Domande e risposte

Elettricità, scudo ripensato

Il Consiglio federale mantiene, modificandolo in diversi punti, il piano di salvataggio di dieci miliardi di franchi per le grandi aziende – L’obiettivo è garantire l’approvvigionamento in caso di sviluppi straordinari del mercato – Le critiche dell’USAM : «Economia pianificata»
Giovanni Galli
19.05.2022 06:00

Dopo le critiche emerse nella consultazione, il Governo ha ritoccato il piano d’intervento a sostegno del settore elettrico. I consiglieri federali Simonetta Sommaruga e Ueli Maurer hanno presentato una legge federale urgente sugli aiuti finanziari alle imprese di importanza sistemica.

1. Perché il Consiglio federale ha messo a punto un piano di salvataggio?
Dalla fine del 2021 c’è stato un forte aumento dei prezzi dell’energia. Secondo il Governo, le imprese del settore elettrico hanno bisogno di maggiori risorse finanziarie per coprire le garanzie finanziarie previste dalle regole del mercato. Dallo scoppio della guerra in Ucraina, la situazione si è ulteriormente aggravata: i mercati sono esposti a una volatilità dei prezzi senza precedenti. Un’impennata del prezzo dell’energia elettrica o del gas, causata ad esempio da un’improvvisa interruzione delle forniture di gas russo o da un’inadempienza non controllabile di una grande impresa, potrebbe provocare una reazione a catena mettendo in pericolo la sicurezza dell’approvvigionamento di energia elettrica in Svizzera. Uno scenario che il Governo vuole evitare.

2. Come intende intervenire la Confederazione?
Berna vuole assicurare l’approvvigionamento di energia elettrica in caso di sviluppi straordinari del mercato che le imprese del settore dell’energia elettrica non sono in grado di fronteggiare da sole. La legge federale crea la base legale per concedere a titolo sussidiario aiuti finanziari sotto forma di mutui. Questi aiuti sarebbero destinati al salvataggio delle imprese del settore di rilevanza sistemica. Al Parlamento viene sottoposto un credito d’impegno di 10 miliardi di franchi per garantire a queste imprese, in tempi brevi, la liquidità necessaria. Questi aiuti, in ogni caso, sono previsti esclusivamente in via sussidiaria. Le imprese, i loro proprietari (Cantoni, Comuni e privati) e i loro finanziatori (banche, obbligazionisti) devono adottare tutti i provvedimenti necessari per disporre della necessaria liquidità.

3. Quali sono le imprese interessate?
Per le tre maggiori imprese elettriche svizzere, Alpiq, Axpo BKW, considerate d’importanza sistemica, l’assoggettamento è automatico. Secondo il Consiglio federale, un assoggettamento puramente volontario non è un’opzione praticabile, perché potrebbero verificarsi situazioni in cui queste società non sono più in grado di raccogliere da sole in tempo utile la liquidità necessaria e il loro fallimento metterebbe in pericolo l’approvvigionamento elettrico in Svizzera. Il Dipartimento federale dell’energia può ampliare la cerchia delle imprese di rilevanza sistemica. Non intende comunque rendere il piano di salvataggio accessibile a tutti, pena la creazione, di fatto, di un istituto statale di credito agevolato per il settore energetico.

4. A quali condizioni potranno essere concessi i mutui?
Per evitare falsi incentivi (un potenziale aiuto finanziario non deve spingere le imprese ad assumere rischi maggiori o i proprietari a limitare i propri sforzi nell’adottare le misure necessarie), il sostegno finanziario della Confederazione è vincolato al rispetto di condizioni severe: prescrizioni sulla trasparenza, tassi d’interesse conformi al mercato, un supplemento di rischio e il divieto di distribuire dividendi. Le imprese assoggettate dovranno pagare ciascuna un importo forfettario annuo di 10-20 milioni di franchi, destinato a coprire i costi che la Confederazione ha sostenuto per mettere a disposizione la liquidità. Per Maurer è una sorta di «premio assicurativo» giustificato visto che si tratta di erogare crediti elevati nel giro di 48 ore. Quanto al supplemento di rischio è compreso tra il 4 e il 10%. Un importo «considerevole», pensato per stimolare le aziende a fare tutto il possibile per ottenere finanziamenti dai loro proprietari. Dal canto loro, i Cantoni dovranno rimborsare alla Confederazione la metà delle eventuali perdite sui mutui. In cambio riceveranno il 50% delle entrate generate dal supplemento di rischio.

5. Cosa è cambiato rispetto alla proposta originaria?
Gli obblighi di informazione e l’entità del supplemento di rischio (inizialmente del 20%) sono stati attenuati. Berna rinuncerebbe anche alla costituzione in pegno automatica, per legge, delle azioni dell’impresa all’atto della concessione del mutuo, unitamente alle possibilità di intervenire nella gestione operativa. Il Governo propone anche che un’impresa di rilevanza sistemica possa in larga misura essere esclusa dalla legge se può contare, in termini di liquidità, su un sostegno cantonale equivalente a quello federale.

6. Quali saranno i prossimi passi?
La legge è valida fino al 2026. In seguito dovranno essere adottati provvedimenti in grado di rendere il settore elettrico più resiliente in caso di crisi e il piano di salvataggio superfluo. Il Governo ha voluto coinvolgere il Parlamento per evitare di ricorrere al diritto di necessità, come nel caso di Swissair e UBS. L’auspicio è che il Parlamento si occupi subito del dossier , con procedura d’urgenza. Ma il Nazionale, già negli scorsi giorni, aveva deciso di esaminarlo in settembre. Solo gli Stati lo faranno già in giugno.

7. Come è stata accolta la nuova versione?
Il testo messo in consultazione in aprile era stato contestato dalla maggioranza dei partiti e delle associazioni interessate. Secondo l’Associazione delle aziende elettriche svizzere (AES), le condizioni poste dal Governo erano «sproporzionate e di una portata senza precedenti». Ieri, a stretto giro di posta, è intervenuta l’USAM, secondo cui i Governo ha imboccato la strada sbagliata. «Il progetto non risolve alcun problema reale, come la carenza di elettricità. Al contrario, porta il settore elettrico ancora più verso un’economia pianificata. Il contribuente dovrà ora occuparsi del compito più elementare della gestione di un’azienda, ovvero la gestione della liquidità».

In questo articolo: