Università

L'USI si riorganizza al vertice e cerca un direttore operativo

L'ateneo luganese si dà una nuova struttura per rispondere meglio alla crescita degli ultimi anni – Monica Duca Widmer: «È un passo naturale da compiere ma non è un ridimensionamento del ruolo del rettore»
Nico Nonella
09.04.2022 06:00

Riorganizzazione in vista all’Università della Svizzera italiana (USI). Come annunciato lo scorso 31 marzo dall’ateneo luganese, il Consiglio dell’Università ha approvato il nuovo organigramma dei servizi amministrativi che prevede, come novità principale, l’introduzione della figura apicale di direttore o direttrice operativo/a, «a guida – si legge in una nota stampa – di tutti i servizi e garante del loro coordinamento e della trasversalità». La nuova posizione sarà messa a concorso pubblico prossimamente.

Due ruoli separati

La gestione operativa viene ripresa da subito e fino all’arrivo di questa nuova figura professionale da un Comitato di transizione composto da Antoine Turner (presidente coordinatore), Guido Turati (esterno), Cristina Largader e Giovanni Zavaritt. Il Comitato di transizione avrà anche compiti specifici atti ad implementare l’organigramma e riferirà del suo operato alla Commissione amministrazione del Consiglio, commissione che fungerà anche da interfaccia con il rettore dell’USI Boas Erez e con il Rettorato. «Il Comitato, oltre a portare avanti l’attività amministrativa usuale, assicurerà la transizione dalla struttura amministrativa attuale a quella nuova e si scioglierà con l’entrata in carica del nuovo direttore o della nuova direttrice operativa», spiega al Corriere del Ticino la presidente del Consiglio dell’Università, Monica Duca Widmer. La nostra interlocutrice smentisce in modo categorico che la nuova figura professionale sia un “ridimensionamento” della figura del rettore, Boas Erez, finito nel mirino della critica in particolare della destra luganese per il suo sostegno all’autogestione: «Assolutamente no», taglia corto. «Il nuovo organigramma è stato approvato sia dal CU e che dal rettore, che lo supporta. La nuova struttura organizzativa consentirà al Rettorato di esercitare appieno le proprie attività accademiche, senza essere gravato dalla gestione amministrativa. Non vi è quindi alcuna interferenza in ambito accademico».

I tre principi

Nella nota stampa, l’ateneo spiega infatti che «la nuova struttura dell’organizzazione risponde all’esigenza di sostenere al meglio l’importante sviluppo vissuto dall’Università negli ultimi anni, grazie sia all’aumento del numero degli studenti sia a quello degli ambiti di attività e dei progetti di ricerca». Il nuovo organigramma, «che sarà affinato nel dettaglio in un dialogo strutturato con i servizi interessati, si ispira a tre principi ritenuti di particolare rilevanza: una chiara ripartizione dei ruoli e delle responsabilità tra la gestione accademica/istituzionale e la gestione amministrativa; una maggiore responsabilizzazione dei responsabili di servizio e un rafforzamento dei servizi laddove necessario. Determinante è pure la volontà di sviluppare ulteriormente le sinergie trasversali a diversi servizi, nelle Facoltà e a tutta l’organizzazione».