Firmata l’intesa sul Lucendro: «Ognuno ha ottenuto qualcosa»

Dopo quasi sette anni di trattative, Ticino e Uri hanno raggiunto un accordo per lo sfruttamento delle acque del Lucendro per i prossimi 60 anni.
È una decisione storica che mette fine a una lunga vertenza, ha commentato il consigliere federale e capo del Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni (DATEC), Albert Rösti, presente ad Airolo per la firma del memorandum.
L’intesa raggiunta prevede che i due Cantoni concedano lo sfruttamento per i prossimi 60 anni delle acque intercantonali della Reuss e del Ticino nella regione del Gottardo a una società partecipata in parti uguali (50% - 50%) con sede ad Airolo, che assicurerà la continuazione dell’esercizio degli attuali impianti della Lucendro SA.
Uri beneficerà di una quota maggioritaria sulla produzione, fissata in base alla proporzione in cui contribuisce alla creazione della forza idrica degli impianti, con ricadute positive in termini economici. Il Cantone Ticino si è invece assicurato la gestione operativa della produzione e la manutenzione degli impianti tramite l’azienda elettrica ticinese. L’AET, che partecipa all’accordo in qualità di gestore degli impianti della Leventina a valle di Airolo, potrà così avvalersi degli impianti del Lucendro per ottimizzare la produzione idroelettrica dell’intera catena, salvaguardando anche la sicurezza lungo il fiume Ticino. L’accordo infine giova anche al Comune di Airolo, che mantiene la sede della società e il personale operativo sul suo territorio.
Acque urane, acque ticinesi
Le discussioni erano iniziate nel 2013 quando Canton Ticino e Canton Uri decisero, ognuno per conto proprio, di non rinnovare la concessione per lo sfruttamento delle acque all’allora società che gestiva l’impianto, ossia Alpic.
Parallelamente al processo di riversione delle acque avviato dai due Cantoni con quella decisione, iniziarono anche le trattative per definire l’assetto della futura gestione alla scadenza della concessione.
Sin dall’inizio, Uri rivendicava la quota di maggioranza nella nuova società destinata a gestire l’impianto, sostenendo che la maggior parte delle acque utilizzate nella centrale del Lucendro (situata ad Airolo) provenisse dal proprio territorio. Per quanto il lago artificiale e gli impianti sono interamente in territorio ticinese, le autorità urane facevano valere il fatto che il 55% delle acque che alimentano la centrale proviene dal bacino idrografico della Reuss.
Dal canto suo, il Ticino difendeva la tesi opposta, sostenendo (sulla base di calcoli effettuati a norma di legge federale) di aver diritto al 60% della proprietà e, quindi, della commercializzazione dell’elettricità prodotta dall’impianto. Impianto che nel frattempo è stato acquistato da AET nel 2015, con nove anni di anticipo sul termine previsto per la sua riversione.
Di fatto le trattative - indipendentemente dal passaggio di proprietà da Alpic a AET - finirono in un nulla di fatto. Lo stallo si concretizzò nel 2022, quando, dopo l’ennesima fumata nera, il Canton Uri si rivolse al DATEC chiedendo un intervento come mediatore.
Ad Airolo, come detto, le parti hanno infine trovato un accordo, scongiurando un contenzioso legale che avrebbe inevitabilmente allungato i tempi per giungere a una soluzione giudiziaria.
«Soluzione equilibrata»
«Siamo soddisfatti», ha commentato il presidente del Consiglio di Stato Christian Vitta accompagnato dal vicepresidente Norman Gobbi e dal direttore dell’Azienda Elettrica Ticinese (AET) Roberto Pronini. «Si è trovato un buon equilibrio tra le opzioni sul tavolo. Ognuno ha potuto ottenere qualcosa».
In particolare, l’accordo chiarisce le relative quote di partecipazione dei Cantoni alla società che assicurerà la continuazione dell’esercizio degli attuali impianti; la ripartizione dell’energia prodotta; e a chi sarà affidata la gestione operativa dell’impianto. «Il capitale azionario sarà detenuto in parti uguali dal Canton Ticino e dal Canton Uri», ha spiegato Vitta. Il quale ha poi posto l’accento sul fatto che la gestione continuerà a essere garantita da AET. «L’azienda elettrica ticinese potrà così assicurare in alta valle i posti di lavoro e la sede legale ». Vitta ha poi sottolineato come l’intero progetto di riversione delle acque ticinesi stia procedendo in maniera coerente secondo una strategia precisa: «Oggi si aggiunge un nuovo tassello a un disegno più ampio», ha concluso Vitta.
Particolarmente soddisfatto anche il direttore di AET Roberto Pronini, il quale ha pure evidenziato come l’accordo permetta di garantire posti di lavoro e investimenti a sud delle Alpi. «Per ottimizzare lo sfruttamento delle acque della Leventina era inoltre fondamentale che AET mantenesse la gestione dei flussi sul Lucendro». L’acqua turbinata ad Airolo viene infatti sfruttata anche a Stalvedro, al Piottino e alla Biaschina. «Per AET era quindi essenziale gestire il controllo dei flussi a monte».
I prossimi passi
I dettagli tecnici e legali dell’accordo saranno ora perfezionati dai due Cantoni, prima di essere sottoposti ai rispettivi Parlamenti. A partire dal 1. gennaio 2025 e fino all’entrata in vigore delle nuove concessioni, la gestione provvisoria dell’impianto sarà garantita dall’attuale Lucendro SA sulla base di una decisione provvisionale rilasciata dal DATEC.