«Aiuti solo ai ricchi», l'opposizione critica il taglio delle tasse
La Gran Bretagna è già in recessione, avverte la Banca d’Inghilterra, e il Governo corre ai ripari annunciando un piano per rilanciare la crescita economica.
Il periodo giugno-settembre è il secondo trimestre consecutivo di crescita negativa (-0,1%), secondo la BoE, che prevede che la recessione sia di lunga durata, almeno quindici mesi. Nonostante la debolezza dell’economia, la Banca ha deciso di alzare i tassi d’interesse per la settima volta consecutiva, portandoli al 2,25%, nel tentativo di tenere sotto controllo la spirale inflazionistica. La lotta all’inflazione, che è al 9,9% e si prevede salga all’11% in ottobre, è infatti la priorità assoluta per la Bank of England, che ha il compito di mantenerla al 2%, ha spiegato il governatore Andrew Bailey.
Questa priorità è condivisa «al 100%» dal Governo, ha assicurato oggi il nuovo cancelliere dello Scacchiere Kwasi Kwarteng, ribadendo che l’inflazione è il «nemico numero uno» e assicurando che l’indipendenza della Banca centrale è «sacrosanta». Kwarteng ha annunciato in Parlamento una serie di misure radicali per risvegliare l’economia britannica dal suo lungo sonno. «Èl’inizio di una nuova era», ha detto il cancelliere, che nelle intenzioni del Governo porterà a una crescita del Pil del 2,5%.
Una inversione a U
Si tratta di una inversione a U sulle misure approvate dal precedente Governo conservatore (del quale peraltro facevano parte sia Kwarteng che la premier Liz Truss): è stato abolito infatti il previsto aumento delle imposte societarie dal 19% al 25%, ed è stato abolito anche l’aumento dei contributi previdenziali sia per i lavoratori che per i datori di lavoro che era già entrato in vigore.
Tagli alle tasse
Se il Governo di Boris Johnson aveva portato al maggiore aumento delle tasse da 70 anni, il Governo Truss invece debutta con i maggiori tagli delle imposte da mezzo secolo. Un cambiamento di rotta necessario, secondo Kwarteng, perché le misure adottate finora non hanno funzionato.
Le tasse elevate «danneggiano la competitività della Gran Bretagna», ha spiegato il cancelliere, e sono un deterrente agli investimenti. Tagli alle tasse in vista anche per i cittadini: l’aliquota massima del 45% per chi guadagna oltre le 150mila sterline è stata abolita, mentre l’aliquota minima del 20% è stata ridotta al 19%, misura che abbasserà le tasse per oltre 30 milioni di contribuenti e costerà 5 miliardi di sterline al Tesoro.
Kwarteng ha anche inviato un segnale di sostegno alla City londinese abolendo il tetto ai bonus per i banchieri. Decisione controversa, che mostra anche la determinazione del Governo a prendere le distanze dall’Unione Europea, che aveva imposto il tetto dopo la crisi finanziaria del 2008.
Per respingere le accuse dell’opposizione che il Governo conservatore «aiuta solo i ricchi», Kwarteng si è impegnato ad aiutare sia i cittadini che le imprese ad affrontare l’aumento dei costi dell’energia. Le bollette medie annue di ogni famiglia non potranno superare le 2.500 sterline per due anni, una misura che costerà almeno 60 miliardi di sterline, secondo Kwarteng, ma che «porterà a un calo dell’inflazione di cinque punti percentuali».
Il pacchetto di tagli alle tasse e sostegno a cittadini e imprese costerà caro al Tesoro, che ha escluso di imporre una tassa sui profitti straordinari dei colossi dell’energia e dovrà quindi indebitarsi ulteriormente.
Secondo le stime rese note oggi dal Tesoro, le misure annunciate costeranno 12 miliardi di sterline quest’anno, 37 miliardi l’anno prossimo e 38 miliardi nel 2024, mentre secondo i calcoli dell’Institute for Fiscal Studies costringeranno il Governo a indebitarsi per 120 miliardi di sterline entro tre anni e sono quindi una «grande scommessa» che sarà vinta solo se serviranno davvero a rilanciare la crescita economica alla grande.
Un salto nel buio?
Molti temono che la scommessa sia un salto nel buio. Il timore di un indebitamento eccessivo proprio in una fase di aumento dei tassi d’interesse - che si prevede saliranno al 5% nel 2023 - ha causato un’ondata di panico sui mercati. L’annuncio del cancelliere non è stato accolto favorevolmente: la sterlina è crollata dell’1% toccando i minimi da 37 anni sul dollaro, mentre il FTSE 100 è sceso sotto il 7mila punti, il livello più basso da marzo.