Università

Finisce in anticipo l'era Erez

Il Consiglio e il rettore hanno deciso di comune accordo di terminare anticipatamente il mandato – Resterà come professore ordinario Monica Duca Widmer: «Alla base divergenze sulla gestione amministrativa» – Michele Foletti: «Con lui un concreto avvicinamento con la Città»
©Chiara Zocchetti

Che qualcosa non funzionasse, all’USI, era ormai evidente da diverso tempo. Ma tutto si limitava a voci di corridoio, non ufficiali, che parlavano di una figura, quella del rettore, sempre più in bilico a causa di problemi riguardanti la gestione del personale e dell’università. E proprio ieri una notizia ormai già nell’aria ha trovato conferma in un comunicato ufficiale dell’Ateneo luganese: Boas Erez non sarà più il rettore dell’USI. La decisione, recita la nota stampa, è stata presa «di comune accordo» tra il Consiglio dell’Università e lo stesso rettore, che lascerà l’incarico a partire dal il prossimo 9 maggio, dopo il Dies academicus dell’USI ma continuerà la sua attività nell’ateneo in qualità di professore ordinario di matematica. Nella fase transitoria, in attesa della nomina del successore di Erez, sarà il prorettore Lorenzo Cantoni ad assumere la carica di vicario, supportato dai prorettori attualmente in carica e dall’aggiunto Giorgio Margaritondo. Ma come si è arrivati a questo passo? A pesare, a fronte degli «ottimi risultati in campo accademico» sono state le «divergenze di vedute con il Consiglio dell’USI sulla gestione amministrativa dell’Università». Alla radice del problema, vi sarebbero visioni profondamente diverse tra le parti per quanto concerne la governance dell’ateneo. A questo, poi, si è aggiunta nel tempo una serie di problemi legati alla gestione del personale. Episodi ripetuti che, nonostante diversi tentativi di mediazione, non hanno lasciato altra soluzione, se non quella di un cambio al vertice, con la partenza del rettore a poco più di un anno e mezzo dalla fine del suo mandato quadriennale. Mandato che, lo ricordiamo, gli era stato rinnovato a fine settembre 2019.

Tra passato, presente e futuro
Quel che è certo è che per il panorama accademico ticinese questo cambio in corsa è un punto di svolta importante. Il diretto interessato, da noi raggiunto, si è limitato a osservare che «dopo sei anni siamo arrivati al massimo dei risultati. È il momento giusto per lasciare». E nella nota stampa lo stesso ateneo ricorda i risultati ottenuti durante il rettorato di Erez: l’incremento della coesione del polo accademico della Svizzera italiana, con l’istituzione di una strategia comune USI-EOC per la ricerca in medicina umana e con l’affiliazione all’USI dell’IRSOL e della Facoltà di Teologia. A questi si aggiungono il rafforzamento del polo legato all’innovazione e alle start-up, così come l’internazionalizzazione dell’USI stessa. E non va dimenticato che l’Università conta ora 3.923 studenti, ossia il numero più alto dalla sua fondazione. Insomma, la decisione di interrompere qui il rettorato di Boas Erez si fonderebbe esclusivamente sulle «divergenze di vedute» sulla gestione amministrativa. «Ci sono state visioni differenti che hanno portato a questa decisione presa di comune accordo», conferma la presidente del Consiglio dell’Università, Monica Duca Widmer. Non hanno dunque influito, assicura la nostra interlocutrice, le dichiarazioni di Erez a sostegno dell’autogestione che tanto avevano fatto discutere negli scorsi dodici mesi. «È una questione che resta fuori dalle nostre mura». E anche a livello di immagine, secondo Duca Widmer l’ateneo non corre rischi: «Può capitare che un rettorato si interrompa a mandato in corso. Non è un avvenimento straordinario e l’Università andrà avanti».

«Incomprensione chiarita»
Anche il sindaco di Lugano Michele Foletti esclude che ci possano essere ripercussioni: «La continuità garantita dai prorettori dà un’idea di solidità dell’istituzione. Bisognerà capire come proseguiranno i rapporti con le altre università svizzere». «Non è una decisione abituale ma ritengo che se rettore e Consiglio dell’Università non erano in sintonia, allora è stata stata la scelta migliore per entrambi. Personalmente - aggiunge il sindaco - mi dispiace; ho un buon rapporto con Erez e con lui c’è stato un concreto avvicinamento tra l’USI e la Città». A questo proposito, Foletti cita la piattaforma Lugano Living Lab, il lavoro congiunto con l’EOC e il progetto dell’ex Macello». Ecco, appunto: l’ex Macello e l’autogestione. Temi sui quali Erez aveva preso posizione – seppure a titolo personale, come privato cittadino – scontrandosi anche con le istituzioni. Ma anche per Foletti, non è stato questo il casus belli: «C’era stata un’incomprensione con Marco (Borradori, ndr.) che è stata subito chiarita. Fa parte dello stile delle persone». Dal canto suo, il presidente dell’EOC, Paolo Sanvido ha ringraziato Erez «per l’ottima e proficua collaborazione che nell’interesse di sviluppo istituzionale ci ha sempre riservato. Ricordo che il rettore uscente è stato decisivo nello sviluppo dell’innovativo progetto di facoltà di BioMedicina che ha permesso alla CittàTicino di posizionarsi tra gli attori principali della formazione accademica dei nuovi medici e migliorare la nostra posizione di leadership sanitaria nel contesto nazionale».

«Nessuna sorpresa»
La decisione di ieri non è affatto una sorpresa, secondo Piero Martinoli, che per molti anni ha guidato l’ateneo. «Da tempo c’erano divergenze, e persino alcuni conflitti latenti, tra il rettore e il Consiglio dell’USI». E un primo segnale era arrivato una quindicina di giorni fa, quando era stata annunciata la riorganizzazione della gestione amministrativa dell’università (vedi l’edizione del 9 aprile). «Al di là, però, delle questioni interne, quanto accaduto non è affatto positivo per l’università, che subirà un danno di immagine. Boas Erez avrà avuto le sue responsabilità, ma anche il Consiglio dell’Università non ci ha fatto una bella figura». L’USI, comunque, «saprà risollevarsi, visto che è ben inserita a livello nazionale e internazionale. Anche se è indubbio che per gli atenei più grandi sia più facile assorbire questi colpi rispetto a una realtà più piccola, come la nostra. Mi auguro che il corpo accademico, ora, possa portare nuovamente un clima positivo all’interno dell’ateneo».

Si cerca (anche) un direttore
Il comunicato di ieri segue, come detto, un’altra nota stampa dell’ateneo in cui si annunciava una riorganizzazione con l’introduzione della figura del direttore operativo e la gestione amministrativa affidata a un Comitato di transizione. I concorsi per i ruoli di rettore e direttore operativo verranno pubblicati a breve a apriranno di fatto un nuovo ciclo in seno all’USI.

Correlati