«Gestori e fiduciari disonesti? La stragrande maggioranza lavora bene»

Le parole dell’avvocato Paolo Bernasconi non sono passate inosservate, per usare un eufemismo. Commentando il processo a una società di gestione patrimoniale accusata di aver danneggiato i propri clienti per decine di milioni di franchi, l’ex magistrato aveva espresso tutto il suo disappunto per un sistema, quello ticinese, che a detta sua è troppo blando e distratto di fronte a chi opera illegalmente sulla piazza finanziaria. L’Associazione svizzera dei gestori patrimoniali, tuttavia, è d’accordo solo in parte con il legale luganese. Su certi aspetti non lo è affatto.
«Agiscono indisturbati»
«A Lugano – incalzava Bernasconi – non esiste alcuna prevenzione contro i disastri commessi da gestori patrimoniali e fiduciari disonesti, autorizzati o non autorizzati che siano. Com’è possibile che per anni abbiano potuto lavorare indisturbati senza che l’autorità di vigilanza e di ispettorato dei fiduciari abbia verificato quelle attività che il Ministero il pubblico considera delittuose? Del resto la FINMA non dispone di persone sulla piazza bancaria di Lugano, mentre l’ispettorato dei fiduciari ha lo stesso numero di persone di trent’anni fa».
«Non è il far west»
«Sono sorpreso dalle esternazioni di Bernasconi» commenta partendo «soft» l’avvocato Filippo Recalcati, responsabile dell’ufficio ticinese dell’Associazione svizzera dei gestori patrimoniali e membro di direzione a livello nazionale. «Secondo i dati della FINMA, in Ticino ci sono più di duecentocinquanta gestori patrimoniali e dall’articolo si ha l’impressione che siano in larga parte disonesti. Che il nostro cantone sia il far west. Evidentemente, i disonesti sono l’eccezione». Recalcati contesta poi la tesi della mancanza di prevenzione sulla piazza finanziaria cittadina. «Non sono d’accordo. Da un lato perché la categoria dei gestori patrimoniali è ormai soggetta ad autorizzazione della FINMA, dall’altro perché la formazione è uno dei temi centrati della nostra associazione di categoria, che in Ticino conta 118 soci, mentre in tutta la Svizzera sono 815. Proprio l’avvocato Bernasconi tra l’altro, con il Centro studi di Villa Negroni, ha contribuito alla formazione dei gestori e fiduciari».
«La FINMA è cresciuta»
L’ex procuratore pubblico faceva tuttavia una critica precisa: chi controlla non ha risorse sufficienti. «È vero in parte» osserva Recalcati. «La FINMA negli anni ha sviluppato il suo organigramma nei numeri e nella qualità. E in Ticino ha due ‘braccia’ che garantiscono la vigilanza. Una vigilanza che, con il nuovo sistema di autorizzazioni, continua anche dopo che un operatore ha ricevuto la licenza. Poi le pecore nere ci saranno sempre, come in tutti i settori. Però la stragrande maggioranza dei professionisti è seria, e dopo gli ultimi cambiamenti la categoria è più professionalizzata e controllata». E meno numerosa: a livello nazionale i gestori patrimoniali sono diminuiti e secondo il nostro interlocutore caleranno ancora. «Non tutti riescono a far fronte alle nuove esigenze a livello di costi, formazione e governance».
«Sì, il sistema è migliorabile»
Seguendo le cronache giudiziarie tuttavia, a volte, si ha l’impressione che sia troppo facile, per le pecore nere, eludere i paletti protettivi del sistema. Ci sono effettivamente delle falle pericolose? E se sì, come predisporre difese più efficaci? «Domanda da un milione di dollari» risponde Recalcati. «Dopo gli scandali che avvengono a livello nazionale e internazionale vengono spesso adottate misure aggiuntive, ma i furbi ci saranno sempre e cercheranno sempre di essere un passo avanti rispetto al sistema. Un sistema che è migliorabile, sì – ammette il rappresentante dei gestori patrimoniali – ma cominciamo a vedere come funzionerà con le nuove leggi entrate in vigore a livello svizzero».