Credit Suisse, altra causa contro la Svizzera per obbligazioni AT1

Nuova causa contro la Svizzera in relazione al crollo Credit Suisse (CS): lo studio legale inglese Holman Fenwick Willan (HFW) vuole trascinare il governo elvetico davanti al tribunale arbitrale della Banca mondiale per chiedere un risarcimento a favore di investitori di Singapore, Cina e Medio Oriente.
La causa - riferisce il portale elvetico Finews, che cita un comunicato di HFW - sarà depositata al Centro internazionale per il regolamento delle controversie relative ad investimenti (International Centre for Settlement of Investment Disputes, ICISID), organismo della Banca Mondiale con sede a Washington.
La parte attrice è rappresentata dagli ex detentori di obbligazioni AT1 di CS: clienti di HFW con residenza a Singapore possedevano titoli per 80 milioni di dollari, creditori cinesi e del Medio Oriente per altri 300 milioni. Secondo Finews si tratterebbe della prima azione di tal tipo davanti all'ICISID.
Oggetto del contendere sono quindi nuovamente le famose obbligazioni AT1: l'autorità di vigilanza finanziaria Finma aveva azzerato il loro valore, pari (a livello nominale) a circa 16 miliardi di franchi, quando il 19 marzo 2023 UBS annunciò di rilevare Credit Suisse, nell'ambito di un'operazione orchestrata dal Consiglio federale - su pressione internazionale - al di fuori dell'ordinamento giuridico vigente, in base al diritto di necessità e con il ricorso ad ampissime garanzie statali. Una mossa che aveva provocato un terremoto sui mercati obbligazionari, generando forti perdite per gli investitori.
Nati sulla sia della crisi finanziaria del 2008, gli AT1 (Additional Tier 1) sono titoli di debito emessi dalle banche che appartengono alla categoria di strumenti finanziari definiti come «strumenti di patrimonializzazione» (o «strumenti di capitale ibrido») dalle norme internazionali di Basilea III, disposizioni volte a migliorare la solidità degli istituti e a scongiurare tracolli. Si tratta di titoli a rendimento più elevato di altri, perché esposti a rischi maggiori: in caso di un evento scatenante, come un salvataggio statale, gli AT1 possono infatti prevedere clausole di «write-off» (cioè di cancellazione contabile) o di conversione in azioni. Nel marzo 2023 la Finma aveva affermato che l'acquisizione di CS da parte di UBS rappresentava appunto uno degli eventi che permettevano la cancellazione del debito.
Nel caso di Credit Suisse molti investitori si aspettavano probabilmente una conversione in azioni CS (il cui valore è crollato, ma è rimasto reale: sono poi state scambiate con titoli UBS in rapporto di 22,48 a 1), non però un azzeramento. Concretamente agli occhi di non pochi operatori è apparso poco usuale il fatto che nell'ambito di una crisi d'impresa l'obbligazionista si sia trovato in posizione peggiore dell'azionista.
Diversi investitori stanno quindi cercando di recuperare il denaro mettendo sul banco degli accusati la Svizzera, con cause avviate sia nella Confederazione che all'estero. Negli Stati Uniti sono state anche partite azioni collettive contro UBS, oltre che contro la repubblica dei 26 cantoni. Per quanto riguarda il fronte interno il Tribunale amministrativo federale potrebbe decidere quest'anno su un esposto inoltrato da circa 3000 investitori in AT1 contro la decisione della Finma.