Svizzera-Stati Uniti

Dazi USA, Berna fa la sua prima mossa: si punta sul lavoro ridotto

Il Consiglio federale ha deciso di sostenere un’iniziativa parlamentare che chiede un’urgente estensione dell’indennità per lavoro ridotto, consapevole che le tariffe imposte da Trump sono un «grave fardello» per molte aziende
©AL DRAGO / POOL
Red. Online
03.09.2025 14:41

Gli arbitrari dazi USA del 39% inflitti alla Svizzera iniziano a sortire le prime concrete reazioni a Berna. Nella riunione di quest’oggi, 3 settembre, il Consiglio federale ha deciso di sostenere un’iniziativa parlamentare che chiede un’urgente estensione dell’indennità per lavoro ridotto.

Le tariffe supplementari imposte dal presidente americano Donald Trump, entrate in essere lo scorso 7 agosto, secondo il Governo non dovrebbero comportare un imminente crollo dell’economia elvetica nel suo complesso. Tuttavia, rileva l’Esecutivo, i settori orientati all’esportazione e alcune singole imprese potrebbero patirne gli effetti. È in quest’ottica che il Consiglio federale «continua a puntare sul perfezionamento mirato degli stabilizzatori automatici e delle condizioni quadro economiche», spiegano i «ministri».

I dazi statunitensi si applicano a circa il 10% di tutte le esportazioni di merci dalla Svizzera, evidenzia ancora il Governo, sottolineando come per le aziende interessate dalle aliquote del 39% si tratti di «un grave fardello». A livello macroeconomico si prevede una crescita nettamente inferiore alla media, ma non un crollo congiunturale. Però da Berna non sembrano avere dubbi: l’incertezza, nell’attuale contesto, rimane elevata, anche perché una decisione della Corte suprema USA sulla legittimità dei dazi non arriverà prima di metà ottobre, se non oltre.

Ricordiamo che negli scorsi giorni le misure economiche più severe inflitte da Trump a diversi Paesi sono state giudicate illegali da una Corte d'appello federale. I giudici, di fatto, hanno confermato in seconda istanza la sentenza iniziale di un tribunale di grado inferiore, emessa a maggio, secondo cui il presidente USA non aveva l'autorità illimitata di imporre tassazioni su larga parte delle importazioni negli Stati Uniti.

Nella sentenza di secondo grado è stato spiegato che «la legge conferisce al presidente un'autorità significativa per intraprendere una serie di azioni in risposta a un'emergenza nazionale dichiarata, ma nessuna di queste azioni include esplicitamente il potere di imporre tariffe, dazi o simili, o il potere di tassare». Trump ha giustificato le serie di dazi ai sensi dell'International Emergency Economic Powers Act (IEEPA). Questa legge del 1977 conferisce al presidente il potere di affrontare minacce «insolite e straordinarie» durante le emergenze nazionali.

Nello specifico, il tycoon avrebbe potuto sì infliggere dazi,  ma al massimo del 15% e per soli 150 giorni, come stabilito dal Trade Act, poiché la IEEPA non prevede l’introduzione di tasse commerciali, bensì di sanzioni contro Paesi le cui politiche rappresentano un’emergenza nazionale.

Nell’ambito di queste incertezze giuridiche, Berna, dopo la deleteria telefonata tra la presidente della Confederazione Karin Keller-Sutter e il suo omologo americano, si è mossa, giocando le sue prime carte. L’indennità per lavoro ridotto, secondo il Consiglio federale, è «uno strumento collaudato ed efficace per attenuare le fasi di debolezza congiunturale e preservare posti di lavoro altrimenti a rischio». Il Governo intende quindi «rafforzare questo strumento in modo mirato» dando seguito alle proposte della Commissione della sicurezza sociale e della sanità del Consiglio degli Stati (CSSS-S).

Quest’ultima, di fatto, propone di adeguare urgentemente in due punti la legge sull’assicurazione contro la disoccupazione. In primo luogo, il Consiglio federale dovrà ottenere la competenza di estendere la durata massima di percezione dell’ILR fino a 24 mesi. Attualmente e fino al 31 luglio 2026, l’ILR può essere percepita al massimo per 18 mesi nell’ambito di un termine quadro di due anni. In secondo luogo, la commissione propone di introdurre un nuovo periodo di attesa. Un’azienda che ha percepito ILR per 24 mesi senza interruzioni durante un primo termine quadro dovrà rispettare un periodo di attesa di sei mesi prima di poterne aprire uno nuovo. Il Parlamento si pronuncerà su queste proposte nella sessione autunnale 2025.

Si prevede inoltre di spingere sulla digitalizzazione: a partire dal 1° settembre 2025 il conteggio dell’ILR è effettuato principalmente online secondo il principio «digital first» per alleviare gli oneri a carico delle aziende e accelerare i versamenti. A tal fine le aziende potranno utilizzare l’apposito «eService» dell’assicurazione contro la disoccupazione su www.job-room.ch, al quale è consigliato registrarsi tempestivamente.

Nella situazione attuale molte aziende sono costrette a riposizionarsi, e per il Consiglio federale è «fondamentale assisterle nel migliore dei modi in questo processo». Gli accordi di libero scambio recentemente conclusi e modernizzati, come quello con l’India, secondo il Governo, «contribuiscono a schiudere nuovi mercati di sbocco e a ridurre la dipendenza da singole regioni». Switzerland Global Enterprise (S-GE) sostiene le imprese nel cercare mercati di sbocco alternativi con informazioni specifiche. L’assicurazione contro i rischi delle esportazioni (ASRE) consente invece alle aziende di assicurare i rischi economici derivanti dai dazi supplementari o dall’accesso a nuovi mercati.

Già il 20 agosto 2025 l’Esecutivo aveva deciso di intensificare gli sforzi per rinforzare la piazza economica svizzera. A questo riguardo ha conferito diversi mandati di verifica su come alleviare gli oneri normativi che gravano sulle imprese.

Per concludere, l’Esecutivo fa sapere che sta seguendo «da vicino gli sviluppi della situazione e si riserva il diritto di valutare e adottare ulteriori misure, se necessario».

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