La storia

Se lo yacht confiscato è un problema

Gli Stati Uniti, per legge, devono garantire la manutenzione di Tango, il barcone di Viktor Vekselberg sequestrato a Maiorca
Marcello Pelizzari
17.04.2022 09:03

Tango, vi dice niente? No, non il ballo. Il superyacht di Viktor Vekselberg, sì. Sequestrato dalle autorità spagnole su richiesta degli Stati Uniti. Con un’operazione da film, in pieno giorno, nel porto di Maiorca alle Baleari. Una vittoria schiacciante e di alto profilo per la neonata unità KleptoCapture del Dipartimento di Giustizia americano, istituita per rintracciare i beni degli oligarchi russi sanzionati e di altre persone vicine al presidente Vladimir Putin.

Una vittoria, verrebbe da dire, avvelenata. Già, perché Washington – ora – dovrà pagare la manutenzione del barcone. Il cui valore oscilla fra i 95 e i 120 milioni di dollari a seconda delle stime. Roba da ricchi, ricchissimi: sette cabine per un totale di 14 ospiti e un equipaggio di 22 persone. 

Perché paga l’America?

A chiarire il concetto, beh, è stato Andrew Adams. Il procuratore federale a capo dell’unità KleptoCapture. È dovere dei funzionari governativi e, quindi, degli Stati Uniti mantenere un bene confiscato in buone condizioni. 

Tradotto, nel caso degli yacht sequestrati significa controllare che le barche siano coperte da assicurazione e, soprattutto, che qualcuno esegua i lavori necessari affinché non perdano di valore mentre sono nelle mani del governo americano.

«Ci sono persone nel Dipartimento di Giustizia che lavorano a stretto contatto con le compagnie di assicurazione, le società di gestione degli yacht e quelle di gestione marittima» ha raccontato Adams. «Sì, dobbiamo assumerci una simile responsabilità».

Perché era stato sequestrato?

Il Tango non è soltanto un megayacht. È un simbolo. Dei legami fra gli oligarchi e Putin. Del cosiddetto sistema. Lungo 78 metri, appartiene appunto a Vekselberg. Miliardario vicinissimo al presidente, tant’è che gli Stati Uniti lo avevano sanzionato già nel 2018.

La barca, costruita nei Paesi Bassi, può vantare altresì un salone di bellezza, una spa e una piscina con idromassaggio. È stata sequestrata «sulla base della violazione degli statuti statunitensi in materia di frode bancaria, riciclaggio di denaro e sanzioni».

I porti europei, dall’invasione russa dell’Ucraina, sono stati il teatro di confische importanti. Secondo Bloomberg, nelle reti della giustizia sono finiti oltre una dozzina di yacht per un valore combinato di 2,3 miliardi di dollari.

Quanto costa mantenere uno yacht?

Bene, ma quanto costa mantenere uno yacht? Il prezzo, evidentemente, è elevato. In genere, il costo operativo annuale di una barca così sofisticata è pari al 10% del suo valore. Nel caso di Tango, siamo attorno ai 9,5 milioni. Una sciocchezza, quantomeno se pensiamo che la Germania ha appena confiscato il più grande yacht del mondo, il Dilbar di Alisher Usmanov, che il Tesoro americano ha valutato tra i 600 e i 750 milioni di dollari. Ahia.

Gli Stati Uniti, di sicuro, avranno bisogno di personale esperto per gestire lo yacht di Vekselberg. Difficile mantenere i membri dell’equipaggio attuali, considerando che erano dipendenti di un individuo sanzionato da Washington. Molti di loro, fra l’altro, hanno comunque letteralmente abbandonato la nave. Il Dipartimento di Giustizia, a tal proposito, ha garantito di essere a stretto contatto con diverse società che gestiscono barche di questo tipo.

Ma chi è Viktor Vekselberg?

Nato in Ucraina, residenza a Zugo con investimenti in grandi gruppi industriali elvetici, fra cui Sulzer, Oerlikon e Swiss Steel, Viktor Vekselberg per anni è stato accusato di essere molto, troppo vicino al Cremlino. In Russia ha costruito un vero e proprio impero dopo il crollo dell’Unione Sovietica e la conseguente privatizzazione dell’alluminio. Con il suo gruppo, Renova, ha investito pure nei campi dell’energia, dell’immobiliare, dei metalli preziosi e delle telecomunicazioni.

Curiosamente, ma nemmeno troppo, un tempo era considerato il più «occidentale» degli oligarchi, tanto che molti lo vedevano come un ambasciatore russo negli Stati Uniti. Era un donatore del MIT, il prestigioso Massachusetts Institute of Technology, e di molte altre istituzioni. Dall’oggi al domani, però, è diventato persona non grata in America. Diciamo pure nemico. Prima il sospetto di interferenza con le presidenziali del 2016, quindi la lista nera del Tesoro. Infine, complice la guerra, la confisca di Tango.

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