Cercando i ticinesi morti sul Titanic

Erano quattro camerieri: di loro restano pochi lontani ricordi e qualche lapide
Bruno Pellandini
13.04.2012 05:18

Sul Titanic persero la vita anche quattro ticinesi: Alessandro Pedrini, di Osco, Narciso Bazzi di Brissago, Abele Rigozzi di Aquila, e Mario Zanetti, ginevrino originario di Poschiavo. Trovare oggi discendenti di quegli sfortunati navigatori in grado di ricordarne la storia è praticamente impossibile. Ma vent?anni fa, in occasione dell?ottantesimo della tragedia ci eravamo messi sulle loro tracce con maggior fortuna. Cominciamo col dire che erano tutti camerieri e quindi avevano vissuto l?evento dopo una dura giornata di lavoro. Erano le 23.40: l'orchestra suonava walzer. I ?nostri? avevano terminato da poco il servizio e si apprestavano a concludere la serata tra amici. Ma dovettero fare i conti con la Grande Storia, nella fattispecie con l'urto contro l'iceberg che causò il più grave naufragio della navigazione civile di tutti i tempi. Abbiamo rintracciato le tombe di tre di loro e proponiamo le parole di chi ne aveva ancora memoria. Del primo commuove la tomba, nel cimitero di Osco: «Alessandro Pedrini , con fervida fede di lavoro in ancor quasi tenera età emigrava in terre lontane, vago e fidente in un nuovo avvenire, miseramente in una notte tragica trovava morte nell'oceano scomparendo col Titanic". È una lapide di marmo bianco, a forma di tronco spezzato con alla base una barca rotta in due: una croce, cinque rose, la fotografia di un ragazzo elegante.