Biden, l’addio è una lezione di stile

«Ho chiesto ai funzionari che non ci siano intoppi nel passaggio verso alla seconda amministrazione di Trump, al quale ieri ho telefonato per congratularmi della vittoria. Questo è ciò che il popolo americano merita». Oggi pomeriggio, alla Casa Bianca, nel cortile delle Rose, dopo essere stato accolto da un lunghissimo applauso del suo staff, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha annunciato una transizione pacifica e ordinata dei poteri con Donald Trump.
Una lezione di stile, istituzionale e umana, impartita al suo avversario a distanza di quattro anni dall’assalto a Capitol Hill. Non servirà a evitare il ritorno di Trump alla Casa Bianca, ma segnerà in modo indelebile la distanza che esiste tra gli uomini e tra gli uomini di Stato.
«Concittadini, non avversari»
Biden ha scelto di fare un discorso breve. E ha evitato ogni polemica diretta con il presidente eletto. E tuttavia, riferendosi all’insistenza infondata di Trump sul fatto di aver perso in modo fraudolento le presidenziali di quattro anni fa, ha detto di sperare che la rielezione di martedì metta a tacere i dubbi sulla correttezza del sistema di voto. «Possiamo archiviare la questione. Il sistema è onesto, è giusto ed è trasparente, e ci si può fidare, sia che si vinca sia che si perda. Ho una speranza - ha aggiunto Biden - non importa chi avete votato, dobbiamo vederci l’un l’altro non come avversari, ma come concittadini americani. Abbassate la temperatura. Io farò il mio dovere di presidente. Manterrò il mio giuramento e onorerò la Costituzione. Il 20 gennaio avremo un trasferimento pacifico del potere qui in America».
Rivolgendosi al suo partito, che martedì ha perso praticamente su tutta la linea, sia nella corsa alla Casa Bianca sia in quella per il Congresso, Biden ha poi esortato tutti a reagire.
«So che è un momento difficile. Un momento di sofferenza. Lo sento e lo vedo.. Ma in democrazia prevale sempre la scelta del popolo, e noi lo accettiamo: non puoi amare il tuo Paese soltanto quando vinci. Inoltre, non bisogna dimenticare ciò che abbiamo realizzato. Questa è stata una presidenza storica, non perché io sono il presidente, ma per quello che abbiamo fatto, quello che avete fatto voi», ha detto indicando i suoi più stretti collaboratori.
«Gran parte di questo lavoro produrrà i suoi effetti nei prossimi 10 anni - ha proseguito Biden - Vedremo oltre un trilione di dollari di lavori infrastrutturali realizzati, lavori che cambieranno la vita delle persone nelle comunità rurali e nelle comunità che sono in reale difficoltà. Insieme, abbiamo cambiato l’America in meglio. Ora, abbiamo 74 giorni prima di finire il mandato, il nostro mandato. Facciamo in modo che ogni giorno conti. Questa è la responsabilità che abbiamo nei confronti del popolo americano».
Le battute d’arresto «sono inevitabili - ha concluso Biden - ma arrendersi è imperdonabile. Tutti veniamo abbattuti, ma la misura del nostro carattere, come avrebbe detto mio padre, è la velocità con cui ci rialziamo. Una sconfitta non significa che siamo battuti. Abbiamo perso questa battaglia. Ma l’America dei vostri sogni vi sta chiedendo di rialzarvi. Questa è la storia dell’America da oltre 240 anni e oltre. È una storia per tutti noi, non solo per alcuni di noi. L’esperimento americano resiste. Staremo bene, ma dobbiamo proseguire nel nostro impegno».
L’onore delle armi a Kamala
Il presidente degli Stati Uniti ha citato anche la sua vice, Kamala Harris, sconfitta nettamente da Donald Trump ma elogiata per aver dato «tutto il cuore» nella campagna elettorale. «Ha una spina dorsale come una bacchetta - ha detto Biden - ha un grande carattere, un vero carattere. Ha messo in questa corsa tutto il suo impegno, e lei e il suo team devono essere orgogliosi della campagna che hanno condotto». Ma l’onore delle armi - e forse qualcosa di più - alla sua vicepresidente, Biden lo aveva concesso qualche ora prima in una dichiarazione ufficiale pubblicata sul sito della Casa Bianca.
«Quello che l’America ha visto oggi (mercoledì, ndr)è stata la Kamala Harris che conosco e ammiro profondamente. È stata una partner straordinaria e un servitore pubblico, una civil servant, piena di integrità, di coraggio e di carattere. In circostanze straordinarie (l’uscita di scena dello stesso presidente a 100 giorni dal voto, ndr), si è fatta avanti e ha condotto una campagna storica che ha incarnato ciò che è possibile quando è guidata da una forte bussola morale e da una chiara visione di una nazione più libera, più giusta e piena di maggiori opportunità per tutti i cittadini americani».
«La scelta di Kamala - scrive nel suo comunicato il presidente in carica ancora per poco più di due mesi - è stata la prima decisione che ho preso quando sono diventato il candidato alla presidenza nel 2020. È stata la mia decisione migliore. La storia di Kamala rappresenta il meglio della storia dell’America. E come ha chiarito oggi, non ho dubbi che continuerà a scrivere quella storia. Continuerà la lotta con determinazione, determinazione e gioia. Continuerà ad essere una paladina di tutti gli americani. Soprattutto, continuerà ad essere una leader a cui i nostri figli guarderanno per le generazioni a venire, mentre mette la sua impronta sul futuro dell’America».