Cinquant’anni fa la musica invadeva le piazze ticinesi

I festival musicali all’aperto, che oggi sono una delle caratteristiche della stagione calda in Ticino, compiono cinquant’anni. Era infatti il weekend di Pentecoste del 1975 quando, per la prima volta veniva organizzata una rassegna di quelle che oggi definiamo «openair». Qualche tentativo in precedenza, invero, c’era stato ma con scarsissimo successo, se non con degli autentici disastri, come accadde nel 1964 ad Ascona quanto un trentenne imprenditore artistico locale, Giorgio Gomelsky – poi passato alla storia per essere stato il primo manager dei Rolling Stones nonché degli Yardbirds di Eric Clapton che portò a suonare a Locarno e nella «sua» Ascona – decise di organizzare un jazz festival all’aerodromo asconese che però naufragò sotto un autentico diluvio.
A provarci con maggior fortuna quindici anni dopo fu Hannes Anrig (1941-2017) uno svizzero-tedesco trapiantato a Muzzano, grafico di formazione, trombettista jazz di vocazione, che qualche anno prima nel villaggio luganese aveva fondato il Picayune Jazz Club (termine questo che nel sud degli States indica una moneta di scarso valore) promuovendo con regolarità, nel locale salone parrocchiale, serate con gruppi italiani di jazz tradizionale ai quali affiancava, periodicamente, esibizioni di ensemble del medesimo stile musicale, provenienti da vari Paesi europei ma anche dagli USA. Da Muzzano decise poi di spostare alcune sue proposte all’aperto, nella piazzetta di Viglio, dove per altro, nel resto dell’anno si suonava all’interno del Bar Unione. L’idea ebbe un tale successo che, appunto, nel weekend di Pentecoste del 1975, Anrig decise di ampliare il suo raggio di azione organizzando una due-giorni musicale in due differenti «location»: il salone parrocchiale di Muzzano e la Piazza della Riforma a Lugano dove, da qualche tempo, venivano organizzati dei concerti di jazz tradizionale al Caffè Federale. E dove Hannes Anrig promosse anche un qualcosa all’epoca straordinario: una «street parade» su modello New Orleans che si snodava tra la piazza e Via Nassa. Protagonisti dell’iniziativa i belgi The Fondy Riverside Bullet band, gli italiani Bovisa New Orleans Band, Foggy City Jazz Band, New Orleans Stompers e Olympia Ragtime Band e i ticinesi della Jazzera di Arogno.
La due giorni – che l’organizzatore chiamò «Festa New Orleans Music» – riscosse un grande successo di pubblico e di critica tanto da diventare, dopo quel primo esperimento, un appuntamento fisso del calendario primaverile luganese, con un cast artistico il cui valore crebbe anno dopo anno ma sempre mantenendo un’anima «glocal» ossia ospitando, accanto a nomi di alta caratura, anche gruppi e artisti locali. La «Festa» fece inoltre da traino alla nascita di analoghe iniziative. La più importante fu quella promossa, sempre a Lugano, da due giovani che da qualche tempo organizzavano concerti e festival rigorosamente «indoor» sotto la sigla WyMa (Andreas Wyden e Jacky Marti) e che, visto l’ottimo responso ottenuto da Anrig, decisero anch’essi di spostarsi nel «salotto» di Piazza della Riforma dando vita a quello che sarebbe poi divenuto l’autentico simbolo dell’estate musicale cantonale, «Estival Jazz». Il dualismo sulla piazza luganese tra i due festival durò fino al 1985 quando, a seguito di alcuni contasti con le autorità luganesi Hannes Anrig decise di trasferire la «sua» festa ad Ascona dove si trasformò in un festival della durata di dieci giorni ribattezzato «New Orleans Jazz Ascona», assumendo in seguito l’attuale denominazione «JazzAscona»:festival che continuò a gestire per parecchi anni prima di gettarsi in un’altra impresa organizzativa – Vallemaggia Magic Blues.
Il trasferimento da Lugano ad Ascona della «Festa New Orleans Music»fu comunque immediatamente colmato, in riva al Ceresio, da una nuova rassegna denominata «New Orleans in Lugano – Traditional Jazz Festival», poi trasformatasi in «Blues To Bop» diversificando la propria offerta musicale. Su quell’onda in quegli anni nacquero poi altre iniziative. A Ponte Tresa prese il via un festival che spostava gli orizzonti sonori verso un genere che cominciava a far breccia, la cosiddetta «world music»: denominato «Festate» dopo quegli inizi si spostò a Chiasso dove ancora oggi gode di ottima salute. A Bellinzona ci si concentrò invece sulla «musica del diavolo» con quel «Piazza Blues» che per un oltre un ventennio è stato un indiscusso punto di riferimento (addirittura internazionale) del settore prima, ahinoi, di alzare bandiera bianca. Senza tuttavia intaccare il prestigio nel frattempo maturato dal Ticino nel settore degli openair, nato da una scommessa «da un soldino» lanciata mezzo secolo fa a Muzzano.