Aviazione

Boeing ancora sotto strettissima sorveglianza per il 737 MAX

La FAA, l'Agenzia federale statunitense che regola e sovrintende ogni aspetto riguardante l'aviazione negli Stati Uniti, non sembra intenzionata ad allentare i paletti produttivi imposti al costruttore nordamericano
©Elaine Thompson
Marcello Pelizzari
11.09.2025 12:19

Aspettare. E, per certi versi, sperare. Boeing, al momento, non può fare di più. La Federal Aviation Administration o, più semplicemente, la FAA, l'Agenzia federale statunitense che regola e sovrintende ogni aspetto riguardante l'aviazione negli Stati Uniti, non sembra intenzionata ad allentare i paletti produttivi imposti al costruttore nordamericano: nello specifico, dal gennaio del 2024 Boeing deve limitarsi a sfornare 38 esemplari di 737 MAX al mese. Il motivo? I gravi, e ripetuti, problemi di qualità emersi in seguito all'incidente occorso al volo di Alaska Airlines

Bryan Bedford, l'amministratore della FAA, lunedì a Washington si è detto soddisfatto dei progressi fatti da Boeing. Al contempo, come riferisce Reuters, ha spiegato che è presto, troppo presto per consentire al colosso di aumentare la produzione del MAX. Nessuna decisione, in questo senso, è stata presa: «Sono stati fatti dei progressi, sì, magari meno rapidi di quanto Boeing volesse, ma abbastanza per fare un passo avanti». Spetterà alla squadra della FAA in contatto diretto con il costruttore, presso gli stabilimenti, chiarire se e quando Boeing potrà costruire più MAX. Mentre scriviamo queste righe, «non è stata formulata alcuna raccomandazione in questo senso, a conferma che ci sono ancora lavori da fare». Uscendo dal politichese, Boeing rimarrà sotto stretta, strettissima osservazione da parte della FAA. Un'osservazione «aggressiva», al fine di responsabilizzare il costruttore a livello di sicurezza e di assicurare che l'azienda «migliori la qualità della sua produzione». 

Di sicuro, la notizia è un duro colpo per Boeing, che già deve fare i conti con lo slittamento delle certificazioni per il MAX 7 e il MAX 10. Kelly Ortberg, amministratore delegato del costruttore, contava di strappare alla FAA la possibilità di produrre 42 esemplari al mese quest'anno e di salire a 47 entro la fine del 2025. Quantomeno, la FAA ha dato il nullaosta all'aumento di produzione per il 787: da cinque a sette apparecchi al mese. La questione, evidentemente, è anche (se non soprattutto) economica: Boeing ha necessità di consegnare aerei per aumentare i ricavi, migliorare in termini di redditività e riconquistare la fiducia non solo dei consumatori ma altresì delle compagnie, cioè dei clienti. Il discorso, insomma, è chiaro: tutto pur di colmare il gap con Airbus, che sta spingendo per consegnare 75 aeromobili della famiglia A320NEO al mese entro il 2027, come riporta La Tribune. A proposito di immagine, Michael O'Leary – il patron di Ryanair – quantomeno è tornato a parlare bene, se non benissimo, di Boeing: dopo aver sostenuto che i ritardi nelle consegne hanno ripetutamente frenato la crescita della low cost irlandese, a fine agosto ha dichiarato a Reuters che «la situazione è cambiata». E ancora: «La produzione è stata trasformata sotto una nuova gestione, con Kelly Ortberg e Stephanie Pope. È una buona notizia, mentre la qualità di ciò che consegnano è eccellente. Siamo davvero impressionati, penso che Boeing stia veramente riprendendo in mano la situazione». Ryanair, nel dettaglio, conta di recuperare i ritardi da qui al 2027. Molto, però, dipenderà da eventuali allentamenti della FAA. Allentamenti che, però, non sembrano profilarsi (ancora) all'orizzonte.