Docenti, non piace il bonus vacanza

Insegnanti pronti a boicottare il congedo aggiuntivo del 23 marzo concesso dal Governo per compensare i tagli del preventivo
Massimo Solari
28.10.2015 05:00

Come nelle migliori favole di Gianni Rodari, il prossimo 23 marzo la scuola ticinese potrebbe vivere una giornata alla rovescia. Sì perché il giorno di congedo pagato aggiuntivo deciso e concesso dal Consiglio di Stato ai docenti delle scuole cantonali e comunali rischia seriamente di essere boicottato. Da chi? Dallo stesso corpo insegnante, in quella che per l'appunto si preannuncia come una protesta al contrario verso una decisione che l'Esecutivo ha preso per compensare il blocco degli scatti e i tagli salariali inseriti nel Preventivo 2016. Nessuno sciopero anticipato o manifestazione in piazza Governo a Bellinzona, dunque, ma aule aperte e – per chi lo volesse – lezioni regolari. E questo, come detto, malgrado il mercoledì di vacanza voluto per dare prima il là alle ferie pasquali.

I preparativi della contestazione, va detto, sono ancora in fase embrionale, o perlomeno hanno per ora coinvolto solo alcuni istituti del cantone. E a confermarcelo è Fabio Camponovo, co-presidente del Movimento per la scuola: «Al momento direi che si tratta di una decina di sedi sparse su tutto il territorio e ripartite su tutti i livelli d'insegnamento: medio, medio-superiore e professionale». Nello specifico alcuni collegi magistrali giudicano la decisione del Governo un "contentino", oltretutto lesivo nei confronti dell'immagine del docente che l'opinione pubblica ritiene già privilegiato per la quantità di vacanze di cui gode. Ma non è tutto, poiché i docenti – già in difficoltà nel far quadrare ore di lezione e attività trasversali – si vedrebbero togliere una o mezza giornata dal proprio programma d'insegnamento. E se i vertici del Movimento per la scuola si dicono favorevoli all'idea di protesta, lo stesso fa il sindacato OCST-docenti.