Vaud ha puntato sull'eccellenza, il caso della EHL di Losanna

Il Canton Vaud, nella Svizzera francofona, è diventato negli ultimi anni uno dei principali centri accademici e scientifici d’Europa. L’istruzione e la ricerca occupano un ruolo centrale nelle politiche pubbliche e nello sviluppo economico vodese.
Al centro del sistema accademico di Vaud si trova l’École Polytechnique Fédérale de Lausanne (EPFL), una delle due scuole politecniche federali svizzere, conosciuta per la ricerca in ingegneria, informatica, scienze dei materiali e biotecnologie. Negli ultimi anni l’EPFL ha attratto docenti e studenti da tutto il mondo, consolidando una reputazione internazionale comparabile a quella dei principali atenei tecnici europei e che compete con istituti analoghi di oltre Atlantico. Accanto all’EPFL troviamo l’Università di Losanna (UNIL), specializzata nelle scienze umane, sociali, giuridiche e ambientali, e dotata di un importante polo medico in collaborazione con il Centro ospedaliero universitario di Losanna (CHUV).
Ma Vaud non è solo un concentrato di università prestigiose. È un ecosistema vivo, dove ricerca e impresa dialogano costantemente. Basta pensare che qui hanno sede importanti multinazionali come Nestlé (alimentazione), Logitech (elettronica di consumo), Medtronic (tecnologie medicali), Bobst (macchinari per imballaggi), Tetra Laval (gruppo attivo negli imballaggi che comprende la più nota Tetra Pak). Insomma, attorno ai campus di Losanna e dintorni si sono sviluppati parchi scientifici, centri di innovazione e startup tecnologiche sostenute da investimenti pubblici e privati. Il Cantone ha scelto di puntare forte su settori strategici come le scienze della vita, l’energia sostenibile, la robotica e l’intelligenza artificiale, con investimenti di centinaia di milioni di franchi svizzeri in infrastrutture e laboratori. Un modello che attira ogni anno migliaia di ricercatori e studenti da tutto il mondo. Completano il quadro alcune scuole di eccellenza con vocazione internazionale, come l’ EHL (nato come Ecole Hôtelière de Lausanne) e l’IMD, istituto di business management.
La particolarità dell’EHL
Fondata nel 1893 da Jacques Tschumi, direttore dell’Hôtel Beau-Rivage Palace di Losanna per le esigenze di formazione del personale alberghiero locale – i primi corsi si tennero presso una camera dell’Hôtel Angleterre –, struttura ancora esistente, l’EHL è considerata la prima scuola al mondo della formazione alberghiera e del management dell’ospitalità. Dalla prima sede con pochi studenti all’attuale campus immerso sulle colline di Losanna, la scuola ha attraversato più di un secolo di evoluzione del settore, accompagnandone la trasformazione da arte dell’accoglienza a disciplina manageriale. «La forza dell’EHL è aver saputo mantenere un equilibrio fra tradizione e innovazione», spiega Cédric Poretti, decano associato e professore di contabilità e analisi finanziaria all’EHL Hospitality Business School. «Formiamo professionisti capaci di gestire strutture complesse, ma anche di comprendere la dimensione umana del servizio».
Oggi l’EHL Hospitality Business School conta più di 3 mila studenti provenienti da oltre 120 Paesi. I corsi si svolgono in inglese e in francese, con programmi che spaziano dalla gestione alberghiera al marketing, fino alla sostenibilità e alla finanza. La scuola è parte del gruppo EHL, che include anche un campus a Singapore e una filiale dedicata alla formazione professionale a Passugg, nei Grigioni.
Secondo Poretti, il successo dell’istituto è legato alla capacità di adattarsi ai mutamenti del settore. «L’ospitalità di oggi non è più solo hotel e ristoranti. Parliamo di esperienze, di agilità interculturale, di cultura del servizio applicata anche a settori come la sanità, il lusso, la tecnologia e la finanza. Non è raro che alcuni dei nostri laureati conquistino posizioni di rilievo in aziende diverse dall’ospitalità e il turismo».
Investiti 250 milioni di franchi
Nel modernissimo campus di Losanna, inaugurato nel 2022 dopo un importante progetto di ampliamento costato 250 milioni di franchi, gli studenti alternano lezioni teoriche e laboratori pratici. Vi è anche un internato con 800 posti letti. Ristoranti didattici, tra cui lo stellato Michelin Le Barceau des Sens gestito da studenti del primo anno seguiti da professionisti rinomati, simulazioni di gestione e progetti reali con aziende internazionali permettono di mettere subito in pratica ciò che si apprende in aula. «Il modello svizzero resta la nostra base», aggiunge Poretti. «Pratica e teoria sono imprescindibili. Il primo anno di studi del programma del Bachelor in International Hospitality Management, per esempio, è dedicato completamente alla pratica. Tutti i nostri studenti devono confrontarsi con la cucina, il servizio a tavola, la preparazione di dolci e pane, come pure imparare a degustare e consigliare vini e cocktail e tutto ciò che ha che fare con l’ospitalità». Insomma, precisione, affidabilità e rigore. «Il nostro obiettivo è formare leader globali, persone in grado di capire culture diverse e di innovare senza dimenticare la qualità del servizio», aggiunge Poretti che ha origini luganesi.
Particolarità confermate da Chiara Balzaretti, studentessa italiana all’ultimo anno che ha fatto da ambasciatrice dell’EHL durante la nostra visita e che al termine degli studi vuole indirizzarsi verso il mondo della moda. «Molti studenti all’inizio sottovalutano l’aspetto accademico, non si aspettano che durante gli studi ci siano tanti corsi di matematica, contabilità, finanza, statistica e marketing che richiedono molto impegno e attitudine per i numeri».
Centro di ricerca applicata
Che sia una scuola aperta sul mondo, ma selettiva lo ammettono anche Florence Heyd, Admissions and Enrollment Manager – possibili in due momenti dell’anno (settembre e febbraio) – e Fabrizio Trivella, ex alunno dell’EHL e ora Admissions Officer. «Accogliamo studenti da tutto il mondo, con gli studenti svizzeri in prevalenza. E proprio per colmare eventuali lacune in matematica, ma anche in inglese e francese (le due lingue in cui è possibile studiare), organizziamo dei corsi preparatori».
Oltre alla formazione, l’EHL è anche un centro di ricerca applicata. I suoi studi sul comportamento dei consumatori, sulla digitalizzazione dei servizi e sulla sostenibilità vengono utilizzati da gruppi alberghieri e società di consulenza in tutto il mondo. L’alumni network conta più di 30 mila professionisti in 150 Paesi, molti dei quali ricoprono ruoli di vertice nei principali Gruppi internazionali.
A più di 130 anni dalla fondazione, l’EHL si conferma un punto di riferimento nel settore. «L’ospitalità è cambiata, ma resta un mestiere incentrato sugli aspetti umani», conclude Poretti. «Dietro ogni algoritmo, ogni piattaforma o catena globale, c’è sempre un sorriso, un gesto, un’accoglienza. È su questo che costruiamo la nostra identità».
Ambasciatrice di valori svizzeri
L’EHL di Losanna è internazionalmente conosciuta come EHL Hospitality Business School. È considerata la migliore università di management alberghiero al mondo. È stata fondata nel 1893 con il nome di Ecole hôtelière de Lausanne e offre programmi di business legati all’ospitalità e alla gestione alberghiera. Oltre al campus principale a Losanna, la scuola ha strutture anche a Singapore e a Chur-Passugg. La scuola combina la conoscenza del settore alberghiero con lo sviluppo di competenze trasversali. Gli studenti apprendono da esperti accademici e professionisti e mettono in pratica le loro abilità attraverso tirocini ed esperienze sul campo. Il campus di Losanna vanta anche un ristorante stellato Michelin, il «Le Berceau des Sens», che funge da laboratorio didattico per gli studenti. La scuola accoglie studenti di oltre 120 Paesi.

