Bellinzona

«Così la Guardia svizzera parla ai giovani»

Sabato 20 settembre a palazzo Civico si terrà la giornata informativa sul reclutamento per avvicinare nuove leve al Corpo militare che protegge il Pontefice dal 1506 – Un evento che rappresenta una novità per il nostro cantone
Va garantito un ricambio continuo. © EPA/RICCARDO ANTIMIANI
Irene Solari
15.09.2025 20:15

Avvicinare i giovani a un ruolo di grande importanza storica come quello della Guardia svizzera pontificia che, dal 1506, protegge il Papa e la sua residenza. È quanto si ripromette di fare la giornata informativa sul reclutamento in programma sabato 20 settembre nella Sala patriziale di Palazzo Civico a Bellinzona. Una novità in Ticino che segna una tappa significativa nella vicinanza tra il Corpo militare e la popolazione. L’evento, previsto dalle 9 alle 15, è infatti rivolto a tutti ragazzi ticinesi, soprattutto dai 12 ai 19 anni - come ai loro accompagnatori, amici e parenti -, che vogliono scoprire il lavoro delle Guardie. La giornata è aperta a tutti con entrata libera e senza il bisogno di iscriversi. Non solo. Ad informare e a rispondere alle domande ci saranno proprio due giovani rappresentanti della Guardia pontificia in servizio a Roma, che saranno presenti per l’occasione vestendo l’uniforme ufficiale. «Ed è una cosa che non capita tutti i giorni: serve un permesso speciale per poterla indossare al di fuori del Vaticano», spiega il capitano Christian Kühne capo del personale e della comunicazione della Guardia svizzera pontificia, presente alla conferenza stampa tenutasi oggi a Palazzo Civico insieme al caporale e portavoce Eliah Cinotti. Incontro durante il quale sono stati presentati tutti i dettagli e gli obiettivi dell’evento.

Le sfide attuali

Un punto fondamentale per le Guardie svizzere è infatti quello del reclutamento, che pone diverse sfide: «Abbiamo bisogno di un numero di effettivi di 135-140 unità, ma il nostro è un sistema particolare», rileva Kühne. «Dobbiamo infatti garantire un ricambio continuo e ciclico che segue i ritmi legati alla durata dell’impiego nel Corpo, il quale prevede un cambio dopo 27 mesi per diverse unità. E terminato un ciclo ne inizia subito un altro. Il reclutamento dei giovani per noi non rappresenta solo una necessità ma un’opportunità per portare innovazione, dinamismo e nuove competenze all’interno della Guardia pontificia. Per questo siamo alla ricerca di candidati e vogliamo risvegliare l’interesse nei ragazzi». Interesse che non manca, come evidenzia Cinotti, anche per quanto riguarda la Generazione Z (i nati tra il 1995 e il 2010): «Questo ruolo risponde infatti alle loro aspettative ed è molto stimolante». Importante, in tal senso, l’apporto del nostro cantone: «Di tutto il Corpo i ticinesi rappresentano il 10%, un buon numero». Inoltre, una parte della formazione (scuola reclute) avviene a Isone.