Stati Uniti

Donald Trump non si presenta al dibattito, ma la sua non è un'assenza

Il tycoon ha scelto di saltare anche il secondo duello TV fra gli aspiranti repubblicani alla Casa Bianca, che lo hanno attaccato – Lui è andato dagli operai metalmeccanici di Detroit, molti dei quali in sciopero contro le tre grandi industrie automobilistiche del Paese
© KEYSTONE (AP Photo/Mark J. Terrill)
Red. Online
28.09.2023 08:29

Tutti contro Donald Trump. È quanto emerge dal secondo dibattito fra gli aspiranti repubblicani alla Casa Bianca. Chris Christie, ex governatore del New Jersey, ha attaccato l'ex presidente chiamandolo «Donald Duck»: «Donald lo so che stai guardando, non resisti. Hai paura di essere su questo palco a difendere i tuoi risultati». Ron DeSantis, nel secondo dibattito del Gran old party in California: «I politici in Washington stanno distruggendo il sogno americano. Joe Biden non fa nulla e neanche Donald Trump fa nulla. Dovrebbe essere qui sul palco con noi». Il governatore della California ha paragonato il tycoon all'attuale presidente ed è, nelle sue parole, «missing in action», «assente», e avrebbe invece dovuto essere sul palco a difendere il suo operato «per aver aggiunto 7.800 miliardi al debito. Questo ha preparato il terreno per l'inflazione che abbiamo ora». Joe Biden, su X, ha commentato al riguardo: «Non potrei essere più d'accordo».

Nikki Haley, l'ex governatrice del South Carolina che è stata ambasciatore di Trump presso le Nazioni Unite e ha fatto dell’esperienza di politica estera parte della sua campagna, è andata oltre, criticando l’ex presidente per aver «sbagliato» sulla Cina: «Si è concentrato sul commercio con la Cina, non si è concentrato sul fatto che stavano comprando i nostri terreni agricoli, non si è concentrato sul fatto che stavano uccidendo gli americani, che stavano rubando 600 miliardi di dollari in proprietà intellettuale, che hanno costruito una base di spionaggio al largo delle nostre coste a Cuba».

Vivek Ramaswamy, imprenditore nel settore delle biotecnologie, ha dal canto suo dichiarato che Donald Trump è stato un presidente «eccellente», ma «la American First agenda non appartiene a un uomo».

Il dibattito

I media americani descrivono come «quasi noioso» il dibattito. Con un botta e risposta fra Nikki Haley e Ron DeSantis sull'energia. E l'ex governatrice del South Carolina secondo la quale «una vittoria della Russia in Ucraina è una vittoria per la Cina». Mentre il governatore della California promette che, in caso di elezione, «smetterà di staccare assegni in bianco a Kiev», perché «dobbiamo occuparci degli americani»: «Quando sarò alla Casa Bianca proteggerò la sovranità americana».

DeSantis ha detto di voler dispiegare «l'esercito americano per dare la caccia ai cartelli della droga messicani. Stanno uccidendo la nostra gente». Il governatore della Florida ha promesso che la situazione al confine meridionale «sarà una priorità quando sarò eletto presidente». «Dichiareremo un'emergenza nazionale, costruiremo il muro, resteremo in Messico», ha detto il candidato repubblicano. Che è stato torchiato sulla sua controversa dichiarazione di qualche settimana fa che «gli schiavi hanno beneficiato del loro stato, imparando un mestiere», durante il secondo dibattito tra i candidati repubblicani alle primarie per le presidenziali del 2024. «È stata una bufala architettata da Kamala Harris. E quello che ho detto è stato scritto da eminenti professori discendenti da schiavi. Quindi smettiamola di fare questi giochetti», si è difeso il governatore della Florida. Tim Scott, l'unico candidato afroamericano del Grand old party, ha risposto che «non c'è stato nessun lato positivo nella schiavitù. L'America ha sofferto a causa della schiavitù. Ma abbiamo superato questo problema. Siamo la più grande nazione del mondo perché abbiamo affrontato i nostri demoni e abbiamo preso una decisione».

Per fronteggiare l'emergenza immigrazione «dobbiamo mettere in sicurezza il confine e togliere fondi alle città santuario», ovvero quelle che proteggono gli immigrati, anche quelli illegali, ha quindi affermato Nikki Haley. Una posizione condivisa da Mike Pence, convinto di essere uno dei pochi pronto e in grado di agire immediatamente vista l'esperienza accumulata.

La reazione di Donald Trump

«Una barzelletta». Così Alayna Treene, una consigliera di Donald Trump, ha definito il secondo dibattito TV tra candidati presidenziali repubblicani disertato dal tycoon. «Una intervista per essere il «designated survivor», ha aggiunto riferendosi al sopravvissuto designato tra i membri del governo per diventare presidente in caso di morte del capo dello Stato e delle altre cariche destinate a sostituirlo in una situazione di emergenza.

Nel frattempo, l'ex presidente degli Stati Uniti teneva un discorso agli operai metalmeccanici di Detroit, molti dei quali in sciopero contro le tre grandi industrie automobilistiche del Paese. A loro Trump ha detto che non è importante se lo sciopero porterà a un accordo favorevole nei negoziati con Ford, General Motors e Stellantis, perché comunque «nel giro di due anni perderete il lavoro». «Sono qui per difendere la working class, combattere la classe politica corrotta, proteggere il lavoro made in USA e l'american dream sul prodotto straniero».

Trump, che ha scelto di saltare anche il secondo duello televisivo, ha impostato il suo comizio attaccando Joe Biden sulla scelta di favorire la transizione alle auto elettriche. Secondo il tycoon questa politica «finirà per favorire la Cina» e «ammazzerà migliaia di posti di lavoro». La sua ricetta? «Produzione americana, fatta con mani sapienti americane e con le forniture americane».

Ventiquattr'ore prima, il presidente Joe Biden aveva incontrato gli operai in sciopero e aveva manifestato la sua solidarietà scendendo in strada con loro e unendosi al picchetto di fronte alle fabbriche, sostenendo le rivendicazioni per un salario migliore e migliori condizioni di lavoro: «Le compagnie fanno profitti enormi e devono dividere gli utili con i lavoratori».

Una sfida a distanza tra l'attuale e l'ex presidente, insomma. Con l'obiettivo di accaparrarsi l'appoggio dei lavoratori dell'auto.

Trump è tornato a parlare anche dei suoi guai giudiziari, sostenendo che a ogni nuova incriminazione i sondaggi gli sono più favorevoli. Anche in questo caso non ha mancato di attaccare Biden, sottolineando che avrebbe fatto accusare un «suo rivale politico». Quindi ha rilanciato la sua America First, contrapponendola a quella che ha definito la America Last dell'attuale presidente. »Non sono i sondaggi ad eleggere il presidente, sono gli elettori«, ha detto al proposito Ron DeSantis. »Come disse Ronald Reagan, questo è il momento di scegliere«, ha aggiunto il governatore della Florida.

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