Vallemaggia

Così il rifugio alpino Soveltra risorge dalle proprie ceneri

Grazie a volontari e artigiani della regione la capanna devastata otto anni fa da un furioso incendio è in piena fase di ricostruzione - Arturo Rothen: «L’obiettivo è ambizioso, ma contiamo di riaprirla nell’autunno del 2026»
© www.SAV-VALLEMAGGIA.ch
Spartaco De Bernardi
18.09.2025 06:00

Risorgere dalle proprie ceneri come l’Araba Fenice, mitico uccello simbolo della rinascita. È quanto sta accadendo al rifugio alpino Soveltra, di proprietà della Società alpinistica valmaggese (SAV), che il 2 ottobre 2017 venne devastato da un furioso incendio. A quasi otto anni di distanza da quel triste evento, i lavori di ricostruzione della capanna situata a 1.534 metri d’altitudine in Valle di Prato, in Lavizzara, sono entrati nel vivo ad inizio giugno con l’installazione del cantiere. «Immediatamente dopo l’incendio avevamo provveduto a mettere in sicurezza la capanna, proteggendola dalle intemperie», ricorda Arturo Rothen, presidente della SAV. Allora non si pensava che si sarebbero dovuti attendere poco meno di otto anni per poter dare il via alla ricostruzione. Tempi lunghi, anche a causa della vertenza giudiziaria, durante i quali il progetto di rinascita del rifugio alpino è stato affinato anche in considerazione delle mutate norme di legge.

Cantiere avviato in giugno

E, come detto, una volta cresciuta in giudicato la licenza edilizia rilasciata nel novembre del 2024 dal Comune di Lavizzara e trascorso l’inverno, lo scorso giugno il cantiere ha potuto finalmente partire. Le varie fasi dei lavori fin qui eseguiti sono riportate nel sito www.sav-vallemaggia.ch, sito attraverso il quale si può accedere anche a tutte le informazioni necessarie per partecipare alla raccolta fondi per finanziare la rinascita della capanna Soveltra. L’investimento preventivato ammonta a poco più di 1 milione di franchi. La somma è coperta nella misura della metà dall’assicurazione, che ha già provveduto a versare un acconto grazie al quale si sono potuti pagare i primi interventi. Per il restante mezzo milione la SAV fa affidamento sulle donazioni. «Oltre all’azione di crowdfunding, che è tuttora in corso, ci siamo rivolti a cento Comuni ticinesi e svizzeri con il moltiplicatore d’imposta inferiore al 100% chiedendo loro una sovvenzione. Ma non solo: abbiamo anche contattato fondazioni e multinazionali quotate in borsa, senza dimenticare il volantino inviato a tutti i fuochi della Vallemaggia».

Il tetto entro quest’inverno

Come detto, i lavori di ricostruzione sono in pieno svolgimento ed entro quest’inverno si conta di concludere la ricostruzione del tetto. «Magari non ancora con la posa delle piode, per le quali abbiamo ottenuto un sussidio dal Cantone di 40.000 franchi, ma di sicuro con la realizzazione dell’isolazione», aggiunge Rothen al quale chiediamo quando è prevista la riapertura del rifugio alpino che funge da punto di ristoro per gli escursionisti lungo i sentieri che collegano Vallemaggia, Leventina e Verzasca. «Tutto dipende dalla raccolta fondi. Abbiamo l’ambizioso obiettivo di poter riaprire la capanna Soveltra alla fine del mese di ottobre del prossimo anno. Con l’aiuto di tutti, dovremmo potercela fare», risponde il presidente della SAV, sottolineando come i lavori di ricostruzione siano stati affidati ad artigiani ed imprese della valle.

Una volta conclusi i lavori di ricostruzione la capanna Soveltra, come in passato, offrirà ospitalità di qualità continuando a testimoniare la presenza dell’uomo e a mantenere viva la memoria collettiva nelle montagne dell’alta Vallemaggia.

In questo articolo: