Italia

«Dramma evitabile, ma non sarà un’acqua alta a distruggere Venezia»

Nostra intervista all’ex sindaco Massimo Cacciari che commenta quanto sta accadendo nella città veneta - Di nuovo sotto accusa l’opera del MOSE
© EPA
Paolo Galli
13.11.2019 12:51

Venezia sommersa. Le immagini dell’acqua alta stanno facendo il giro del mondo e non lasciano nessuno indifferente. Massimo Cacciari da anni non vive a Venezia. Ma Venezia resta la sua città, lì è nato e cresciuto, lì è diventato professore e poi sindaco, dal 1993 al 2000. «Il mio cuore a Venezia? No, non me ne separo volentieri». Ma ne parla come se ne facesse ancora parte, con un misto di delusione e rabbia, oltre che di vicinanza. Osserva quanto sta accadendo e spiega, con veemenza: «Lo dico e lo ripeto da vent’anni cosa si sarebbe dovuto fare, ma il mio messaggio è rimasto assolutamente inascoltato, dai media e dalle forze politiche, forze di centro-destra come di centro-sinistra».

«Un progetto complicatissimo»

Non è mai stato favorevole al MOSE. Mai. E ora proprio il MOSE è tornato al centro del discorso, come un incubo che di tanto in tanto riaffiora, spinto proprio dall’acqua alta. «Al di là che ancora non sia in funzione, ma di base è sempre stata un’opera complicatissima. E ciò al netto degli aspetti di corruzione sorti attorno a essa, aspetti che in questa sede, in questo momento, non mi interessano. Un progetto di difficilissima realizzazione. La cosa è stata detta, denunciata, in modo anche tecnico, specifico, scientifico. Nessuno ha mai ascoltato. Tutti dietro al MOSE e ai soldi del MOSE, dai politici ai giornali, a tutti. E questo è il risultato».

«C’erano delle alternative»

Per Massimo Cacciari la soluzione era un’altra. «L’alternativa era la manutenzione della città, quindi continuare l’opera di rialzo iniziata ormai venticinque anni fa. Ma, ripeto, tutti i soldi sono andati a finire al MOSE. Sul tavolo c’era anche l’opera di salvaguardia di piazza San Marco, altro progetto avviato, ma bloccato per la stessa ragione: perché tutti i soldi sono andati al MOSE. E poi altri progetti alternativi alle bocche di porto, molto meno costosi, molto più semplici, molto più elementari, ma costando quindici o venti volte meno del MOSE sono stati accuratamente abbandonati».

«Il Governo rimborsi le vittime»

Venezia si dice preoccupata – come potrebbe non esserlo? – per i suoi beni, per la sua piazza, per la sua anima. Cacciari spiega: «È un’acqua alta eccezionale, come ce ne sono già state però: non sarà certo un’acqua alta a distruggere Venezia. Ma questi episodi contribuiscono all’abbandono della città da parte dei residenti. Venezia è una città in cui è sempre più difficile vivere. Poi, per i danni, mi auguro che il Governo intervenga, rimborsando i commercianti e tutti i veneziani toccati dalla calamità. Dalle mie fonti, mi risulta che siano stati toccati gravemente, che i danni siano ingenti. Speriamo che l’amministrazione comunale, che il Governo, intervenga, cercando di rimborsare tutti, riconoscendo lo stato di calamità. E poi basta, e poi Venezia riprenderà, tra dieci giorni tornerà a vivere, a lavorare, torneranno i suoi milioni di turisti, le sue grandi navi». Già, le grandi navi. «Anche lì, lo dico da almeno due decenni: prima o poi una nave entrerà in piazza San Marco. Ma niente da fare, cosa ci vuole fare? Questo è il Paese».

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