«Governo senza visione», il PS attacca il preventivo

«I soldi non mancano, basta prenderli dove ci sono». Il Partito socialista ha presentato la sua idea di preventivo. «La nostra alternativa», come l’ha definita Fabrizio Sirica, co-presidente. Pur sposando il principio di ridurre il deficit, i socialisti non intendono incidere sulle fasce più deboli della popolazione. Vogliono, in sostanza, rovesciare il paradigma di una proposta governativa «senza alcuna visione». Per farlo, oltre a un rapporto di minoranza sul messaggio che sarà firmato in Gestione la prossima settimana, serve «la lotta». «Una lotta che storicamente paga», ha ricordato ancora Sirica di fronte al Comitato cantonale, riunito alla Casa del Popolo di Bellinzona. E che, grazie alla manifestazione dello scorso novembre, ha permesso di ottenere dei risultati. «Come la proposta di concedere 400 franchi una tantum ai dipendenti pubblici». Risultati quindi figli di «un’opposizione sociale», che non si fermerà con il prossimo raduno in piazza in programma sabato a Bellinzona, «un raduno che unisce tutta l’area di sinistra».
Sirica ha dunque attaccato la gestione provvisoria, scattata il 1. gennaio a causa dell’assenza di un Preventivo 2024 approvato dal Parlamento. «La gestione provvisoria è causata da una gestione provvisoria da parte del Governo», ha sottolineato il co-presidente. E da una «totale mancanza di visione. Perché lo stesso Esecutivo non sa dove tagliare l’anno prossimo, non sa cosa fare. Quali sono le ipotesi strutturali? Zero assoluto. È del tutto evidente che mancano un orecchio e uno sguardo sul Paese. Sono allibito, perché in un momento del genere non si può avere meno Stato». I tagli, in sostanza, non devono andare a incidere su una popolazione già provata dall’aumento dei premi di cassa malati e dai rincari in molti ambiti. «Di fronte a questa impostazione completamente sbagliata, noi non abbiamo nulla da spartire», ha avvertito ancora Sirica.
Per questo, come visto, verrà presentato un rapporto di minoranza sul preventivo, «una visione alternativa», appunto, che stralcia tutti i tagli al sociale contenuti nella manovra di rientro e che però va a prendere entrate, ad esempio, sull’imposta di circolazione e che spera nella buona riuscita del referendum fiscale. «Il vento è cambiato», ha spiegato ancora il co-presidente. «Le promesse vuote e retoriche del decreto Morisoli non sono state rispettate. E se non correggiamo ora il tiro, l’anno prossimo sarà davvero macelleria sociale. Si andrà davvero sulla carne viva. Abbiamo la responsabilità di invertire tutto questo». Perché, come detto, «i soldi ci sono. Andiamo a prenderli ad esempio nel settore delle stime immobiliari. Un sistema che favorisce i ricchi proprietari». Per il PS, bisogna quindi tassare i grandi proprietari di fondi e immobili, «per rispondere ai bisogni della popolazione».
«Situazione vergognosa»
Anche la co-presidente socialista Laura Riget non ha risparmiato critiche nei confronti del preventivo e della relativa manovra di rientro. Una situazione definita «vergognosa». E la colpa, secondo Riget, è anche del Governo, reo «di non aver presentato il messaggio sul preventivo nei termini di legge (fine settembre, ndr)». E questo perché «non ci si voleva esporre in piena campagna per le Federali con un preventivo del genere. Non si voleva spiegare il contributo di solidarietà imposto ai dipendenti pubblici, il mancato rincaro, i tagli ai sussidi di cassa malati, agli istituti per gli invalidi». Ma anche la «maggioranza di centrodestra ha la sua parte di responsabilità. I partiti borghesi hanno proseguito nel tentativo di separare il referendum contro la riforma fiscale da quello sul Preventivo 2024. Non lo permetteremo, perché riforma fiscale e manovra sono la faccia della stessa medaglia e hanno un unico obiettivo: indebolire lo Stato». Anche Riget ha poi parlato del rapporto di minoranza che verrà presentato in Gestione, che contiene «una buona dose di pragmatismo ma senza perdere di vista la visione di uno Stato forte e presente per aiutare i più fragili».
Infine, Riget ha lanciato un messaggio. Un appello ai partiti borghesi che hanno sostenuto il decreto Morisoli. «Ora tocca a loro metterci la faccia», ha sottolineato. «Devono spiegare il perché di questi tagli». E il perché di una situazione «irresponsabile e vergognosa», con il preventivo ancora bloccato e che andrà in Parlamento solo a febbraio o addirittura a marzo. «I partiti di centrodestra non paralizzano solo lo Stato, ma anche tutta la società».
Il comitato ha poi votato il sostegno all’iniziativa federale sulla 13. AVS e bocciato quella sulle pensioni. Temi in votazione il prossimo 3 marzo.