In Vallese

«Correzione del Rodano: se il lavoro fosse stato fatto...»

Franz Ruppen, direttore del Dipartimento del territorio, sui ritardi accumulati nella realizzazione della terza correzione del Rodano e sull’aumento degli eventi pericolosi
© Keystone/OLIVIER MAIRE
Paolo Galli
08.07.2024 18:15

Negli ultimi giorni, a seguito dei disastri in Vallese, si è parlato molto della terza correzione del Rodano, un progetto definito come «generazionale». A Franz Ruppen (UDC), direttore del Dipartimento del territorio vallesano, chiediamo come si spieghi il ritardo nello sviluppo di questo progetto. «Per quanto riguarda la misura Sierre-Chippis, a parte gli studi e le polemiche (si riferisce alle polemiche seguite alla decisione, annunciata nel mese di maggio, di rivedere l’intero progetto perché «sproporzionato», ndr), in 14 anni non è successo nulla. Gli obiettivi del progetto, così come sono stati definiti, sono molto difficili da raggiungere. Il Cantone non è riuscito a trovare una soluzione di fronte all’opposizione di vari soggetti interessati. Sono coinvolti diversi interessi, tra cui il sito contaminato, le ville Alcan e un ponte storico. Inoltre, il trasferimento del gasdotto e la compensazione per le superfici per l’avvicendamento delle culture non sono stati integrati. Ho preso in mano il progetto tre anni fa. Ora stiamo risolvendo la situazione».

Chippis, dice ancora lo stesso consigliere di Stato, «è emblematico dello stallo del progetto R3. Se il lavoro fosse stato fatto, nel 2024 non vedremmo le stesse immagini del 2000».

La terza correzione del Rodano mira a dare al fiume più spazio per proteggere l'area circostante dalle inondazioni. Sulla base di un'analisi, alla fine di maggio l'Esecutivo vallesano aveva per l'appunto annunciato che il piano proposto era «sproporzionato». «Si tratta di un progetto a cinque stelle che pone l'asticella in materia di sicurezza molto in alto», aveva dichiarato all'epoca il capo dell'Ufficio dei pericoli naturali del Vallese, Raphaël Mayoraz. Il Cantone aveva quindi ritenuto che il progetto fosse «troppo ambizioso».

Il Vallese, ricorda ancora Ruppen, da noi intervistato, è un cantone alpino che deve far fronte a molti rischi naturali. «Il Canton Vallese spende 8 volte di più rispetto alla media degli altri Cantoni per proteggere persone e beni dai rischi naturali. Di fronte ai cambiamenti climatici e all’aumento degli eventi, dobbiamo anche migliorare le misure organizzative, come auspicato dalla gestione integrata dei rischi».