Lugano

«Perché fiduciari e gestori disonesti lavorano indisturbati?»

L'affondo dell'avvocato ed ex magistrato Paolo Bernasconi: «Manca la prevenzione»
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Giuliano Gasperi
16.12.2022 09:30

Per i clienti di società finanziarie finite sotto inchiesta, recuperare il denaro perduto è spesso un'impresa ardua. Soprattutto, come nel caso del processo in corso a Lugano che vede imputate cinque persone, se si arriva in aula a quindici anni dai fatti. L’avvocato Paolo Bernasconi, che rappresenta alcune delle vittime, coglie l’occasione per uno sfogo e per alcune proposte su come migliorare il sistema. «Patrocinare chi subisce questi reati finanziari è una frustrazione - racconta l’ex procuratore pubblico - perché si vede il lato peggiore della giustizia. Voi come cronisti seguite decine di questi disastri finanziari, ma non vedete i tanti altri che non arrivano al processo perché sono casi troppo difficili, perché i reati vanno in prescrizione o perché i responsabili sono scappati all’estero». Bernasconi si riallaccia poi all’ultima inchiesta giunta in aula. «È partita nel 2010 ed è passata dalle mani di sette procuratori pubblici: ognuno di loro era oberato da moltissimi altri casi, e ciò spiega perché i sei magistrati precedenti non sono stati messi nelle condizioni di portare a termine il caso. È ormai tanto tempo - incalza l’avvocato - che al Tribunale penale approdano processi finanziari vecchi ormai di sette, dieci o più anni, mentre numerosi casi simili per gravità e vetustà stanno ingombrando il Ministero pubblico».

Serve un potenziamento della Procura, allora? «No. Il difetto sta nella distribuzione dei casi finanziari ‘mammut’. Quelli più grossi devono essere attribuiti esclusivamente ai procuratori senior, che nel contempo vanno sgravati dal picchetto bisettimanale». Secondo l’avvocato, tuttavia, la misura decisiva è un’altra. «A Lugano non esiste alcuna prevenzione contro i disastri commessi da gestori patrimoniali e fiduciari disonesti, autorizzati o non autorizzati che siano. Com’è possibile che per anni abbiano potuto lavorare indisturbati senza che l’autorità di vigilanza e di ispettorato dei fiduciari abbia verificato quelle attività che il Ministero il pubblico considera delittuose? Del resto la FINMA non dispone di persone sulla piazza bancaria di Lugano, mentre l’ispettorato dei fiduciari ha lo stesso numero di persone di trent’anni fa». Un ruolo importante, secondo l’avvocato, possono giocarlo le banche, che «devono rifiutare di aprire conti operativi a persone e società che non hanno i permessi della FINMA e dell’autorità sui fiduciari».

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