Croci-Torti: «Piedi per terra, ma dobbiamo essere ambiziosi»

Le vittorie, anche quelle più importanti, non sempre sono belle. E questo è proprio uno di quei casi. Pur difendendosi con ordine, il Lugano ha faticato, a tratti maledettamente, a rendersi pericoloso. Eppure, quasi allo scadere, è stata un’azione ragionata e davvero ben eseguita a mandare in estasi la compagine di Croci-Torti. E a vestire i panni del protagonista al Letzigrund è stato, forse in maniera inattesa, Kevin Behrens.
Pochissime occasioni
In seguito al successo casalingo contro il Servette, il Crus ha confermato la formazione, togliendo solamente una mezzala - Belhadj, a causa della Coppa d’Africa - per inserire Dos Santos. Il 4-3-3 visto a Cornaredo è dunque divenuto un 4-2-3-1 teoricamente più offensivo. A dire il vero, però, così non è stato.
Sin dalle prime battute i bianconeri sono apparsi poco pericolosi e le uniche possibilità costruite nel primo tempo sono giunte tramite delle palle ferme, dove Papadopoulos si è, una volta di più, dimostrato assai minaccioso. Anche lo Zurigo, invero, ha creato poco, a eccezione di un tiro di Phaëton - letto male da Saipi - che è andato a sbattere sul palo alla destra dell’estremo difensore bianconero. La ripresa - iniziata senza Mai, infortunato e pure squalificato in vista della sfida di domenica al cospetto dell’YB - non è stata molto diversa. Il Lugano, tuttavia, ha avuto il merito di provarci maggiormente. Brecher ha sfoderato un grande intervento su Behrens al 71’, mentre nulla ha potuto 20’ dopo sul tocco da sotto misura dello stesso tedesco.
«Mai facile vincere qui»
«Devo essere sincero - ha ammesso Croci-Torti - avremmo accolto positivamente anche un pareggio per 0-0. Per noi - e lo confermano i risultati degli ultimi anni - vincere al Letzigrund è molto complicato. È stata una partita estremamente equilibrata, questa, dove noi abbiamo mantenuto il possesso palla mentre loro hanno giocato più verticalmente e nei primi 45’ si sono resi più pericolosi». Il tecnico momò, comunque, ha apprezzato l’attitudine dei suoi uomini. «Da parte nostra c’è stata più disciplina che qualità. Quest’ultima, però, è subentrata al momento giusto, nell’azione del gol decisivo». Questi tre punti, pesanti, mandano il Lugano al quarto posto in classifica. «Siamo una buona squadra che dev’essere ambiziosa e vuole giocarsi i primi posti. Tuttavia - ha chiosato - dobbiamo mantenere i piedi per terra».


