Metalli preziosi

L'oro si prende una «pausa», ma la corsa non si fermerà

Dopo il massimo storico di 4.360 dollari l’oncia, il prezzo del metallo giallo è sceso sotto quota 4 mila - Gli esperti prevedono però rialzi nei prossimi anni, spinti dalle tensioni globali, gli acquisti delle banche centrali e le attese sui tassi d’interesse
Da inizio anno il prezzo dell’oro è salito di oltre il 50%. © DPA/Uli Deck
Dimitri Loringett
27.10.2025 23:27

I segnali di distensione sul fronte della guerra commerciale tra USA e Cina stanno dando un po’ di respiro alla straordinaria corsa al rialzo dell’oro: dopo aver toccato, all’inizio della settimana scorsa, il livello massimo storico a quota 4.360 dollari l’oncia, ieri le quotazioni del metallo giallo sono scese sotto la soglia di 4 mila dollari l’oncia, attorno a quota 3.970 - un calo di quasi 400 dollari, pari a-9% circa, in sette giorni.

Ma parlare di una fase ribassista è prematura, se non inopportuna. Secondo un sondaggio condotto da Reuters, infatti, la serie positiva dell’oro dovrebbe protrarsi anche nel prossimo anno, con gli analisti che prevedono per la prima volta un prezzo medio annuo superiore ai 4 mila dollari l’oncia. Il sondaggio condotto su 39 analisti e operatori di mercato ha restituito una previsione mediana di 3.400 dollari l’oncia troy d’oro (31,1 grammi) per il 2025, in aumento rispetto ai 3.220 dollari di luglio. Si prevede inoltre che i prezzi raggiungeranno una media di 4.275 dollari nel 2026, in forte aumento rispetto ai 3.400 dollari di tre mesi prima.

Quest’anno l’oro ha ripetutamente infranto record su record e guadagnato oltre il 50%, ponendolo sulla buona strada per registrare la sua performance annuale più elevata dalla crisi petrolifera del 1979, quando le quotazioni del metallo prezioso salirono del 126% circa.

L’oro, tradizionale bene rifugio in periodi di incertezza, ha guadagnato terreno principalmente a causa delle crescenti preoccupazioni geopolitiche, delle tensioni commerciali e dall’indebolimento del dollaro, con gli acquisti delle banche centrali e gli afflussi verso gli ETF (exchange traded fund) che ne hanno sostenuto l’ascesa. Anche le aspettative di almeno un taglio dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve (mercoledì è prevista una comunicazione in tal senso) hanno sostenuto finora le quotazioni dell’oro.

Sebbene si preveda un continuo aumento del prezzo del metallo fino al 2026, il relativo ritmo potrebbe diminuire. Secondo gli analisti, infatti, la persistente incertezza dovrebbe sostenere il rialzo, con le banche centrali che dovrebbero continuare ad acquistare oro per diversificare le riserve e gli investitori che considerano sempre più il metallo come un asset fondamentale del portafoglio anziché un investimento speculativo.

Pure l’argento mantiene la rotta

Gli analisti interrogati da Reuters hanno anche rivisto al rialzo le previsioni sul prezzo dell’argento, che ora dovrebbe attestarsi in media a 38,45 dollari nel 2025 e a 50 dollari nel 2026.

L’argento, bene rifugio e soprattutto metallo industriale, ha guadagnato circa il 65% quest’anno, raggiungendo, la settima scorsa, il massimo storico a quota 54,47 dollari.