Il commento

Carlo III e le rughe reali

Tra pochi giorni, il 14 novembre, sua maestà festeggerà il suo secondo compleanno sul trono
Antonio Caprarica
09.11.2023 06:00

Tra pochi giorni, il 14 novembre, re Carlo III festeggia il suo secondo compleanno sul trono. Ma settantacinque anni non sono un traguardo qualunque, ed è molto probabile che nei suoi desideri segreti il sovrano coltivasse il sogno di celebrarli in un’atmosfera assai diversa dall’aura crepuscolare che circonda Buckingham Palace. Il tono mesto non si deve solo alla circostanza che, com’è noto, il regno festeggia ufficialmente il genetliaco del monarca nel secondo weekend di giugno, quando si spera in un tempo londinese più clemente. Perciò Carlo spegnerà in famiglia la candelina sulla torta ma proprio questo è il punto: quale famiglia? Chi ci sarà a stappare con lui il prediletto champagne Pol Roger, lo stesso che amava Churchill?

Nei quattordici mesi sul trono Sua Maestà non sembra purtroppo aver ancora messo in campo le stesse doti di leadership del grande statista britannico. Nemmeno tra i suoi famigliari. La riconciliazione con Harry appare sempre più una chimera. Il secondogenito non ci sarà nemmeno al compleanno di papà, in compenso lo accusa di non averlo invitato mentre da Buckingham Palace sostengono il contrario. A Corte si respira un’aria sospesa, come quella che precede l’esplosione di un temporale. Si moltiplicano voci e sussurri su presunti dissapori, non quelli ormai noti nei dettagli coi ribelli Sussex, ma anche tra i parenti strettissimi rimasti «fedeli» al re. Si nota, anche nel linguaggio dei corpi, una certa tensione tra la regina Camilla e la principessa del Galles. Ansiosa di ereditare non solo il titolo, come già avvenuto, ma soprattutto ruolo e carisma della suocera Diana, Kate appare sempre più insofferente nella parte di secondo violino, soprattutto nei riguardi di una donna che buona parte dell’opinione pubblica considera ancora «un’usurpatrice». La serpeggiante ostilità della moglie alimenta a sua volta il sopito rancore di William, che certo non dimentica e non perdona l’amante «colpevole» di aver spodestato la madre. E in fondo a tutto rimane l’interrogativo: quanto a lungo i «giovani» Galles dovranno aspettare per cingere una corona che ha bisogno come il pane di un’iniezione di gioventù?

I Windsor sono al punto che molti a Palazzo guardano con invidia a quanto accade nella Corte sorella dei Borboni di Madrid, fino a poco fa considerata con aria di sufficienza. Ma la sostituzione del vecchio e discusso Juan Carlos, pure non privo di meriti democratici, con il figlio Felipe VI ha portato una ventata di aria fresca nella monarchia spagnola. E l’irruzione in scena della figlia di Felipe e della borghese Letizia Ortiz, la deliziosa diciottenne Leonor, ha per il momento eclissato perfino a Londra fascino e popolarità della quarantenne Kate Middleton. È la riprova, se ce ne fosse bisogno, che i troni sono fatti della materia dei sogni, per parafrasare Shakespeare. Le monarchie rispondono al bisogno di favole che è un archetipo dell’animo umano, e la principessa delle fiabe è sempre giovane, bella e pura, proprio come è apparsa la bionda e occhi-cerulea Leonor quando ha giurato da erede fedeltà alla Costituzione. Aveva la stessa freschezza, la stessa speranza di primavera che emanava da Elisabetta II quando salì al trono appena venticinquenne. Le rughe purtroppo non giovano alle monarchie. E nemmeno le diagnosi cliniche. Ai cronisti più attenti non è sfuggito il frequente tremore delle mani di Camilla nel corso della recente visita in Kenya. I portavoce di Buckingham Palace si sono affrettati a negare ogni ipotesi di malattia ma si vede a occhio nudo che la maturità della coppia reale non è delle più aitanti. Dall’apparente immortalità di Elisabetta alla caducità delle cartelle ospedaliere, il tragitto della corona non è molto esaltante.

Non arrivano buone notizie nemmeno dai Windsor d’America. La coppia che trasmutava in oro tutto ciò che toccava sembra ora soggetta al processo inverso. Come si sa, niente uccide più del ridicolo, e i Sussex ci sono caduti in pieno. Family Guy, il più famoso cartone animato satirico d’America, li raffigura a bordo piscina mentre un maggiordomo gli porta una busta piena di milioni da parte di Netflix «non si sa per che cosa». La caricatura delle fallite ambizioni hollywoodiane di Harry e Meghan non potrebbe essere più bruciante. La loro ultima cartuccia potrebbe essere l’autobiografia che la duchessa sta ultimando, con il presumibile consueto carico di livore e maldicenza sui reali parenti. Panico a Corte? Macché. Meglio perfino una nuova ondata di fangosi pettegolezzi che scomparire, come adesso, nell’irrilevanza.