Credit Suisse: perdita 2022 colossale, ma i dirigenti sono ottimisti

Credit Suisse (CS) archivia una perdita colossale nel 2022 - la più elevata dalla crisi finanziaria - ma secondo la dirigenza della banca negli ultimi mesi il timone è stato raddrizzato e si stanno facendo passi avanti nella ristrutturazione. Meno convinti sono apparsi gli investitori: in borsa il titolo è arrivato a perdere oltre il 10%.
La perdita messa a bilancio ammonta a 7,3 miliardi di franchi, a fronte del rosso di 1,6 miliardi subito l'anno scorso sulla scia delle disavventure che rispondono ai nomi di Greensill e Archegos. Per ritrovare un rosso tanto intenso bisogna risalire al 2008, quando CS perse 8,2 miliardi: ma allora tutti gli istituti di credito si trovarono in difficoltà, mentre ora la situazione è ben diversa: basti pensare che UBS l'anno scorso ha realizzato utile di 7,6 miliardi.
Credit Suisse ha invece inanellato cinque trimestri negativi consecutivi: l'ultimo, il periodo ottobre-dicembre 2022, si è chiuso con un disavanzo netto di 1,4 miliardi. A dir la verità gli analisti avevano anche previsto queste cifre, ma a preoccupare particolarmente sono stati i deflussi netti, che hanno raggiunto 110,5 miliardi nel quarto trimestre: 86 miliardi nelle sole prime due settimane di ottobre, quando era scattato un fuggi-fuggi dopo che sui media sociali erano circolati dubbi riguardo alla solidità della banca. Alla fine di dicembre l'istituto amministrava 1294 miliardi, a fronte dei 1614 miliardi di dodici mesi prima: sul calo ha inciso anche l'evoluzione negativa dei mercati finanziari.
E anche il 2023 non si annuncia tutto in discesa: la ristrutturazione e l'abbandono di una parte dell'investment banking comporteranno ingenti costi, ciò che causerà una notevole perdita ante-imposta, mette in guardia l'istituto. Un aspetto importante della ristrutturazione è costituito dallo scorporo delle attività di banca d'affari nell'entità Credit Suisse First Boston (CSFB). In questo contesto il gruppo ha annunciato che rileva - al prezzo di 175 milioni di dollari (161 milioni di franchi) - le attività di investment banking della società newyorkese M. Klein & Company (MK&C).
Le cose quindi si muovono e CS sta facendo «ottimi progressi» nell'implementazione della nuova strategia. «Il 2022 è stato un anno cruciale per Credit Suisse», afferma il Ceo Ulrich Körner, citato in un comunicato. «Abbiamo portato avanti il nostro piano strategico per creare una banca più chiaramente focalizzata e allineata alle esigenze dei clienti. Da ottobre la messa in pratica del progetto sta procedendo rapidamente».
Nel quarto trimestre l'impresa ha tagliato del 4% gli effettivi, nel quadro di un'iniziativa volta a cancellare in totale 9000 impieghi, in modo di ridurre l'organico a 43'000 posti entro il 2025. Nel 2023 i costi saranno compressi di 1,2 miliardi, nel 2025 di 2,5 miliardi: l'obiettivo è passare da una base di oneri di 16,2 miliardi nel 2022 a una di 14,5 miliardi nel 2025. Nel 2024 la banca dovrebbe tornare a essere redditizia, secondo Körner. Intanto un primo segnale positivo arriva dagli afflussi di denaro dei clienti, che sono stati positivi in gennaio.
Nel frattempo i dipendenti di Credit Suisse riceveranno bonus significativamente più bassi per l'anno scorso: il loro ammontare complessivo è stato ridotto del 50%, ha indicato oggi il responsabile delle finanze del gruppo Dixit Joshi. I membri della direzione dovranno completamente rinunciare alle componenti variabili della remunerazione.
Malgrado la voragine apertasi nei conti nell'esercizio 2022 agli azionisti sarà però proposto un dividendo di 5 centesimi, dopo i 10 centesimi per l'anno prima. Questo non è stato però sufficiente per avere una buona reazione in borsa: stamane il titolo CS ha aperto in netto ribasso e nel corso della mattinata è arrivato a perdere sino all'11%, con con l'azione che dopo le 11.00 è scesa sotto la soglia psicologica dei 3 franchi, toccando un minimo di giornata a 2,87 franchi, non più molto lontano dal corso più basso di sempre di 2,65 franchi registrato nel dicembre scorso. Nel pomeriggio l'azione ha poi recuperato qualcosa, veleggiando appena sopra i 3 franchi, con una flessione del 7% rispetto a ieri. La performance dall'inizio del 2022 è ancora buona, pari al +17%. Da dimenticare è però l'andamento del corso se si considera un periodo di tempo di un anno: in tal caso il valore ha perso il 63%.
Credit Suisse - l'attuale ragione sociale del gruppo risale al 1997 - è stato a lungo un simbolo della Svizzera moderna: la banca venne infatti fondata nel 1856 a Zurigo quale Schweizerische Kreditanstalt (Credito Svizzero, CS) da Alfred Escher (1819-1882), l'imprenditore che come noto ebbe un ruolo di primissimo piano anche nella costituzione di altri pilastri epocali elvetici quali il Politecnico federale e la ferrovia del San Gottardo. Oggi è in pratica in mani straniere: l'azionista principale è diventata Saudi National Bank, la principale banca saudita.