World Economic Forum

«Sono convinto che Putin non vincerà»

Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ribadisce con forza il sostegno all’Ucraina sul piano politico, economico e anche dell’armamento – L’Europa uscirà dalla dipendenza dall’energia di Mosca – Gli obiettivi di un mondo multipolare e di una globalizzazione che sia intelligente e sostenibile
Lino Terlizzi
Lino Terlizzi
26.05.2022 21:59

Atteso, è arrivato l’intervento del cancelliere tedesco Olaf Scholz, nell’ultima giornata del World Economic Forum di Davos, tornato in presenza fisica dopo due edizioni online, in maggio anziché in gennaio come da tradizione. Il cancelliere ha chiuso i lavori di questa edizione ed ha rispettato le attese per quel che riguarda l’articolazione del discorso, basato in sostanza su due versanti di gran lunga principali, cioè guerra in Ucraina e ordine mondiale, sia dal punto di vista politico sia da quello economico. La guerra in Ucraina ha d’altronde, inevitabilmente, percorso largamente gli incontri e i dibattiti di questo Forum, con i suoi capitoli umani e politici anzitutto e poi anche economici. Assente la Russia perché non invitata, poco presente la Cina (molta India invece), meno rappresentati rispetto ad altre edizioni gli USA, l’Europa ha assunto un ruolo più ampio – con la Svizzera peraltro ben in evidenza con le sue iniziative, tra cui la Conferenza di Lugano sull’Ucraina in luglio – e per molti aspetti la conclusione di fatto affidata a Scholz è stata coerente con l’impalcatura dell’edizione.

Attacco inaccettabile

«Putin non deve vincere e sono convinto che non vincerà», ha scandito il cancelliere tedesco, aggiungendo che «la Russia ha già mancato i suoi obiettivi strategici». Scholz ha affermato che non passerà una pace dettata dalla Russia, «non l’accetterà l’Ucraina e non l’accetteremo noi». Per il cancelliere tedesco «Putin si siederà a un tavolo negoziale solo quando avrà capito che non può vincere questa guerra e per questo noi supportiamo l’Ucraina con la massima determinazione. Perciò, anche, la Germania ha deciso per la prima volta di inviare armi a un paese terzo in conflitto. Abbiamo anche deciso di rafforzare il nostro esercito per assicurarci di essere in grado di difenderci, a questo scopo cambieremo la nostra Costituzione».

L’invasione dell’Ucraina ha fatto emergere un ritorno all’imperialismo e all’uso della guerra come strumento di politica, ha detto il cancelliere, la Russia ha rotto equilibri e assetti che si erano formati e consolidati nell’arco di molti decenni. «Putin si comporta come se avesse il diritto di cambiare i confini e quello all’Ucraina è un attacco al sistema di cooperazione mondiale creato dopo la Seconda guerra mondiale. Ma in risposta all’invasione l’Europa si è rafforzata e Putin ha sottovalutato la determinazione del G7. Svezia e Finlandia vogliono entrare nella NATO e saranno accolte a braccia aperte», ha detto Scholz, che ha anche sottolineato l’unità con i partner pure sul fatto che la NATO non debba diventare una parte del conflitto.

Per quel che riguarda il consistente capitolo delle fonti di energia, che era già sotto i riflettori e che ancor di più lo è ora con le tensioni provocate dall’invasione russa dell’Ucraina, il cancelliere tedesco ha ribadito il cambiamento di linea della Germania e dell’Unione europea. «Entro fine anno terminerà la dipendenza dal petrolio russo e stiamo lavorando per far cessare anche la dipendenza dal gas russo», ha affermato. «Stiamo lavorando anche per dotarci delle infrastrutture necessarie, tutto ciò avrà un impatto sull’economia europea attraverso l’aumento dei prezzi dell’energia e in particolare sulla Germania che è un Paese industriale; aiuteremo le imprese con prestiti e capitale, investiremo nella trasformazione dell’economia», ha aggiunto Scholz.

Deglobalizzare è sbagliato

Sul quadro più complessivo degli equilibri mondiali, i cardini al centro della scena per Olaf Scholz devono essere il multipolarismo politico e il multilateralismo economico. «Stiamo vedendo cosa significa lavorare in un mondo multipolare, il bipolarismo fa parte del passato, non credo nel bipolarismo USA-Cina. L’Unione europea sta iniziando a convertire il suo peso economico in influenza politica», ha spiegato il cancelliere tedesco. «In questo mondo multipolare – ha aggiunto – molte regioni stanno chiedendo più influenza anche sulla base del loro crescente peso economico e demografico, ma questo non pone minacce, c’è piuttosto uno spostamento degli equilibri, dobbiamo esplorare nuove vie per la cooperazione. L’aggressione russa all’Ucraina ha fatto vedere chiaramente che un mondo multipolare non può essere un mondo senza regole». Va tenuta alta l’attenzione ai diritti umani e ogni pretesa egemonica va respinta, ciò vale anche per la potenza Cina, ha detto il cancelliere.

Deglobalizzare il mondo non è una buona idea, ha affermato Scholz. La globalizzazione ha portato nel complesso molti vantaggi, serve semmai «una globalizzazione intelligente, con nuove forme di cooperazione». Una globalizzazione solidale e, con riferimento alle vaste tematiche del clima e sull’ambiente, anche sostenibile. Occorre prendere sul serio le preoccupazioni che oggi da più parti vengono sulle strettoie nelle catene di rifornimento, sulle dipendenze per alcune produzioni, sull’inflazione, ma le risposte giuste vengono dal multilateralismo, dall’apertura economica e dalla diversificazione delle attività, non dall’isolamento, dalle barriere, dal protezionismo, ha concluso il cancelliere tedesco.

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