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Da Los Angeles a Caslano, passando per la Milano Fashion Week: «I sogni diventano realtà»

Grande successo per la prima di Rhuigi Villaseñor, che riporta Bally alla settimana della moda milanese dopo quasi 20 anni - VIDEO
©CdT
Mattia Sacchi
25.09.2022 14:14

Ecdysis. Tradotto in italiano, Ecdisi. Dal greco antico: uscita, privazione. In biologia, secondo la Treccani, il processo di perdita e di riformazione dello strato superficiale del tegumento, che si verifica in varî gruppi di animali. Non è quindi solo il nome di una sfilata, ma una vera e propria filosofia quella che Bally ha portato alla Fashion Week di Milano. Una «rigenerazione», dopo quasi 20 anni di assenza dalle passerelle milanesi, della casa di moda con sede a Caslano. Il viaggio dal Ticino a Milano ha presentato però una tappa tanto inaspettata quanto significativa per il brand: Los Angeles. È da lì infatti che arriva Rhuigi Villaseñor, tra i nomi più importanti al mondo nello streetwear grazie al marchio Rhude, di cui è fondatore e CEO, nonché dallo scorso gennaio direttore creativo di Bally.

Villaseñor ha sorpreso tutto il folto pubblico, presente sabato sera alla Fabbrica del Vapore di Milano, rivisitando elementi della tradizione svizzera con la sua visione moderna e multiculturale: non contrasti quindi, ma armonie tra lusso e semplicità, con abiti raffinati che possono essere utilizzati nella vita di tutti i giorni. «Sono stato ispirato dal lavoro di ricerca negli archivi ticinesi di Bally - commenta entusiasta il creativo di origini filippine -, dove ho potuto constatare come, sin dal lontano 1851, si sia sempre cercata l'innovazione senza però mai dimenticare le proprie tradizioni. Per questo ho cercato di affrontare Bally e la sua storia allo stesso modo con cui ci si prende cura di una meravigliosa Ferrari d'epoca, portando qualche piccola miglioria tecnica ma senza snaturare la sua essenza».

«Nella moda come nella nostra quotidianità - prosegue Villaseñor - la bellezza è sempre legata al senso del luogo e dell'identità: le idee e gesti che possiamo capire e con cui connetterci a livello personale. Quando ho scoperto l'universo di Bally, mi era chiaro che la mia energia e il mio punto di vista sarebbe il catalizzatore di una rinascita, a due decenni dall'ultima sfilata. Mettendo l'artigianato svizzero e l'arte di vivere europea in armonia con la mia storia americana. Proprio come un'ecdisi, la mia collezione vuole essere un reset e una celebrazione del lusso radicale».

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