Eventi meteo sempre più estremi

Il succedersi frequente di eventi meteo disastrosi pone molti interrogativi. Abbiamo chiesto agli esperti di MeteoSvizzera alcuni chiarimenti e alcune precisazioni.
Che cosa è successo ieri in Canton Ticino dal punto di vista meteorologico?
«Si può sicuramente dire che le zone più colpite sono state quelle del Sottoceneri, e in particolare il Mendrisiotto, con temporali particolarmente violenti, soprattutto nella prima fase. Sono state registrate raffiche di vento superiori, anche se di poco, ai 100 km/h, sia in pianura sia in montagna dagli anemometri di Stabio e di Lugano, quest’ultimo posizionato sul Generoso. Le raffiche di vento sono state forti, violente ed estese. L’anemometro di Stabio, tra l’altro, ha eguagliato il suo primato storico, registrando durante una fase di vento da nord il 25 marzo 2019. Com’è ovvio, temporali e vento hanno causato danni agli alberi, rotture di rami e sradicamenti».
Quanta acqua è caduta?
«I quantitativi di pioggia sono stati importanti a livello locale, ma lontano dai record: dai 30 mm per metro quadrato (o unità equivalente) in 20 minuti a Stabio ai quasi 40 mm di pioggia in 30 minuti a Coldrerio. Il pluviometro cantonale di Cabbio ha segnato più di 80 mm in 3 ore, precipitazioni torrenziali (downburst, una combinazione di piogge e raffiche di vento legate a una cellula temporalesca)».
L’evento di ieri è paragonabile a quello della scorsa settimana nel Mendrisiotto? E a quello in Vallemaggia?
«L’evento meteo di ieri non è paragonabile a quelli delle ultime settimane, semplicemente per il fatto che è scaturito dal passaggio a velocità sostenuta delle cellule temporalesche anche violente e non di cellule temporalesche rigeneranti sulla stessa regione, le stesse che nelle settimane scorse hanno causato precipitazioni eccezionali nelle località tristemente note per 4-6 ore di seguito. Chi ha osservato quanto accaduto ieri mattina ha notato come davvero, da un momento all’altro, si sia scatenato un tipico temporale estivo violento, di tipo supercellulare, in tutto simile a quello del 2021 che nel Locarnese provocò danni ingenti per esempio all’hangar dell’aeroporto di Magadino. Gli eventi della Valle di Muggio e dell’Alta Vallemaggia sono stati diversi, causati, come detto, dalla rigenerazione di cellule temporalesche sulla stessa regione. Temporali che hanno scaricato grandi quantitativi d’acqua ma non accompagnati da forti raffiche di vento».
Ormai si ha l’impressione che questi eventi siano diventati una normalità. È così?
«Guardando i dati del passato, ci sono effettivamente anni in cui la frequenza di situazioni temporalesche è elevata. L’ultimo anno con un’estate simile è stato il 2021, non molto tempo fa, quindi. In tanti ricorderanno come vi furono temporali improvvisi e forti nel Mendrisiotto, nel Bellinzonese, in Verzasca e nella Leventina, dove l’estate fu anche canicolare, con temperature elevate, ma intervallata dal passaggio di perturbazioni temporalesche. È chiaro che non vi furono danni così estesi come quelli avuti quest’anno, con un contributo di vite umane elevato. Si può tuttavia parlare di meccanismi, condizioni o situazioni meteo che, ad intervalli irregolari, caratterizzano le estati della regione alpina con perturbazioni temporalesche a ripetizione».
Ma perché questi fenomeni non si ripetono sempre, con regolarità?
«Nelle estati 2022 e 2023 le condizioni anticicloniche persistenti impedivano alle zone frontali di raggiungere la Svizzera e l’attività temporalesca è stata smorzata. Se la corrente a getto (jet stream), normalmente bassa, non si ritira verso latitudini più settentrionali - come spesso accade - l’attività temporalesca sull’Europa centrale, e quindi anche sulla Svizzera, resta importante. Allo stesso modo, l’arrivo di sistemi frontali in piena estate è spesso legata a un’attività temporalesca marcata».
Leggendo il sito di MeteoSvizzera si scopre che il 1816 fu un anno «senza estate». Sarà anche così il 2024?
«Quest’anno abbiamo avuto sinora un soleggiamento scarso, molte nubi e piogge abbondanti. Tuttavia, i dati mostrano che nelle ultime due settimane le temperature, anche in assenza di sole e anche con precipitazioni abbondanti, sono comunque elevate. L’estate, insomma, è arrivata. Nelle giornate di sole si superano facilmente i 30 °C. Nel mese di giugno sono state registrate temperature sotto norma, ma difficilmente sarà così anche a luglio. Il tema del surriscaldamento climatico persiste. Non possiamo considerare il 2024 un anno senza estate. Siamo costantemente sopra la norma, anche quella più recente relativa al trentennio 1991-2020. Soltanto a giugno abbiamo avuto temperature sotto norma, è la prima volta che accade in un mese estivo dopo molti anni. Ciò è stato reso possibile da due fattori: precipitazioni frequenti e persistente nuvolosità».
Che cosa dobbiamo aspettarci per il futuro?
«I dati dicono che le precipitazioni intense sono sempre più frequenti e gli accumuli d’acqua più abbondanti. Gli scenari climatici per la Svizzera, che saranno aggiornati nel corso del 2025, mostrano come in futuro l’estate sarà la stagione più problematica. Dovremo affrontare periodi canicolari e siccità, oppure situazioni alluvionali. In pratica, estati tendenzialmente e mediamente più secche intervallate da precipitazioni violente. Una estremizzazione degli eventi in cui si passerà da un estremo all’altro molto più velocemente che in passato». Vediamo cosa ci riserveranno le prossime settimane. Magari l’estate 2024 potrà proprio essere classificata come un’estate del futuro.