Solidarietà

Dall’inferno di Mariupol ad Astano: l’ex albergo per ospitare gli orfani

Tre fondazioni sono impegnate a portare in Ticino gli ospiti di un orfanotrofio della città simbolo della guerra – I proprietari hanno messo a disposizione l’immobile gratuitamente e anche artigiani e architetti lavorano senza chiedere un compenso
John Robbiani
15.04.2022 06:00

Sono scappati dall’inferno di Mariupol e hanno trovato provvisoriamente rifugio in Polonia. Ma presto potrebbero arrivare in Ticino. Ad Astano. Stiamo parlando dei bimbi di un orfanotrofio che, con i loro educatori, sono riusciti a lasciare la città simbolo della distruzione e dei massacri causati da quella che i russi chiamano «operazione militare speciale in Ucraina», lanciata il 24 febbraio. Orfani che ora, appunto, potrebbero trovare una sistemazione all’ex Ostello e all’ex Albergo Astano, chiuso da tempo - venduto nel 2016 - dopo essere stato un fiore all’occhiello dell’offerta turistica malcantonese. Un consorzio di tre Fondazioni ticinesi (Azione Posti Liberi, Sos Infanzia e Angeli di L.U.C.A.)  è infatti in contatto con la direzione degli orfanotrofi ucraini, le autorità federali e cantonali (ma anche con quelle di Kiev, di Varsavia e, chiaramente, con la gerente del Comune di Astano Tiziana Cappelli) per  appunto portare in Ticino alcuni dei bambini scappati dalla guerra. Prima occorrerà però ottenere l’abitabilità della struttura, come detto inutilizzata da tempo.

L’impegno di tutti

In Ticino in questi primi 50 giorni di conflitto si sono viste dimostrazioni di grande solidarietà, che hanno pochi precedenti nella storia recente. E il progetto in fase di realizzazione ad Astano è di certo tra i più importanti. A confermarci l’esistenza di questa iniziativa è il portavoce delle tre fondazioni, l’avvocato Paolo Bernasconi. «Stiamo assistendo - ci ha spiegato - a qualcosa di incredibile. I proprietari hanno messo a disposizione gratuitamente l’ex albergo e un ostello che si trova nelle vicinanze. Due strutture di alloggio dunque. E gratuitamente, per sistemare l’albergo e permettere di ospitare  orfani ed educatori, hanno deciso di lavorare anche diverse ditte». E l’architetto Dominique Sganzini Nerfin.

Alla ricerca di altri partner

Le tre fondazioni, assieme a Veritas, non nascondono poi di essere alla ricerca di altri partner, associazioni o filantropi disposti a dare una mano e, perché no, contribuire anche finanziariamente. 

In 100.000 prima della guerra

In queste settimane in molti in Svizzera e in Europa sono rimasti colpiti da un dato: l’Ucraina è il paese del Continente con il maggior numero di orfani. Allo scoppio del conflitto erano circa 100.000 - fonte UNICEF - i bambini a vivere negli orfanotrofi, negli ospedali (magari perché affetti da disabilità) o tolti a famiglie non in grado di crescerli. Una situazione controversa, da anni al centro della politica ucraina. Il Governo aveva comunque annunciato la volontà di rifondare il sistema e chiudere gli orfanotrofi entro il 2026, potenziando piuttosto gli aiuti e l’assistenza alle famiglie.

In Turchia e in Grecia

E da quando è scoppiata la guerra quei 100.000 bambini sono stati tra i più colpiti del conflitto. Dal fronte arrivano notizie desolanti e resoconti di fughe rocambolesche - organizzate anche grazie all’aiuto di associazioni europee - prima verso Leopoli (la città ucraina meno colpita) e poi, appunto, verso la Polonia. «Il problema - spiega Bernasconi - è che la Polonia da sola non riesce a farsi carico di tutti i profughi (ne ha accolti 2,5 milioni, ndr) e, per quanto riguarda gli ospiti degli orfanotrofi, si prospetta quasi sempre un loro trasferimento in Turchia o in Grecia». Nazioni in cui potrebbero non trovare condizioni simili a quelle elvetiche. «Per questo motivo è importante che la Svizzera si sia mobilitata e faccia la sua parte anche in questo settore». E in effetti nel nostro Paese in alcuni cantoni (Berna e Vaud) si sta effettivamente lavorando alla creazione di spazi per accoglierli. In Ticino l’iniziativa delle tre fondazioni è invece la prima. Di certo la più concreta.

Gli abitanti sono stati informati

Intanto le autorità di Astano hanno informato la popolazione, pubblicando all’albo una nota in cui si descrivono i contatti avvenuti con i privati. «La Gerenza di Astano (il Comune non ha un Municipio, ndr) - si legge - ha effettuato dei sopralluoghi all’ex Albergo e incontrato il portavoce delle fondazioni. Questo per discutere e definire i lavori da intraprendere per l’ottenimento dell’abitabilità della struttura, il cui tempo stimato potrebbe essere di circa un mese». Lavori appunto già iniziati. «Alla luce di tutti gli elementi - spiega il Comune - le fondazioni stanno valutando l’idoneità della struttura ad accogliere ad Astano gruppi di persone provenienti dall’Ucraina. Stando alle informazioni ricevute dal portavoce viene scartata la possibilità di accogliere un vasto gruppo di minori proveniente da un orfanotrofio, come ipotizzato in origine». Un passaggio della lettera di cui chiediamo spiegazioni a Bernasconi. Cosa si intende? «Siamo in contatto con un orfanotrofio piuttosto grande, che ospita circa 60 bambini. Per questo gruppo stiamo cercando soluzioni più idonee in Ticino o in altri cantoni. Per questa regione siamo in contatto anche con un orfanotrofio più piccolo». Ed è questo che potrebbe arrivare ad Astano. Ma, appunto, prima occorrerà terminare i lavori e ottenere l’abitabilità dell’immobile. «E garantire le risorse per l’accoglienza sociale e la scolarizzazione».

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