Il ritratto

Complicato, snob e un po’ noioso: ecco chi è Carlo III

Allevato ed educato a lungo per succedere al trono il sovrano avrà poco tempo per modificare i giudizi poco lusinghieri sul suo conto – Determinante sarà il ruolo della moglie Camilla
© AP / Aaron Chown / Pool Photo
Dario Campione
06.05.2023 15:01

Carlo III è stato finalmente incoronato oggi re nel corso di una cerimonia a Londra; di seguito vi riproponiamo un ritratto del nuovo monarca che aveva scritto Dario Campione il 20 settembre dell'anno scorso.

Dopo aver aspettato tutta una vita, Carlo III è diventato re. E tutti si chiedono chi sia, veramente, il nuovo sovrano; che cosa, l’uomo, nasconda dietro il titolo e la corona.

Sicuramente, Carlo è stato allevato, educato e costantemente addestrato a svolgere il lavoro di capo di Stato. Al quale, però, approda in un’età in cui la maggior parte degli esseri umani non desidera altro che un tranquillo pensionamento. Un tempo che, ha scritto in modo tagliente il Guardian in uno dei molti ritratti pubblicati in questi ultimi giorni, «nel suo caso, avrebbe potuto diversamente trascorrere coltivando ortaggi biologici (la sua vera e autentica passione, ndr) e dilettandosi nella pittura di paesaggi ad acquerello».

Di sicuro, il modo in cui gestirà il breve spazio del suo regno plasmerà il futuro della monarchia e condizionerà il giudizio della storia. Il trisnonno Edoardo VII salì al trono nel 1901 a quasi 60 anni, dopo che la madre, la regina Vittoria, aveva guidato il Paese e l’impero per 64 anni. La reputazione di amabile perdigiorno, privo di talento e con poche ambizioni - giudizio, a quanto pare, condiviso in primo luogo dalla stessa regina - non deponeva a favore del principe, sul quale nessuno avrebbe scommesso un penny. Eppure, quando morì, nove anni dopo, l’opinione generale nei suoi riguardi si era completamente ribaltata. Edoardo era riuscito infatti a “democratizzare” l’istituzione monarchica, rendendola più accessibile e vicina alla gente. E aveva smentito totalmente le fosche previsioni sulle sue capacità e le sue attitudini di regnante.

Mezzo secolo di apprendistato

Carlo è preparato probabilmente come nessun altro per il ruolo che adesso è chiamato a ricoprire. Il suo apprendistato è durato mezzo secolo. È l’erede al trono e principe di Galles più anziano che ci sia stato nella storia. Ed è anche il più atteso. Chi lo conosce, descrive un uomo più complicato, difficile e riservato di quanto la vulgata mediatica possa far trasparire. Si dice che sia conservatore, a tratti «tweed» (noioso) e persino un po’ snob, ma anche sinceramente interessato alla realtà e molto meno distaccato della madre dai grandi problemi del mondo. È nota, ad esempio, la sua quasi maniacale tendenza a prendere carta e penna e scrivere, con una grafia non proprio limpida, da «ragno nero», angosciate lettere a ministri e deputati sul futuro del pianeta.

Un approccio che potrebbe essere giudicato ammirevole, ma difficile da conciliare con un ruolo che richiede distacco e assoluta discrezione come prezzo della sopravvivenza. «Nessuno ha mai saputo cosa pensasse sua madre di niente - ha scritto il Sun - mentre tutti sanno cosa pensa Carlo praticamente di tutto». Un guaio, per molti analisti. Perché Elisabetta II, dentro la cupola di vetro della sua regale indifferenza, avrebbe potuto abbracciare ogni genere di cambiamento senza problema alcuno. Mentre la tela emotiva e intellettualmente impegnata che  distingue il modo di agire del nuovo re rischia di rendere tutto più difficile. C’è da dire anche che la popolarità di Carlo è stata a lungo condizionata dalla triste e tragica vicenda del matrimonio con Diana e soltanto negli ultimi anni si è un po’ rafforzata, grazie paradossalmente al lavoro di Camilla, la donna della sua vita.

I media inglesi sostengono quasi all’unisono che il re non è amato e nemmeno molto apprezzato, né particolarmente rispettato. Cosa che non lo aiuterà a conquistare i cuori dei sudditi, oggi forse più attratti dall’eventualità che il trono sia presto nelle mani di William (e della moglie Kate). Tuttavia, le prime mosse del sovrano sono state intelligenti e politicamente azzeccate. A partire dai discorsi pronunciati nei Parlamenti di Scozia e dell’Irlanda del Nord. Proprio a Belfast, nella terra più complicata da sempre tra quelle che compongono il Regno Unito, Carlo è stato capace di lasciare il segno con un importante messaggio di unità. «Assumo i miei nuovi doveri deciso a cercare il benessere di tutti gli abitanti dell’Irlanda del Nord», ha detto a Hillsborough Castle, di fronte alle autorità e ai rappresentanti di tutti i partiti locali e dopo aver ricevuto le condoglianze per la morte della madre dallo Speaker del Parlamento locale, Alex Maskey, ex pugile ed esponente del repubblicano Sinn Fein, nonché ex prigioniero politico.

Anche se non ha un ruolo politico esecutivo, Carlo potrà comunque impegnarsi per ricucire i rapporti tra unionisti e repubblicani, tuttora caratterizzati da forti tensioni (come dimostra lo stallo politico seguito alla vittoria elettorale dello Sinn Fein). Del resto, il re ha un passato di impegno per la riconciliazione: tutti ricordano quando, nel maggio 2015, strinse la mano a Gerry Adams, storico leader dello Sinn Fein e secondo in comando dell’IRA negli anni in cui, tra le vittime degli attentati di Belfast ci fu anche lord Mountbatten, amatissimo zio dell’attuale sovrano.

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