Cara Carì, investi e goditi l'estate

«Le priorità identificate per i prossimi anni riguardano, in particolare, la necessità di dotarsi di un sistema di innevamento programmato che garantisca l’apertura nel periodo natalizio, il rinnovo del parco mezzi per la preparazione delle piste e una conseguente riduzione dei costi straordinari di manutenzione. Gli investimenti in programma mirano a rispondere alle sfide poste dal cambiamento climatico e dall’aumento delle temperature, con un’attenzione crescente anche alla destagionalizzazione. L’attività estiva, infatti, è rimasta finora marginale e non consente di compensare il rischio meteorologico legato alla stagione invernale». Lunga e doverosa premessa. Perché non si può guardare al futuro senza buttare un occhio (anzi, forse è meglio entrambi) al passato. Il discorso vale anche, e soprattutto, per le stazioni turistiche delle nostre valli. Carì non fa eccezione.
Dai fiocchi al sole
La località della Media Leventina è sempre una meta molto gettonata. Ma senza i fiocchi quando le temperature si abbassano e il sole quando si inizia a boccheggiare si fa dura. E pertanto bisogna correre ai ripari. Lo sanno benissimo i vertici della Nuova Carì impianti turistici SA. Ed il Municipio di Faido che, a margine del consuntivo comunale 2024 (avanzo di 48.253 franchi rispetto ad un deficit stimato di oltre 434 mila: il Legislativo lo discuterà il 17 giugno), fa il punto sulla sua gemma più preziosa.
Quella parola è un mantra
Alla preoccupazione della quarantina di cittadini per il destino della stazione (come vi abbiamo riferito l’ultima volta il 15 maggio scorso), si aggiunge ora la consapevolezza dei diretti interessati che servono, eccome, degli interventi celeri e concreti. Non più procrastinabili. L’inverno, in cui si registrano in media tra i 25 e i 30 mila primi passaggi (+13% nell’ultima stagione) a dipendenza delle condizioni meteorologiche, non basta per salvare capra e cavoli, come si suole dire. «Destagionalizzare» deve diventare un mantra non solo per Carì, ma altresì per tutte le località turistiche ticinesi. D’altronde è lo stesso Consiglio di Stato a pretendere che si vada in quella direzione.
Oggetto misterioso
La neve è viepiù un oggetto misterioso alle nostre latitudini, in particolare durante le vacanze natalizie, le settimane che sono le più importanti nell’economia di una stagione. Quindi è indispensabile puntare (pure) ancora con più decisione sulla bella stagione. Il Consiglio di amministrazione presieduto dall’ex sindaco di Bodio Marco Costi è all’opera per mettere nero su bianco gli obiettivi strategici fino al 2028. L’intento è quello di «rafforzare la destinazione Carì nel medio termine. Le proposte dettagliate saranno presentate al Municipio, unico azionista della società (nella SA è rappresentato dal capodicastero Ambiente, turismo e sport Marco Manfrè; n.d.r.), nella seconda metà dell’anno, accompagnate dal rapporto annuale». Immaginiamo, quindi, che verranno svelate in settembre-ottobre prima, ovvio, del prossimo inverno.
L’esempio di Keynes
Il focus, come detto all’inizio, verrà posto sull’estate. Da subito, cioè dalla stagione che si aprirà a fine mese per concludersi gli ultimi giorni di agosto. Si mira ad «attuare una serie di misure per stimolare l’affluenza», si puntualizza a margine del consuntivo 2024 di Faido. «Anche con la fusione (le società sino a pochi mesi fa erano due; n.d.r.) e il rafforzamento della SA andranno fatte delle serie riflessioni sulle strategie future da adottare per ridurre il rischio aziendale, condizionato dai cambiamenti climatici con il conseguente aumento delle temperature. Come suggeriva il buon Keynes, ‘investire con successo significa anticipare le anticipazioni degli altri’».
Sempre presente
Di sicuro la citazione del famoso economista inglese John Maynard Keynes - che, per intenderci, sosteneva che l’intervento dello Stato è imprescindibile per stimolare la domanda e garantire la piena occupazione - non è casuale. Il Comune di Faido negli ultimi anni non ha mai fatto mancare il suo contributo, in tutti i sensi, al rilancio di Carì. L’ente locale detiene inoltre l’intero capitale sociale. La stazione dà lavoro ad una quarantina di persone (perlopiù domiciliate nella zona) e crea indotto nei commerci del paese e della regione. Un tesoro da custodire e da far luccicare ulteriormente, se possibile.