Crollo in Borsa per la banca che salvò la Signature Bank

Per un momento a Wall Street si è pensato al peggio, mercoledì, quando la New York Community Bank (NYCB), istituto regionale che opera prevalentemente nell’omonimo Stato nordamericano, ha visto crollare il valore del titolo in Borsa del 45% in una sola seduta.
L’evento ha fatto tornare alla mente la vicenda dei fallimenti quasi simultanei di tre banche regionali – le californiane Silicon Valley e Silvergate e la newyorkese Signature – avvenuti agli inizi di marzo dell’anno scorso. Allora si temette un contagio nel settore bancario globale, che poi non si avverrò (il fallimento di Credit Suisse ebbe altra origine, com’è noto) grazie al salvataggio a opera di una cordata di grandi banche quali Bank of America, Citigroup, JPMorgan, e Goldman Sachs.
A scatenare il «panico» la pubblicazione dei conti annuali della NYCB che presentano una perdita di 185 milioni di dollari, dovuta sostanzialmente a un maxi-accantonamento effettuato per coprire due prestiti in sofferenza. Fino a poco tempo fa l’evento sarebbe passato quasi inosservato, se non fosse che la NYCB, nel marzo 2023, aveva rilevato una parte dei depositi della Signature Bank, gonfiando il suo bilancio oltre la soglia regolamentare di 100 miliardi di dollari e facendo scattare quindi le rigide regole sul capitale e sulla liquidità. In pratica, la NYCB ha dovuto tagliare fortemente il dividendo per mantenere la liquidità e rientrare nei parametri di legge. Ma c’è dell’altro.
A destare preoccupazione nel settore delle banche regionali, oggi come a inizio 2023, c’è infatti il modello d’affari «savings & loans» (depositi e prestiti), sensibile al contesto di tassi d’interesse elevati - una situazione che dovrebbe rimanere tale più a lungo del previsto, stando perlomeno alla decisione di mercoledì della Federal Reserve di lasciare i tassi di riferimento sull’attuale livello di 5,25-5,50%.
Se da un lato i tassi elevati consentono alle banche di guadagnare di più sui prestiti, dall’altro li costringono a pagare di più per trattenere i depositi, comprimendo così il margine di interesse. Alla NYCB, infatti, nel 2023 il margine è calato del 16%, un effetto registrato anche da molte altre banche regionali. Le prospettive di minore redditività di queste banche ha così portato al calo del KBW Regional Banking Index, che questa settimana ha ceduto oltre l’8%.