Tendenze

Eppure il denaro contante resta popolare in Svizzera

Nonostante il predominio delle carte di credito e dei pagamenti elettronici, nel 2022 quasi un terzo delle transazioni sono state effettuate con borsellino alla mano
© Chiara Zocchetti
Dimitri Loringett
17.02.2023 06:00

Agli svizzeri il denaro contante piace ancora. E un mezzo di pagamento ampiamente utilizzato nonostante stia conoscendo un certo declino. Anzi, stando a quanto rilevato nell’ultimo rapporto dello Swiss Payment Monitor stilato dall’Università di San Gallo e dalla Scuola universitaria professionale di Zurigo (ZHAW), nell’era post-pandemia pare che questa tendenza si sia arrestata. Secondo un sondaggio svolto su campione rappresentativo della popolazione (1.450 persone tra i 18 e gli 87 anni di età) ed effettuato a fine 2022, le transazioni con banconote e monete rappresentano una quota del 29% dei pagamenti quotidiani in Svizzera; seguono quelle con le carte di debito (27%), quelle di credito (18%) e i versamenti effettuati con dispositivi mobili (smartphone, tablet, smartwatch) attraverso sistemi quali Twint, Apple Pay o Samsung Pay. A titolo di confronto, nei tre anni pre-pandemici (2017-2020) l’utilizzo dei contanti nelle transazioni scese dal 70% al 43% circa, stando alle informazioni consultabili sul sito della Banca nazionale svizzera (BNS).

«Il contante viene utilizzato soprattutto per piccoli importi, fino a 20 franchi, e per questo motivo è usato frequentemente, ma svolge un ruolo meno importante in termini di giro d’affari», spiega Tobias Trütsch, economista all’Università di San Gallo, citato nella nota stampa dello Swiss Payment Monitor.

L’uso del contante varia sensibilmente in base alle caratteristiche sociali e all’età. Stando ai ricercatori di San Gallo e Zurigo, le persone con un livello di istruzione inferiore e un reddito più basso ricorrono più spesso al portafogli. Gli «under 30» utilizzano il contante per il 28% dei pagamenti: la quota scende al 24% per le persone di età compresa tra i 30 e i 44 anni, per poi salire al 38% con l’avanzare dell’età fino agli «over 60». C’è chi però ha anche abbandonato completamente banconote e franchetti: circa una persona su sei in Svizzera, infatti, fa a meno del contante. Questo approccio aumenta con l’età e con l’aumentare del reddito; risulta inoltre meno comune nella Svizzera tedesca che in altre zone del Paese.

Spiccioli e biglietti (ancora) re

Stando ai dati della BNS, nel 2021 in Svizzera circolavano oltre 532 milioni di banconote per un valore di oltre 88 miliardi di franchi (circa il 12% del PIL nazionale). Il taglio più «gettonato» è quella da 100 franchi (27,9%), seguito da quello da venti (18,5%). Per i curiosi, segnaliamo che del super-taglio da mille franchi circolano circa 50 milioni di pezzi (9,4%).

Cifre e sondaggi a parte, ha ancora senso coniare monete e stampare banconote quando oltre i due terzi della popolazione adopera sistemi digitali o «cashless»? «Sì, a fronte della funzione crescente di riserva di valore che è dimostrata anche dal recente incremento della circolazione di banconote (anche se rapportata al Pil) a seguito della pandemia. Sebbene il contante per sua stessa natura si sottragga agli effetti della politica monetaria (per esempio, non vi si applicano tassi positivi o negativi) o sia di scarsa tracciabilità dinnanzi alle autorità, esso ha una funzione macroeconomica e sociale di grande rilievo», ci spiega Edoardo Beretta, professore titolare alla Facoltà di scienze economiche dell’USI. «Ritengo, quindi, che i policymaker svizzeri facciano bene ad avere finora coltivato un rapporto “forte” con il contante senza trascurare le opportunità date dalla continua innovazione in ambito finanziario e dei mezzi di pagamento».

Resta tuttavia la questione del riciclaggio. Ancora Beretta: «Certo, la “valigetta” di contante esiste ma la “parte da leone” la fanno i trasferimenti digitali. Limitare l’utilizzo del contante non mi pare una buona idea perché svolge sempre più la funzione di riserva di valore. In altre parole, in regimi monetari svincolati da legami con metalli preziosi, il contante sta assumendo la funzione di “àncora” contro le incertezze finanziarie, geopolitiche e anche informatiche».

L'iniziativa popolare a difesa di monete e banconote

Il popolo svizzero sarà presto chiamato a esprimersi sull’iniziativa «Sì a una valuta svizzera indipendente e libera con monete o banconote», lanciata dal Movimento per la Libertà Svizzera (MLS), che ha già raccolto oltre 110 mila firme valide. In sostanza, l’iniziativa mira a includere due capoversi all'articolo 99 della Costituzione federale sulla politica monetaria. La modifica di legge esige dalla Confederazione che il denaro contante sia sempre disponibile in quantità sufficiente e che la sostituzione del franco con un'altra moneta sia sottoposta al voto del popolo e dei cantoni.

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