Finanza

E sui dazi la Svizzera può giocare la carta dei prodotti «premium»

Le aziende che hanno beni poco sensibili ai prezzi hanno più chance di superare l'ostacolo tariffario
Marchi che operano nelle nicchie industriali, come il settore del cioccolato «premium», hanno «margine» per trasferire gli aumenti dei costi ai clienti. © Massimo Pedrazzini
Generoso Chiaradonna
26.07.2025 06:00

La Svizzera resta un porto sicuro per i capitali internazionali, ma la politica tariffaria americana mette alla prova anche la solidità delle aziende elvetiche. Gli Stati Uniti, infatti, sono da anni il principale mercato di esportazione del Paese, con oltre 50 miliardi di franchi svizzeri di merci esportate ogni anno.

Secondo Marc Hänni, responsabile azioni svizzere di Vontobel, il peso dei dazi sarà tuttavia più selettivo che strutturale: «Le società svizzere hanno storicamente dimostrato una grande flessibilità nell’adattarsi ai mutamenti globali. Non vediamo un rischio sistemico, ma differenze significative tra i vari settori e modelli di business».

Chi rischia di più

Le aziende senza leadership globale o senza capacità di imporre prezzi, scrive Hänni, rischiano di più, in particolare: il segmento medio dell’orologeria, dove il consumatore è sensibile al prezzo e i margini sono limitati; alcune imprese dell’alimentare di massa, prive di posizionamento premium.

Questi operatori, privi di pricing power, difficilmente potranno compensare l’aumento dei costi legato ai dazi.

Chi può uscirne rafforzato

Diversa la situazione per i campioni del lusso e delle nicchie industriali, che hanno marchi forti e una domanda meno elastica: Richemont (gioielleria di alta gamma, con marchi come Cartier e Van Cleef & Arpels); Lindt & Sprüngli, il colosso del cioccolato premium; VAT Group, specialista nelle valvole per semiconduttori, capace di trasferire l’aumento dei costi ai clienti nonostante il 18% del fatturato proveniente dagli USA e la mancanza di impianti locali.

Small e mid cap in recupero

Se le large cap dello Swiss Market Index (SMI) possono contare su reti globali e leadership consolidate per attutire i dazi, le small e mid cap, che hanno sofferto negli ultimi anni per le tensioni geopolitiche e l’energia cara, stanno vivendo una fase di recupero.

Dal secondo trimestre 2024 i titoli a media e piccola capitalizzazione hanno iniziato a risalire e secondo Vontobel potrebbero beneficiare della ripresa europea e di valutazioni più interessanti nei prossimi trimestri.

La strategia secondo Vontobel

Per gli investitori, l’approccio suggerito è chiaro: puntare su aziende premium, leader di nicchia e con capacità di difendere i margini, evitando i player esposti a dinamiche di prezzo eccessivamente sensibili. Grazie alla prevista ripresa economica in Europa, che emerge dai sondaggi dei responsabili degli acquisti, le società a piccola capitalizzazione hanno potuto recuperare valore dall’inizio del secondo trimestre di quest’anno. Vontobel ritiene che questa tendenza sia destinata a continuare.

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