L'editoriale

Gli influencer tra realtà, finzione e tanti soldi

I social e i suoi fenomeni dilaganti: meglio conoscerli per saperli gestire, piuttosto che illudersi di esserne immuni
Gianni Righinetti
19.07.2023 06:00

Negli scorsi mesi un portale scientifico elvetico ha divulgato una notizia che fa riflettere: «I giovani svizzeri sono affascinati dai mega-influencer». E certamente non è un’esclusiva elvetica. Di primo acchito si possono avere reazioni contrastanti: magari manifestando stupore accondiscendente nei confronti di qualcosa di nuovo legato alla nostra tecnologia ed essere spinti dalla curiosità al punto di prendere in mano il nostro smartphone per scoprire immediatamente volti e gesta di questi presunti modelli dell’era moderna. Oppure si può manifestare disfattismo bollando il fenomeno come «una stupidaggine in grado di influenzare solo persone stupide» e ricorrere al paternalismo nostalgico che recita «ai miei tempi…». Di fronte alla realtà di un fenomeno, tanto più del genere di quello di massa descritto, non è mai una buona strategia volgere lo sguardo al passato, meglio comprenderlo, conoscerlo per scovare quei punti forti da cogliere e quelli deboli da combattere per non finire assuefatti al punto da perdere la capacità di valutare cosa è utile e cosa è dannoso trascinati in una spirale senza fine. Quando si parla di social e influencer va innanzitutto ammesso che anche chi finge di manifestare il sentimento dell’indifferenza, in realtà ne è potenzialmente interessato e coinvolto. Specie chi a livello professionale, sociale (e non solo social) è attivo, ovvero partecipa e si informa sul mondo in cui vive e del quale vuole essere protagonista attivo. Capire il mondo dei social e degli influencer è essenziale per ognuno di noi perché non si può pretendere che i giovani rispondano esclusivamente alle logiche comunicative di chi ha magari già sorpassato la metà della sua speranza di vita. Il grande rischio è che ci si trovi in un ipotetico tiro alla fune, con da una parte chi ce la mette tutta per innovare e dall’altra chi vuole unicamente conservare. Così non ci sarà mai mediazione finalizzata alla comprensione reciproca che è alla base della vita civile, magari una parte potrà prevalere sull’altra, ma in ogni caso la corda sarebbe ormai spezzata e il dialogo (più o meno smart) definitivamente compromesso.

Fondamentalmente gli influencer compiono ogni gesto o esternano ogni frase, trasformando spesso tutto con stucchevole facilità (che può anche fare rima con banalità). Ma a difesa degli stessi va riconosciuta grande abilità. In questo fenomeno, alla fine dei conti, l’importante è apparire, colpire, coinvolgere e ipnotizzare più persone possibili facendo di loro preziosi e remunerativi follower. Nel mondo dei social, dei social network e dei loro protagonisti influencer appare spesso impossibile stabilire il confine tra finzione e realtà, dilemma tipico di tutto ciò che non è tangibile e comprovabile. C’è poi il problema di stabilire ciò che è imitabile senza incorrere in pericoli per la propria incolumità fisica e psichica, da quanto per contro è altamente pericoloso, specie se messo in atto da chi non ha ancora maturato, grazie all’esperienza che solo il trascorrere della vita ci dà, la capacità di fermarsi quando ci si trova di fronte a un burrone. Un baratro che esiste in senso fisico ma anche quando si ha a che fare con qualcosa di virtuale e tecnologico. Sfiorare lo schermo con il pollice nel posto sbagliato e nel momento sbagliato, può corrispondere ad inciampare in un sasso su un crinale ad alta quota.

Gli influencer sono un po’ come i pubblicitari dei tempi moderni che, grazie a un piccolo mezzo di diffusione di massa, raggiungono in una frazione di secondo milioni di seguaci che hanno deciso di farsi raggiungere. Il passo successivo, ovvero la capacità di saper valutare, giudicare e ponderare la soggettiva permeabilità al messaggio veicolato, non risponde a una regola universale o matematica. È un algoritmo mentale che richiede soggettivi anticorpi in grado di non farci cadere in quella grande rete che, giocando anche subdolamente tra realtà e finzione, ha intrappolato molti e nello stesso tempo ha generato dal nulla fior di milionari campioni dell’effimero, ma anche qualche scafato imprenditore della new economy.

Il fenomeno oggi è alle stelle, ma il tempo sarà galantuomo e ci dirà quanto potrà reggere ciò che abbiamo davanti ai nostri occhi e quale sarà il suo futuro. Nel frattempo, meglio tenere la mente lucida e la propria capacità e libertà di giudizio, decidendo con coscienza e prendendosi un paio di secondi in più prima di sfiorare lo schermo.