entrerà mai nel suo vocabolario quotidiano. «Continuerò a chiamarlo Castello», aggiunge il 25.enne. Chiara all'esterno di un punto di ristoro durante la pausa pranzo condivide la stessa opinione: «Continuerò a chiamarli Castelli di Bellinzona». Di fronte a lei, la collega di studi Valeria, che aggiunge «Anch'io ho quest'abitudine... e a me piace così», afferma la studentessa della Scuola cantonale di commercio. Chiara ammette però che se un giorno ci fosse un certo tipo di autorità che imporrà di usare questo titolo, allora si adatterebbe: «Ma solo nel caso in cui ci fosse un obbligo». Ma ammettiamolo: questo scenario è piuttosto improbabile.

A volte andiamo a pranzo là, e appunto diciamo che andiamo al Castello. Non alla Fortezza...
Ana Paula, 35 anni

Qualcosa di negativo

Ana Paula, che sta spingendo un passeggino nella calda giornata di sole, si mostra critica verso il cambiamento: «Anche a livello di pubblicità. È un peccato cambiare». Per la 35.enne di Arbedo, i Castelli sono un simbolo del territorio: «Rappresentano il Ticino». Ma non solo. Infatti, trova che il termine fortezza sia «un po' brutto. A volte andiamo a pranzo là, e appunto diciamo che andiamo al Castello. Non alla Fortezza». Secondo Antonio, qualche metro più avanti, il punto è anche un altro. «Fortezza è una parola pesante», sottolinea il 51.enne. «Mi fa correre la mente a una situazione negativa... tipo un carcere». La parola scelta dai promotori del progetto, quindi, per lui è troppo forte e poco adatta all'architettura dei manieri.

Sì, in effetti ci sta, ma è un termine che sa di impero, di imperiale
Valerio, 41 anni

Media sociali poco entusiasti

Valerio, invece, prova a riflettere sul senso dell'operazione di rifacimento dell'immagine. A lui, in effetti, piace anche il termine Fortezza. «Però sembra un po' troppo forte», dice il 41.enne. «Sì, in effetti ci sta, ma è un termine che sa di impero, di imperiale». Alla fine, però, il residente in viale Stazione sceglie: «Beh no, vado di Castelli, andiamo di Castelli!». Ed eccone un altro che "cestina" la nuova proposta, che a questo punto si spera sia efficace soprattutto nella promozione sul fronte del turismo, nazionale o internazionale che sia. 

D'altronde, un rapido sguardo sui media sociali di qualche tempo fa riportava come fossero ancora pochi gli scatti pubblicati in rete accompagnati dall'etichetta #fortezzadibellinzona, mentre vanno sempre per la maggiore i termini #castellidibellinzona e #castellibellinzona oppure #bellinzonacastelli. Le persone che frequentano La Turrita, in conclusione, non sembrano dare molta importanza alla denominazione dei loro castelli, quanto piuttosto alla tutela e alla storia dei manieri. Il nome «Fortezza Bellinzona» potrebbe essere accettato come parte del progetto di valorizzazione, ma al momento attuale sembra piuttosto difficile dire che sostituirà quello tradizionale nei cuori e nelle menti dei cittadini.

Correlati
Oh che bel castello... Ops, ora chiamatela Fortezza
Bellinzona: il patrimonio UNESCO può fregiarsi di un nuovo logo che rappresenta il concetto alla base del progetto di valorizzazione previsto nei prossimi anni per un investimento di 14 milioni di franchi - Intanto Sasso Corbaro splende con la mostra dedicata a Raffaello
Castelli o Fortezza? Che conta è ben altro
La nuova denominazione dei manieri non toglie il sonno ai bellinzonesi che hanno a cuore il patrimonio indifferentemente dall’etichetta e desiderano che venga presto valorizzato - Sui social network, Instagram in primis, vanno però ancora per la maggiore gli hashtag «vecchi»
La prestigiosa Fortezza che tutto il mondo ci invidia
Un weekend coi fiocchi, da capitale UNESCO della Svizzera, per Bellinzona - È l’occasione per soffermarsi sull’importanza del marchio ottenuto dai tre castelli nel 2000 - Juri Clericetti: «Il label a livello turistico da solo non basta, vanno organizzate attività e mostre»