Guerra

Finanziamenti all'UNRWA bloccati: «Israele non ha ancora fornito le prove sui legami con Hamas»

Nell'indagine preliminare dell'Ufficio delle Nazioni Unite per i servizi interni non emergono evidenze sul coinvolgimento di membri dello staff nell'attacco del 7 ottobre - Diverse ONG chiedono di ripristinare le donazioni: «I servizi umanitari sono fondamentali»
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Red. Online
01.03.2024 11:00

Israele non ha ancora fornito le prove del coinvolgimento di membri dell’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione della Palestina (UNRWA) nell’attacco compiuto da Hamas lo scorso 7 ottobre. Lo affermano gli ispettori delle Nazioni Unite, spiegando come un mese dopo le accuse lanciate dallo Stato ebraico contro una dozzina di membri dello staff dell’UNRWA, non vi siano ancora evidenze. L’ONU, riporta il Guardian, ha comunque fatto sapere che si aspetta di ricevere del materiale «a breve».

Le accuse israeliane contro i 12 dipendenti sono state particolarmente pesanti, perché hanno portato 16 grandi donatori (tra cui la Svizzera) a sospendere i contributi all’organizzazione che si occupa degli aiuti umanitari destinati alla popolazione palestinese, sottraendo alle casse dell’organizzazione entrate per un totale di 450 milioni di dollari. Tutto questo proprio mentre gran parte dei civili nella Striscia di Gaza sta soffrendo la fame, la sete ed è alle prese con epidemie.

Proprio ieri, 17 organizzazioni non governative dell’Unione europea hanno firmato un appello congiunto per ripristinare i finanziamenti all’agenzia di soccorso: «Esortiamo l'UE e gli Stati membri a prendere atto che altre agenzie umanitarie non possono svolgere il ruolo centrale dell'UNRWA a Gaza e con l'attuale crisi molte faranno fatica anche solo a mantenere le loro attuali operazioni senza la partnership e il sostegno dell'UNRWA», si legge sul sito ufficiale dell’ONU.

I donatori hanno congelato i fondi in attesa delle indagini indipendenti in corso da parte delle Nazioni Unite. L’UNRWA, dal canto suo, ha spiegato che la sospensione dei finanziamenti «avrà un impatto sull’assistenza salvavita per oltre due milioni di persone». L’organizzazione fornisce infatti servizi essenziali, dalla sanità all’istruzione, a quasi 6 milioni di palestinesi a Gaza, in Cisgiordania, in Libano, in Giordania e in Siria.

L'Ufficio delle Nazioni Unite per i servizi interni (OIOS) ha avviato un’indagine lo scorso 29 gennaio sulla scia delle accuse israeliane e mercoledì è stato consegnato un aggiornamento sul suo lavoro al segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres.

I diplomatici che hanno potuto visionare il rapporto preliminare hanno affermato che questo non contiene nuove prove da parte di Israele oltre alle accuse lanciate gennaio, le quali non erano supportate da alcuna evidenza. Il portavoce dell'ONU, Stéphane Dujarric, ha confermato che nell'indagine non c’è materiale che confermi le tesi dello Stato ebraico.

«Lo staff dell'OIOS ha in programma una visita in Israele per ottenere informazioni dalle autorità che potrebbero essere rilevanti per l'indagine», ha spiegato Dujarric.

Parallelamente all'indagine dell'OIOS, è in corso un’inchiesta più ampia delle attività e della neutralità dell'UNRWA, commissionata da António Guterres e guidata dall'ex ministra degli Esteri francese, Catherine Colonna.

Il Wall Street Journal settimana scorsa ha scritto che il Consiglio nazionale di intelligence degli Stati Uniti valuta come «poco attendibile» la presunta partecipazione di membri dello staff dell’UNRWA all’attacco di Hamas, in cui sono state uccise 1.200 persone, di cui la maggior parte civili.

Israele ha però fatto sapere tramite il ministro degli Esteri Israel Katz che il governo «fornirà tutto il materiale che dimostra il coinvolgimento dell'UNRWA nell’attacco terroristico». Dopo le accuse ai 12 membri dello staff, lo Stato ebraico ha pure affermato che un totale di 190 dipendenti dell'UNRWA, compresi alcuni insegnanti, erano militanti di Hamas o della Jihad islamica. L’UNRWA è un organizzazione umanitaria fondata nel 1949 e oggi conta 30 mila dipendenti, 13 mila dei quali impegnati a Gaza. Israele da tempo ne chiede lo smantellamento.