News
La diretta

«Da Israele nessuna prova sui legami tra l'UNRWA e Hamas»

È quanto emerge da un'indagine indipendente guidata dall'ex ministro degli Esteri francese Catherine Colonna – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
LIVE
«Da Israele nessuna prova sui legami tra l'UNRWA e Hamas»
Red. Online
22.04.2024 06:00
23:41
23:41
Harvard sospende la Commissione di solidarietà palestinese

L'università di Harvard ha deciso di sospendere il suondergraduate Palestine Solidarity Committee. Lo ha annunciato il gruppo in un post su Instagram secondo quanto riportato dall'Harvard Crimson, il giornale del prestigioso college.

La misura è stata decisa nel mezzo di un'ondata di manifestazioni studentesche filo-palestinesi in tutti gli Stati Uniti da Columbia e Yale fino a Berkeley, in California.

23:04
23:04
«Non vogliamo l'evacuazione dei civili a Rafah, a meno che non tornino a casa»

Gli Stati Uniti non vogliono l'evacuazione dei civili a Rafah a meno che «non sia per fare ritorno a casa». Lo ha detto il portavoce del dipartimento di Stato americano Matthew Miller in un briefing con la stampa. «Non pensiamo che esista un modo efficace per evacuare 1,4 milioni di palestinesi. Non c'è modo di condurre un'operazione a Rafah che non provochi danni eccessivi ai civili e non ostacoli gravemente la fornitura di assistenza umanitaria», ha detto il funzionario ribadendo un concetto che l'amministrazione Biden ha espresso in più di un'occasione.

22:08
22:08
«Le fosse comuni a Khan Yunis sono vergognose»

In risposta alla scoperta di fosse comuni in uno dei complessi sanitari di Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza, il ministero degli Esteri egiziano ha diffuso una nota in cui definisce «deplorevole e vergognoso che il diritto internazionale e i valori umani continuino ad essere così gravemente violati nel 21. secolo».

Il portavoce del ministero ha quindi condannato le «ripetute violazioni da parte di Israele del diritto internazionale e del diritto internazionale umanitario nella Striscia di Gaza, che colpiscono civili disarmati, sfollati interni e personale medico, ribadendo la necessità di un intervento immediato da parte della comunità internazionale per porre fine a tali violazioni. e svolgere le indagini necessarie per ritenere gli autori responsabili delle loro azioni.

Ha aggiunto che »gli omicidi, le distruzioni e le violenze a cui si è assistito nelle ultime settimane in Cisgiordania non sono stati meno brutali e pericolosi e aggravano ulteriormente la crisi e minacciano di far esplodere la situazione a tutti i livelli dei territori palestinesi occupati«.

L'Egitto chiede di »porre immediatamente fine alle violenze e agli attacchi compiuti dai coloni sotto la protezione delle forze israeliane contro i civili palestinesi, le loro proprietà e le loro case in Cisgiordania«.

20:53
20:53
Telefonata tra Blinken e il premier del Bahrein

Il segretario di Stato Antony Blinken ha parlato oggi con il principe ereditario e primo ministro del Bahrein Salman bin Hamad Al Khalifa. I due, informa il dipartimento di Stato, hanno discusso della situazione in Medio Oriente e hanno rafforzato il loro impegno comune per prevenire la diffusione del conflitto regionale.

Blinken «ha espresso apprezzamento per il contributo del Bahrein alla sicurezza marittima».

Intanto, gli Stati Uniti stanno esaminando le accuse di violazioni dei diritti umani da parte di Israele nelle sue operazioni contro Hamas a Gaza. Lo ha detto il segretario di stato americano Antony Blinken presentando il rapporto annuale sui diritti umani del Dipartimento di Stato.

Blinken ha negato che gli Usa abbiano un doppio standard quando si tratta di Israele e dei diritti umani. «Abbiamo un doppio standard? La risposta è no», ha assicurato.

20:17
20:17
Israele: «Il rapporto sull'UNRWA ignora la gravità del problema»

Il ministero degli Esteri israeliano afferma che il rapporto commissionato dall'Onu sulle attività dell'Unrwa, l'agenzia delle Nazioni Unite peri profughi palestinesi, «ignora la gravità del problema e offre soluzioni che non affrontano l'enorme portata dell'infiltrazione di Hamas nell'Unrwa a Gaza.

Questo non è un esame reale e approfondito», ma «sembra voler aggirare il problema e non chiamarlo con il suo nome». Secondo il ministero israeliano «l'Unrwa non può essere parte della soluzione a Gaza, né ora, né in futuro».

19:46
19:46
Netanyahu: «Un pensiero agli ostaggi prigionieri di Hamas»

Il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu ricorda gli ostaggi ancora in mano ad Hamas in un messaggio prima della festività pasquale.

«Mentre ci riuniamo attorno al tavolo del Seder per commemorare e celebrare il nostro viaggio dalla schiavitù alla libertà, i nostri cuori sono pesanti per la difficile situazione dei 133 israeliani che rimangono prigionieri nei tunnel del terrore di Hamas», scrive il premier israeliano in un post su X.

Intanto, il portavoce delle forze armate israeliane (Idf) ha annunciato che «aerei da combattimento dell'aeronautica militare hanno attaccato» nel pomeriggio «un'infrastruttura terroristica di Hezbollah nel sud del Libano». Poco prima erano stati «attaccati due edifici militari ad Arzon e Al-Adaisa, dove operavano i terroristi dell'organizzazione».

Lo stesso portavoce ha poi confermato che alcuni missili sono stati lanciati nel tardo pomeriggio dal sud del Libano verso l'Alta Galilea: «sono stati rilevati circa 35 lanci di missili che hanno attraversato il territorio del Libano fino all'insediamento di Ein Zeitim, senza causare vittime», ha precisato. Lo riporta Ynet.

19:04
19:04
«Da Israele nessuna prova su legami tra l'UNRWA e Hamas»

Israele «deve ancora fornire prove a sostegno» delle sue affermazioni secondo cui dipendenti dell'agenzia di soccorso delle Nazioni Unite Unrwa sono membri di organizzazioni terroristiche, ha affermato l'indagine indipendente guidata dall'ex ministro degli Esteri francese Catherine Colonna.

Tuttavia, l'agenzia Onu per i rifugiati palestinesi, si spiega ancora nel rapporto, ha «problemi persistenti di neutralità politica», ma Israele deve ancora fornire le «prove» che i suoi membri siano legati a «organizzazioni terroristiche».

Il dossier, commissionato dalle Nazioni Unite sulla scia delle accuse israeliane e redatto con tre organizzazioni di ricerca scandinave, ha rilevato che l'Unrwa aveva regolarmente fornito a Israele elenchi dei suoi dipendenti da sottoporre a controllo. Le accuse israeliane sul coinvolgimento del personale Unrwa nell'attacco di Hamas contro Israele del 7 ottobre hanno portato i principali donatori a gennaio a tagliare i loro finanziamenti all'agenzia, anche se la maggior parte dei paesi li ha ripresi nelle ultime settimane.

Nella valutazione più dettagliata inviata dai tre organismi di ricerca (l'Istituto Raoul Wallenberg per i diritti umani e il diritto umanitario con sede in Svezia, l'Istituto norvegese Chr Michelsen e l'Istituto danese per i diritti umani) si afferma che «le autorità israeliane fino ad oggi non hanno fornito alcuna prova a sostegno delle loro accuse né hanno risposto alle lettere dell'Unrwa a marzo, e di nuovo ad aprile, in cui si richiedevano i nomi e le prove che avrebbero consentito all'Unrwa di aprire un'indagine».

L'analisi di Colonna suggerisce una serie di modi in cui le garanzie di neutralità per gli oltre 32'000 dipendenti dell'Unrwa potrebbero essere migliorate, come ad esempio ampliando la capacità del servizio di supervisione interna e fornendo maggiore formazione in presenza e maggiore sostegno da parte dei paesi donatori. Ma nota che comunque sono già più rigorose della maggior parte delle altre istituzioni comparabili.

Secondo il rapporto, l'Unrwa è «insostituibile e indispensabile» per i palestinesi di tutta la regione, e in molti la vedono come «un'ancora di salvezza umanitaria».

«In assenza di una soluzione politica tra Israele e palestinesi, l'Unrwa rimane fondamentale nel fornire aiuti umanitari salvavita e servizi sociali essenziali, in particolare nel campo della sanità e dell'istruzione, ai rifugiati palestinesi a Gaza, Giordania, Libano, Siria e Cisgiordania», si legge nel rapporto, presentato da Colonna all'Onu.

18:20
18:20
Macron a Netanyahu: «Potenziare le misure contro le azioni dell'Iran»

Il presidente francese, Emmanuel Macron, nel corso di un colloquio telefonico con il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, ha detto di voler ''evitare'' una ''deflagrazione'' del Medio Oriente e ha ribadito la propria «determinazione a potenziare le misure per fronteggiare le azioni destabilizzatrici dell'Iran»: è quanto riferisce in una nota l'Eliseo, aggiungendo che per Macron l'attacco iraniano contro Israele nella notte tra il 13 e il 14 aprile «fa pesare il rischio di una escalation militare generale».

Macron ha poi assicurato che «la Francia è disposta a lavorare con i partner per evitare questa deflagrazione» ed ha «invitato tutte le parti ad esercitare la più grande moderazione».

17:41
17:41
Borrell: «A Gaza nessun progresso significativo»

«A Gaza non ci sono progressi significativi sul rilascio degli ostaggi, sulla tregua immediata e sull'accesso di aiuti umanitari: la catastrofe per il popolo palestinese continua». Lo ha detto l'alto rappresentante UE Josep Borrell al termine del consiglio Esteri-Difesa.

Quest'ultimo si è anche espresso sul conflitto in Ucraina. «Sono grato che certi Stati membri hanno dato disponibilità a misure concrete sulle munizioni e la difesa aerea per l'Ucraina, nel quadro delle iniziative della Germania e della Repubblica ceca, ma sono azioni che vanno coordinate».

17:04
17:04
Erdogan chiede «moderazione» all'Iran e a Israele

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha invitato Iran e Israele ad evitare passi che possono aumentare la tensione nella regione, dopo i recenti scontri.

«Gli sviluppi tra Iran e Israele aumentano il rischio che la guerra possa aumentare la sua portata e nello stesso tempo gettano un'ombra sul massacro in Palestina. Anche i nostri fratelli e le nostre sorelle in Iraq sono colpiti negativamente da queste tensioni, quindi chiediamo a tutte le parti rilevanti di evitare passi che possono alzare la tensione», ha detto Erdogan durante una conferenza stampa congiunta con il premier iracheno Shia Al Sudani a Baghdad, trasmessa dalla tv di Stato turca Trt.

16:15
16:15
Protesta a Yale, arrestati diversi studenti pro-palestinesi

Una quarantina di manifestanti pro-palestinesi sono stati arrestati durante una protesta a Yale. Lo ha reso noto la polizia del campus. Gli studenti, che avevano istallato tende nella Beinecke Plaza, erano stati avvertiti due volte di disperdere la manifestazione, la prima volta ieri prima di mezzanotte e poi stamattina all'alba.

Le tensioni nei campus americani sono alte dopo l'attacco del 7 ottobre di Hamas contro Israele e la successiva guerra a Gaza. Alla Columbia University, dove la scorsa settimana la presidente Minouche Shafik ha chiamato la polizia per sgomberare una manifestazione, tutte le classi oggi si sono svolte in forma virtuale in vista dell'inizio stasera delle celebrazioni per la Pasqua ebraica.

Intanto, sulla scia delle proteste pro-palestinesi (e degli arresti dei giorni scorsi sul campus dell'ateneo Ivy League) la Columbia University ha deciso di tenere tutte le lezioni della giornata in forma virtuale.

Le manifestazioni sono continuate nel fine settimana nonostante l'intervento delle forze dell'ordine e l'attenzione ricevuta a livello cittadino e nazionale mentre sono cresciute le preoccupazioni per la sicurezza degli studenti ebrei in vista della festa di Passover, la Pasqua ebraica, che comincia stasera.

«È necessario un reset», ha detto, in una lettera alla comunità di Columbia, la presidente Minouche Shafik che venerdì aveva ricevuto la sfiducia di un gruppo di professori per aver chiamato la polizia. La Shafik, che mercoledì scorso aveva testimoniato in Congresso sull'antisemitismo nelle università d'élite, ha invitato gli studenti a non recarsi sul campus se non risiedono nei dormitori entro i cancelli di Columbia.

Giovedì oltre cento studenti sono stati arrestati dopo che la polizia, chiamata dalla Shafik, aveva sgomberato le tende montate davanti alla storica Butler Library. Ieri la Casa Bianca aveva condannato gli appelli alla violenza e alla «intimidazione fisica contro gli studenti ebrei e la comunità ebraica» di Columbia, reagendo alla comparsa sui social di un video in cui attivisti pro-palestinesi minacciavano studenti ebrei con lo slogan «il 7 ottobre sarà ogni giorno per voi». E sempre ieri, Elie Buechler, un rabbino che lavora con Columbia, aveva esortato centinaia a lasciare il campus «perché l'ateneo non aveva garantito la loro sicurezza».

Per prevenire arresti di manifestanti come quelli alla Columbia University giovedì scorso e oggi a Yale, anche Harvard ha ristretto l'ingresso al campus da oggi a venerdì pomeriggio. La decisione, di cui dà notizia l'Harvard Crimson - è stata presa in vista di possibili proteste di solidarietà con gli allievi di altri atenei finiti in manette per aver dimostrato per la causa palestinese.

Secondo l'Harvard Crimson, i leader di Harvard vogliono evitare scene come quelle della Columbia dove la scorsa settimana oltre cento studenti sono stati arrestati per aver partecipato all'occupazione del campus. Un annuncio affisso agli ingresso dell'Harvard Yard (dove usualmente l'accesso è libero al pubblico) minaccia misure disciplinari contro studenti di Harvard o loro amici che portino sul campus strutture non autorizzate come tavoli o tende o blocchino l'accesso agli edifici.

12:23
12:23
Wfp: «Dopo 170 giorni riaprono 4 panetterie nel nord di Gaza»

Dopo 170 giorni quattro panifici nel nord di Gaza hanno riaperto. Lo rende noto Wfp (World Food Program) sottolineando, in un post su X, che sono stati distribuiti carburante e farina di frumento.

La settimana scorsa, il sindacato dei fornai di Gaza ha affermato che prima dell'inizio del conflitto operavano 140 panifici nell'area, una delle principali fonti di cibo nella Striscia.

A sei mesi dall'inizio della guerra, quasi tutte le panetterie nel nord di Gaza - ricorda Sky News - avevano chiuso dopo essere state bombardate o distrutte.

09:47
09:47
Il capo dell'intelligence militare israeliana si dimette

Aharon Haliva, il generale al comando della direzione dell'intelligence militare israeliana il 7 ottobre, si è dimesso per il fallimento dell'esercito nel prevenire l'attacco nel sud di Israele compiuto da Hamas quel giorno. Lo riportano i media israeliani.

Haliva aveva già indicato che si sarebbe dimesso una volta conclusa la guerra, e sembra destinato a rimanere nel ruolo fino alla nomina di un sostituto. Il quotidiano Ynet ha pubblicato un'immagine della sua lettera di dimissioni.

Il generale aveva già descritto gli eventi del 7 ottobre come «un fallimento dell'intelligence militare».

Intanto, anche il capo del comando centrale Yehuda Fuchs ha comunicato al capo di stato maggiore dell'Idf le proprie dimissioni, sottolineando che lascerà l'incarico ad agosto, senza precisare i motivi della sua decisione. Lo riporta Haaretz ricordando che Fuchs è il secondo generale di divisione ad annunciare oggi le proprie dimissioni dopo quelle del capo dell'intelligence Aharon Haliva arrivate questa mattina.

Nel frattempo le truppe israeliane sono rientrate nella parte orientale di Khan Younis con un raid a sorpresa, hanno riferito oggi i residenti, mettendo in fuga le persone che erano tornate nelle case abbandonate tra le rovine della principale città del sud della Striscia di Gaza. Lo scrive Reuters online.

In vista dell'offensiva a Rafah, Israele si sta preparando a spostare i civili a Khan Yunis e in altre aree dove prevede di allestire tende-ricovero, centri di distribuzione alimentare e strutture mediche come ospedali da campo. Lo hanno riferito funzionari egiziani al Wall Street Journal.

Secondo le fonti, l'operazione di evacuazione durerà due o tre settimane in coordinamento con Stati Uniti, Egitto e altri Paesi arabi come gli Emirati Arabi Uniti. Israele intende spostare gradualmente le forze a Rafah e concentrarsi sulle aree in cui ritiene si nascondano leader e terroristi di Hamas.

Intanto, «trenta razzi lanciati dal Libano sull'Alta Galilea» nel nord di Israele «sono caduti in aree aperte e non hanno causato danni né tanto meno delle vittime». Lo scrive il media israeliano Ynet.

Inoltre, centinaia di persone stanno protestando a Cesarea alla vigilia della Pasqua ebraica, con l'intenzione di commemorare la festività con la cena di «Seder di protesta» davanti alla residenza del primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu. Lo scrive Haaretz. Tra i manifestanti anche i familiari degli ostaggi a Gaza.

09:39
09:39
Auto contro pedoni a Gerusalemme, tre feriti lievi

Tre persone sono state leggermente ferite quando un'auto ha investito un gruppo di pedoni a Gerusalemme, sulla via Techelet Mordechai.

Secondo la polizia, citata da Haaretz, due assalitori sono usciti dalla macchina, imbracciando un'arma, che però si è apparentemente inceppata. Si sono quindi dati alla fuga, salvo essere arrestati poco dopo, mentre tentavano di nascondersi in un negozio.

La polizia ha affermato che si tratta di un «attacco terroristico».

07:31
07:31
Razzi dall'Iraq verso una base della coalizione guidata dagli USA in Siria

Diversi razzi sono stati lanciati dal nord dell'Iraq in direzione di una base della coalizione internazionale anti-jihadista a guida Usa in Siria: lo affermano le forze di sicurezza irachene, dicendo di aver ritrovato il veicolo usato per il lancio, aggiungendo che «una vasta operazione» per rintracciare i responsabili e di ispezione è stata avviata nella provincia di Ninive.

Si tratta del primo attacco di una qualche consistenza diretto contro le truppe della coalizione internazionale, anche se diversi droni e razzi sono stati diretti contro soldati americani in Medio Oriente durante gli ultimi mesi.

Quest'inverno le fazioni armate filoiraniane hanno effettuato decine di attacchi missilistici e di droni contro i soldati americani dispiegati nella regione Medio Oriente, sullo sfondo della guerra nella Striscia di Gaza tra Israele il movimento palestinese Hamas.

Dalla provincia di Ninive, nel nord dell'Iraq al confine con la Siria, «elementi fuorilegge hanno colpito con razzi una base della coalizione internazionale nel cuore del territorio siriano intorno alle 21.50» (le 22.50 in Svizzera), hanno annunciato le forze di sicurezza irachene in un comunicato stampa. È stata avviata una «vasta operazione di ricerca e ispezione» per individuare gli autori dei lanci, si legge nel comunicato in cui si specifica che la polizia ha dato fuoco al veicolo rinvenuto. Un funzionario della provincia di Ninive ha confermato che «gli attacchi missilistici» sono stati effettuati da un'area a nord di Mosul, nel distretto di Zummar.

L'Osservatorio siriano per i diritti umani (Osdh) ha riferito di «diversi razzi lanciati dal territorio iracheno verso la base di Kharab al-Jir» che ospita «forze americane» nel nordest della Siria.

06:00
06:00
Il punto alle 6.00

Il segretario di Stato americano Antony Blinken ha parlato ieri con i ministri israeliani Benny Gantz del Gabinetto di guerra e Yoav Gallant della Difesa. Lo rende noto il portavoce del Dipartimento di Stato americano Matthew Miller in un comunicato pubblicato sul sito web del ministero USA. Blinken «ha sottolineato l'impegno degli Stati Uniti e gli sforzi per la sicurezza di Israele e ha discusso le misure per aumentare gli aiuti umanitari salvavita ai civili palestinesi a Gaza, la necessità di un cessate il fuoco immediato che assicuri il rilascio degli ostaggi e ulteriori misure per ridurre al minimo i danni ai civili», afferma la nota aggiungendo che con Gantz e Gallant «hanno anche parlato degli sforzi per garantire che il conflitto non si estenda» e della «importanza delle misure per allentare le tensioni nella regione».

Sul fronte bellico, infine, Hezbollah afferma di aver abbattuto un drone militare israeliano nel sud del Libano; lo riporta il Times of Israel. Luogo dell’abbattimento sarebbe la città di Aaichiyeh. L'esercito israeliano non ha però commentato l'incidente.

Sempre il Times of Israel scrive poi che almeno cinque razzi sono stati lanciati dalla città irachena di Zummar verso una base militare americana nel nord-est della Siria. La formazione sciita filoiraniana in Iraq, Kataib Hezhollah, ha poi dichiarato che l’attacco «è solo l’inizio».