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Ferrovia 2050: il Ticino prende posizione

Si conclude la consultazione sulla strategia del Governo federale – Il Consiglio di Stato: «Bisogna puntare in modo deciso al completamento di AlpTransit e all’ulteriore sviluppo della ferrovia»
© CdT/ Chiara Zocchetti
Red. Online
12.10.2022 14:00

Era il 22 giugno. Il Consiglio federale presentava la direzione di marcia fino al 2050 (in consultazione fino a ottobre) per le ferrovie del futuro. Remigio Ratti, membro di «Pro Gottardo, ferrovia d’Europa», aveva parlato di «silenzio stampa deludente» sullo sviluppo ferroviario a Sud del Gottardo: «La Confederazione non si mostra all’altezza di una ferrovia del 21. secolo. Basti pensare che i treni fra Lugano e Milano oggi circolano a 45 km/h». Nella seduta odierna il Consiglio di Stato ticinese ha preso posizione sulla documentazione ricevuta. E ha convocato una conferenza stampa per presentarne i punti principali.

A titolo generale, il Consiglio di Stato condivide la strategia di puntare su una forte crescita della domanda. «L’impostazione volta a limitare gli investimenti nella rete – non prevedendo in un orizzonte ragionevole il completamento di AlpTransit in Ticino – risulta tuttavia incoerente con tale obiettivo». A mente del Governo - anche per dar seguito alla volontà del Gran Consiglio - è dunque necessario un cambio di paradigma per affrontare le sfide ambientali, energetiche e di mobilità del futuro. «Le risorse finanziarie destinate al settore vanno aumentate notevolmente, per evitare una sterile e controproducente concorrenza tra i Cantoni e tra le regioni».

Per garantire la qualità di servizio auspicata, a sud del San Gottardo sono sicuramente necessarie tre opere principali:
· Circonvallazione di Bellinzona (ordine di grandezza di costo: 1.6 mia CHF)
· Gronda Ovest – aggiramento del Gambarogno (4.5 mia CHF)
· Alptransit Sud – Lugano-Chiasso (7.1 mia CHF)
Risultano inoltre opportuni altri investimenti minori legati al servizio Eurocity/Intercity e alla rete regionale.

Viste queste premesse, per il Consiglio di Stato «si impone un cambio di scala con un quadro di riferimento dell’ordine di 100 miliardi di franchi per procedere speditamente e in modo coerente in tutta la Svizzera all’ammodernamento dell’infrastruttura». Il Cantone ritiene che 100 miliardi siano un ordine di grandezza adeguato. «Bisogna davvero alzare il livello, una cosa che la Confederazione secondo noi può permettersi», ha dichiarato il presidente del Consiglio di Stato, Claudio Zali.

La presa di posizione

«Pur trattandosi di cose che si faranno tra 10-20-30 anni, se non vengono dette dal Cantone forte e chiaro, poi si rischia che tra dieci anni ci si venga detto "ma durante la consultazione non l'avevate fatto presente", come accaduto con i collegamenti fino a Mendrisio e fino a Chiasso», ha detto in apertura della conferenza stampa Zali. «Abbiamo voluto sottolineare in maniera inequivocabile quali sono le richieste del Ticino».

Secondo uno studio commissionato dal Ticino, sono tre le opere necessarie nel nostro cantone: l'aggiramento ferroviario di Bellinzona e altre due opere (non concorrenti) sono il potenziamento dell'asse del Gambarogno, soprattutto a beneficio delle merci, e la prosecuzione di AlpTransit a sud di Lugano.

 Le richieste del Consiglio di Stato

«La Confederazione ipotizza che entro il 2050 ci sarà un aumento del 45% nella richiesta di trasporto delle persone e dell'80% per le merci - ha quindi aggiunto Martino Colombo, direttore della Divisione dello sviluppo territoriale e della mobilità -. Se vogliamo evitare che questa domanda non abbia una risposta, non è sufficiente aggiustare qua o là l'offerta di trasporto pubblico, ma ci vuole un salto di qualità».

Secondo il Ticino, nella strategia di Berna c'è incongruenza tra gli obiettivi "alti" e il basso budget messo sul tavolo. «E chiediamo che vengano subito deliberati i crediti per intervenire».

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Posto in consultazione oggi, è in linea con la Prospettiva FERROVIA 2050 e tiene conto del fatto che il maggiore potenziale di trasferimento alla rotaia risiede negli agglomerati e nei collegamenti tra questi ultimi e i centri regionali