Processo

«È stato un atto sessuale su una 13.enne»

Condannato a 14 mesi sospesi un 73.enne del Bellinzonese per un reato avvenuto nelle Filippine e per il possesso di quasi 5 mila file pornografici illegali - L'accusa: «Aveva un problema, lo sapeva e non si è fermato» - La difesa: «Nessuna connotazione sessuale»
© Shutterstock
Irene Solari
24.07.2025 16:16

«Chiedere a una ragazzina di scostare i vestiti, allargare le gambe e mostrare le proprie parti intime è un atto che non può non avere una connotazione sessuale. E nulla ha a che fare con una spiegazione di come sia fatta l’anatomia femminile per metterla in guardia su una possibile gravidanza, come addotto dall’imputato. Nessun aspetto didattico passa da questo metodo, non c’era bisogno di spingersi a simili richieste. Poco importa che la vittima abbia avuto l’esatta percezione di quanto accadeva e che tra i due non vi sia stato contatto fisico. Lo scopo dell’uomo era unicamente soddisfare il suo interesse illecito, un fatto che trova conferma anche dalla grande quantità di materiale pornografico consumata in quel periodo». Sono state queste le motivazioni pronunciate dalla Corte delle Assise correzionali, presieduta dal giudice Paolo Bordoli, nel condannare a 14 mesi di detenzione sospesi per un periodo di prova di due anni un 73.enne del Bellinzonese comparso in aula questa mattina. Nei confronti dell’imputato è stata pronunciata anche l’interdizione a vita da qualsiasi attività professionale o extraprofessionale a contatto con minori oltre all'obbligo di seguire un trattamento ambulatoriale. A suo favore, invece, il giudice ha riconosciuto la collaborazione fornita e il fatto che sia stato lui stesso a raccontare l’episodio al centro del processo.

Due i reati contestati a carico del 73.enne. Quello di atti sessuali con fanciulli, commesso appunto nel 2019 nelle Filippine (dove l’uomo possiede una casa e trascorre diverso tempo) nei confronti di una ragazza di 13 anni, figlia della propria compagna. E quello di pornografia ripetuta - in un periodo che va dal 2015 al 2022 - per avere posseduto e consumato quasi 5 mila rappresentazioni di atti sessuali reali con minorenni e atti sessuali con animali nel proprio domicilio nel Bellinzonese. Oltre alla condivisione online di 5 immagini pedopornografiche fatta dal proprio computer.

«Lo considerava un padre»

Sulla stessa linea della Corte è stata, naturalmente, anche l’accusa rappresentata dalla procuratrice pubblica Chiara Buzzi. «Quello che l’imputato ha fatto nei confronti della vittima era volto unicamente all'eccitamento sessuale verso una ragazzina vulnerabile di meno di 14 anni che lo considerava come un padre. Si fidava di lui e gli obbediva. Inoltre l'imputato non ha mai davvero compreso la gravità delle sue azioni. Gravità che emerge invece anche dal grande e preoccupante numero di file illegali pornografici trovati in suo possesso, alcuni dei quali sono stati anche condivisi. Anzi, ha sempre minimizzato le sue azioni e le ammetteva con nonchalance».

«È successo qualcosa di molto strano nei confronti di quella ragazzina, qualcosa che ha come fine l’appagamento sessuale e non di certo l’educazione sessuale», ha proseguito la pp. «Il suo comportamento non ha avuto alcuna valenza educativa ma unicamente un fine egoistico di eccitazione. È infatti inverosimile che volesse insegnarle qualcosa sull’anatomia, come detto, o spiegarle come non restare incinta. In ogni caso avrebbe potuto servirsi di altri metodi, senza farla spogliare. Quello che ha fatto non aveva valenza scientifica».

Connotazione sessuale

L’imputato aveva inoltre ammesso che in quella circostanza c'era stato un interesse sessuale verso la 13.enne, ha evidenziato ancora Buzzi e aveva scattato delle foto della ragazzina nuda. Per questo, a mente della pp, vi è un atto di chiara connotazione sessuale commesso su una minore. «Senza contare le grandi quantità di materiale illegale che ha detenuto e consumato per oltre 10 anni. Sapeva benissimo di avere un problema ma non ha fatto nulla per fermarsi, ha continuato ad agire in modo egoistico». Per queste ragioni l’accusa ha quindi chiesto nei confronti dell’uomo una pena detentiva di 20 mesi, sospesa interamente per un periodo di prova di 3 anni, e, a protezione di eventuali future vittime, delle misure di interdizione a vita di esercitare attività a contatto con minorenni e l’obbligo di seguire un trattamento psicoterapeutico.

«Imputazione traballante»

«Per quanto si sia trattato di un gesto estremamente inappropriato, quello commesso nei confronti della giovane dal mio assistito non è stato un atto sessuale. Lui non ha mai toccato la ragazza e non l’ha nemmeno incitata a toccarsi», ha evidenziato dal canto suo l’avvocato Letizia Vezzoni, patrocinatrice dell’imputato. «L'imputazione che si contesta al mio assistito è quindi traballante, l’ipotesi accusatoria è istruita solo molto parzialmente, il che non è ammissibile per un reato così grave come quello di atti sessuali con fanciulli». La qualifica di atto sessuale prevede comportamenti gravi chiaramente qualificati come tali, ha ancora rilevato la legale. «Qui non siamo in presenza di un atto sessuale né per natura, intensità o gravità dei fatti».

Vittima non ascoltata

La difesa ha anche evidenziato come non si sia nemmeno tentato di raccogliere la testimonianza della giovane, «e questo nonostante l’imputato abbia chiesto di potere sentire lei e sua madre per poter chiarire la propria posizione. Abbiamo un atto d’accusa con una vittima che di questo procedimento nulla sa. E questo non perché non sia stato possibile contattarle, ma perché questa strada non è stata percorsa». Un fatto a mente della difesa «inammissibile».

La madre della giovane filippina era anche presente al momento del gesto contestato, ha spiegato Vezzoni. «Il mio assistito ha parlato spontaneamente del fatto, poiché non ci vedeva nulla di anomalo o di sessuale». In conclusione, la difesa ha dunque chiesto il proscioglimento dall’accusa di atti sessuali con fanciulli e una condanna a un massimo di 7 mesi sospesa per un periodo di 2 anni per il reato di pornografia ripetuta.

In questo articolo: