Disoccupazione ferma al 2%, siamo ai minimi da 20 anni
Il livello della disoccupazione è ai minimi da 20 anni. Un bel risultato dopo la crisi legata alla pandemia, quando, nel momento più critico (gennaio 2021) era stata sfiorata quota 170.000 disoccupati, con un tasso al 3,7%. Ricordiamo anche che nel marzo del 2020 ben 1,9 milioni di dipendenti in Svizzera, vale a dire il 37% del totale, era in disoccupazione parziale.
A livello nazionale il tasso dei senza lavoro si è attestato al 2,0% in luglio, confermando il dato di giugno. Su base annua si registra una contrazione di 0,8 punti. In Ticino, nel mese di luglio appena archiviato, il tasso dei senza lavoro si è attestato al 2,3% (invariato rispetto a giugno, -0,5 su base annua), nei Grigioni allo 0,6% (-0,1 e -0,4). Nel nostro cantone i disoccupati sono 3.847, in calo di 854 unità (-18,2%) rispetto a un anno prima.
«La situazione sul mercato del lavoro è eccellente», ha detto Boris Zürcher, direttore della divisione del lavoro presso la Segreteria di Stato dell’economia (SECO), che nei prossimi mesi prevede un ulteriore calo della disoccupazione, malgrado l’aumento dei timori relativi a una recessione.
«Il 2022 è iniziato bene»
Anche in Ticino la situazione è buona. Lo spiega Moreno Baruffini, ricercatore dell’Istituto Ricerche Economiche (IRE). «I dati sulla disoccupazione - rileva - mostrano l’andamento che ci aspettavamo, perché da questo punto di vista il 2022 era iniziato bene. È infatti emerso un trend di assorbimento che poi è proseguito, e in luglio siamo arrivati ad un tasso del 2,3%, uno dei valori più bassi degli ultimi decenni».
«Un altro aspetto positivo - aggiunge - è che anche la disoccupazione giovanile è tornata a scendere. Infatti nel precedente mese di giugno era leggermente salita al 3,9%, mentre in luglio ha ripreso il cammino della decrescita calando al 3,6%, ossia il valore minimo che era stato toccato nel 2018 e 2019, prima della pandemia».
I senza lavoro di lunga durata
«Anche i disoccupati di lunga durata - rileva - sono in calo, ma meno rispetto ai numeri totali. La percentuale sull’insieme dei disoccupati è di circa il 25%, il che significa che uno su quattro è senza lavoro da più di un anno. Ma qui a volte ci sono anche questioni personali, come per esempio il fatto che hanno bisogno di formazione. Negli ultimi mesi comunque abbiamo assistito ad una diminuzione lenta ma costante».
«Guardando ai vari settori economici - precisa - il riassorbimento è guidato, come era facile immaginarsi, dal comparto degli alberghi e ristoranti. Sappiamo che alcuni gerenti si lamentano delle difficoltà nel trovare personale e infatti i dati mostrano che in questo momento nel settore la disoccupazione è bassa».
«Generalmente - nota - in estate abbiamo il valore minimo della disoccupazione, mentre da settembre c’è una risalita. Sull’andamento a fine anno ci sono molte incognite, perché bisogna vedere come va l’economia e come si evolve il problema degli approvvigionamenti. Quindi come sempre da alcuni anni a questa parte, siamo di fronte a un punto di domanda legato alla pandemia, alla guerra, ai problemi logistici e via dicendo, che hanno un effetto sul mercato del lavoro».
«Sul tema dell’affidabilità dei dati - afferma - ricordo che la statistica SECO riporta dati amministrativi, che sono molto precisi, ma che danno un’informazione su un aspetto del mercato del lavoro. Poi ci sono anche altri dati, che escono in altri momenti, per esempio sulla creazione di posti di lavoro, oppure la disoccupazione ILO, che servono ad avere una visione più completa. Comunque i dati della SECO sono utili e valgono per tutta la Svizzera».
Numeri molto bassi
Tornando alla statistica nazionale, il numero delle persone senza impiego iscritte agli uffici regionali di collocamento (URC) è sceso a 91.474, in flessione di 1.037 rispetto a giugno e di 36.805 nel confronto con lo stesso mese del 2021. Si tratta inoltre del numero più basso dal dicembre 2001, mentre per il tasso fa stato l’analogo 2,0% del novembre dello stesso anno.
Boris Zürcher ha fatto riferimento anche al tasso registrato nella fascia dei 50-64.enni: vi è stata una flessione di 0,1 punti al 2,0%, cioè al valore medio: una contrazione che il dirigente della SECO ritiene notevole e segnale che la situazione è migliorata anche per i lavoratori più in là con gli anni.