Giù l’imposta di circolazione? I partiti per ora prendono tempo

C’è chi prende tempo, chi annuncia già il proprio sostegno e chi, invece, si distanzia. Servirà ancora qualche settimana per capire se la proposta del Centro per abbassare l’imposta di circolazione possa raccogliere una maggioranza di consensi. Intanto, però, i partiti hanno già iniziato a fare le proprie valutazioni. Il presidente Fiorenzo Dadò, del resto, ha già chiarito che i possibili scenari, dopo che da otto anni l’iniziativa «Gli automobilisti non sono un bancomat» è giacente in commissione, sono solo due. O la Commissione della Gestione trova l’intesa per mettere a punto un controprogetto che permetta una diminuzione dell’imposta di circolazione di 3 milioni all’anno, oppure il Centro è pronto a portare l’iniziativa in votazione popolare.
«Per noi è già un no»
Chi sembra già avere le idee chiare in proposito è il Partito socialista che, come spiega il capogruppo Ivo Durisch, non intende sostenere la proposta del Centro. «Innanzitutto - dice - tecnicamente è difficile da mettere in pratica. In seconda battuta, una riduzione dell’imposta di circolazione c’è già stata. E se qualcuno intende abbassarla ulteriormente, potrà farlo in sede di Preventivo, dove gli strumenti per intervenire ci sono, al di là di questa richiesta di rimborso rivolta al passato». Detto ciò, evidenzia Durisch, «il Centro è liberissimo di andare al voto, ma per noi è un no».
«Lasciamo i soldi ai cittadini»
Diametralmente opposta, per contro, l’opinione dell’UDC, pronta a dare manforte al partito di Dadò. «Noi siamo tendenzialmente favorevoli a lasciare qualche franco in più nelle tasche dei cittadini», commenta il deputato democentrista Tiziano Galeazzi. «Per compensare questa uscita di 3 milioni all’anno, poi, il Consiglio di Stato dovrà risparmiare altrove. Di grasso che cola ce n’è parecchio, ed è il caso che lo Stato faccia una bella cura dimagrante». Possibilista si dice anche la co-coordinatrice dei Verdi Samantha Bourgoin: «Di principio, siamo pronti a valutare la proposta, se c’è stato un errore è giusto agire. Tuttavia, non abbiamo ancora fatto la discussione, né in gruppo, né in Commissione».
«Restiamo cauti»
Prendono tempo i leghisti, che solo nelle prossime settimane annunceranno come la pensano. «Una posizione unanime e chiara al nostro interno non l’abbiamo ancora», fa sapere il coordinatore della Lega Daniele Piccaluga. «Ci prediamo un attimo di tempo per approfondire la proposta del Centro e fare le nostre valutazioni. Nel corso delle prossime sedute della Commissione gestione e finanze faremo sapere cosa abbiamo deciso». Prudente anche il presidente del PLR Alessandro Speziali, il quale spiega che le variabili in gioco sono diverse. «Per ora vogliamo essere cauti. E, soprattutto, prima di esprimerci vogliamo vedere quali misure conterrà il Preventivo 2026 che il Consiglio presenterà a breve». Senza dimenticare, aggiunge Speziali, l’esito delle votazioni sui temi di cassa malati del 28 settembre. «Credo sia fondamentale, prima di analizzare concretamente la proposta del Centro, poter avere uno sguardo d’insieme. Altrimenti rischiamo di ritrovarci con un sistema schizofrenico. Quindi, a dipendenza di cosa proporrà il Governo nel preventivo e dell’esito delle votazioni, capiremo se i 3 milioni in più proposti da Dadò sono ragionevoli o se invece le finanze saranno così compromesse da doverci concentrare su ben altri fronti, per scongiurare l’aumento dei moltiplicatori d’imposta di Cantone e Comuni che vanificherebbe tutto e colpirebbe tutti i contribuenti».
Lanciata nel 2017
L’iniziativa «Gli automobilisti non sono un bancomat», lo ricordiamo, venne lanciata nel 2017 dall’allora PPD e raccolse oltre 10 mila sottoscrizioni. In sostanza, prevedeva che lo Stato restituisse agli automobilisti i 30 milioni che avevano pagato in più nel 2017. L’iniziativa faceva il paio con un’altra proposta, lanciata in contemporanea, che chiedeva invece che l’imposta di circolazione venisse stabilita secondo il principio «chi più inquina più paga» attraverso un nuovo sistema di calcolo basato sulle emissioni. Quest’ultima iniziativa, dopo essere rimasta anch’essa ferma in Commissione per qualche anno, ha poi seguito un tortuoso iter che ha portato a rivedere - per tre volte in tre anni - la formula di calcolo dell’imposta di circolazione.